venerdì 31 agosto 2007

Il Sudan ospita i rifugiati palestinesi che fuggono dall'Iraq

Saranno probabilmente ospitati dal Sudan i circa 1.400 rifugiati palestinesi bloccati sul confine iracheno, tra la Siria e il Libano, che non ne permettono l'ingresso. Questo è quanto promesso dal presidente sudanese Omar al Bashir a Azam al Ahmed, inviato dal presidente palestinese Mahmud Abbas, in visita nei giorni scorsi a Khartoum. Per le operazioni di trasferimento dei rifugiati, alloggiati nei campi spontanei di Al Waeed e di Al Tanf, dovrebbero intervenire anche organizzazioni internazionali e arabe. Questa decisione è stata presa dopo che, nelle scorse settimane, l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (Unhcr/Acnur) aveva lanciato diversi appelli per uno sfollamento urgente dall'Iraq dei rifugiati palestinesi, molti dei quali bambini esposti ad assassini, sequestri, minacce e in gravi condizioni di salute. I 1.400 rifugiati che probabilmente troveranno accoglienza in Sudan, sono solo una parte dei circa 19.000 palestinesi residenti in Iraq che hanno abbandonato il loro paese all'inizio della guerra nel 2003, costretti a farlo perché, dal momento che l'ex partito di Saddam Hussein, al Baath, li aveva integrati assumendoli nell'amministrazione pubblica e concedendo loro abitazioni a prezzo politico, oggi le comunità irachene al potere li guardano con sospetto. (fonte Misna)

giovedì 30 agosto 2007

I G.A.S., i Gruppi di Acquisto Solidale

Si chiamano G.A.S., Gruppi di Acquisto Solidale, e sono dei gruppi di persone che vogliono insieme fare quello che ciascuno di noi fa quotidianamente, acquistare dei prodotti, di prima necessità e non, ma in modo particolare, guardando cioé alla qualità dei prodotti e dei fornitori. Sono una forma di consumo critico basato su valori quali il rispetto dell'ambiente, l'attenzione alla condizione dei lavoratori e allo sviluppo di un'economia locale sana e controllabile. Solitamente un G.A.S. è formato da un gruppo abbastanza ristretto di persone e/o famiglie che si incontrano mensilmente o più volte al mese per acquistare all'ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da fornitori conosciuti, fidati, e che corrispondano ai criteri etici sulla base dei quali avviene l'atto dell'acquisto. L'aggettivo solidale in modo particolare rafforza il criterio della solidarietà come criterio principale nella scelta dei prodotti, una solidarietà che ci deve essere sia tra i membri del gruppo, sia con i piccoli produttori da cui si acquistano i prodotti, sia con i popoli che, a causa del modello economico impostosi nel mondo, sono più poveri di quelli che invece godono dei frutti del progresso economico in cui viviamo. Molto importante per i G.A.S. è la scelta dei produttori, che di solito sono piccoli e locali, per avere la possibilità di conoscerli sempre meglio, di "controllarli" e di ridurre l'inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto delle merci da una città all'altra, o, peggio, da una nazione all'altra. Inoltre spesso i G.A.S. cercano di acquistare prevalentemente prodotti biologici o ecologici che siano realizzati rispettando l'ambiente e le condizioni di vita dei lavoratori. Il primo gruppo d'acquisto solidale è nato in Italia nel 1994 a Fidenza, mentre la prima rete di G.A.S. risale al 1997. Attualmente in Italia vi sono più di 300 G.A.S., che a loro volta si riuniscono in reti per aiutarsi e per contribuire a diffondere, con iniziative comuni, la loro esperienza e il loro stile di consumo critico. Su questo sito è possibile conoscere più approfonditamente la realtà dei G.A.S. e consultare i gruppi tuttora esistenti in Italia.

mercoledì 29 agosto 2007

Un poeta palestinese poeta mondiale dell'anno

Il poeta palestinese Mahmud Darwish è stato dichiarato Poeta dell'anno 2007 all'annuale Festival mondiale della poesia in Macedonia, denominato anche Le serate poetiche di Struga, dal nome della città che ospita l'evento. Mahmud Darwich è nato nel 1941 a Birwah, un villaggio della Galilea, ed è uno dei poeti palestinesi più rappresentativi, oltre che una voce importante nella lotta per l'indipendenza palestinese. Proprio a causa delle sue poesie, Darwish è stato imprigionato ben 5 volte tra il 1061 e il 1967. Durante la cerimonia di premiazione, alla presenza delle più alte personalità macedoni e degli oltre 50 poeti che hanno partecipato alla manifestazione, Darwish ha dichiarato che, tramite lui, il riconoscimento va a tutto il popolo palestinese, che lotta in patria per i suoi diritti legittimi. Su invito degli organizzatori del Festival, Mahmud Darwish ha anche piantato un albero a titolo simbolico, e ha promesso che ripeterà il gesto anche la prossima primavera, piantando un ulivo, simbolo della Palestina. (fonte Misna)

martedì 28 agosto 2007

In Uganda cure gratuite per i mutilati di guerra, anche grazie a 7 chirurghi indiani

In 7 distretti del nord Uganda, tra cui Gulu, Kitgum, Pader, Apac, Lira e Oyam, gli ospedali forniranno cure e interventi chirurgici gratuiti alle persone mutilate o sfregiate per le violenze subite dai ribelli dell'Esercito di resistenza del Signore (Lra, Lord resistance army). Tutto ciò è reso possibile grazie al lavoro di 7 chirurgi arrivati dall'India, specializzati in oftalmologia, plastica, ortopedia, urologia, ostetricia, ginecologia e chirurgia delle orecchie, del naso e della gola. I 7 chirurgi indiani saranno affiancati da un centinaio di chirurgi ugandesi, tutti volontari che hanno aderito al programma, per ricostruire gli organi asportati o distrutti dai ribelli. Secondo le previsioni dei coordinatori del progetto, saranno circa 2.000 le persone che verranno curate e operate. L'iniziativa è possibile anche grazie ai contibuti finanziari di alcune associazioni filantropiche, e al sostegno dell'Associazione dei chirurgi ugandesi, del Ministero della Sanità e dell'Associazione dei medici locali. (fonte Misna)

lunedì 27 agosto 2007

I Medici Senza Frontiere lanciano la campagna Dimmi Di Più, per un'informazione più completa sulle crisi umanitarie

A seguito della pubblicazione del rapporto 2006 sulle crisi dimenticate, l'associazione Medici Senza Frontiere, MSF, ha lanciato a campagna di sensibilizzazione, chiamata Dimmi Di Più, che, con la partecipazione straordinaria della criminologa Julia, noto personaggio dei fumetti, punterà a coinvolgere il grande pubblico nel chiedere un'informazione più attenta alle crisi umanitarie. Dal terzo rapporto sullo spazio dedicato dai mezzi di comunicazione italiani alle crisi umanitarie del 2006, è infatti emerso che pandemie, crisi alimentari e tragedie provocate da guerre e soprusi, che hanno falciato milioni di vite umane sono state completamente, o quasi, ignorate da telegiornali, quotidiani e periodici. L'analisi, che ha esaminato a campione 22 quotidiani, 13 periodici e i principali telegiornali della tv generalista, ha per esempio constatato che l'anno scorso, vi sono stati 2 milioni di morti per TBC e 80 morti per aviaria, ma mentre per i primi vi sono stati solo 3 servizi nei telegiornali, ai secondi sono stati dedicati oltre 400 servizi. Il rapporto dei Medici Senza Frontiere si è soffermato in particolare su quelle che sono considerate le 10 più gravi crisi dimenticate: Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Colombia, Cecenia, malnutrizione, Haiti, tubercolosi, Repubblica Centrafricana e India centrale. In merito alla Cecenia è emerso per esempio che in un intero anno sono stati dedicati solo 92 articoli dai 22 quotidiani e dai 13 periodici presi in considerazione, ma di questi ben 42 si riferiscono a due singoli episodi eclatanti, quali l'uccisione del leader separatista Basayev (23 articoli) e l'assassinio della giornalista Anna Politkovskaja (19), mentre è praticamente inesistente lo spazio dedicato alle condizioni di vita e alle sofferenze dei civili ceceni di cui proprio la Politkovskaja coraggiosamente scriveva. Sulla Colombia sono stati pubblicati un centinaio di articoli, ma praticamente nessuno racconta dei milioni di sfollati causati dagli scontri tra esercito, paramilitari e guerrieri. Sono 63 gli articoli pubblicati sul Ciad, ma dei 200.000 rifugiati dal vicino Darfur e dei 50.000 sfollati interni hanno parlato solo 10 pezzi. Alla malaria, che uccide un bambino ogni 30 secondi, sono state dedicate 6 notizie (di cui ben 4 sulla morte di un italiano che ha contratto la malattia in Congo). Per questo MSF si impegna in un'azione di stimolo costante nei confronti dei mass media affinché non tralascino di informare sulle realtà dei tanti contesti di crisi nel mondo, nell'erronea convinzione che questi non interessino. Questa la pagina web dove aderire alla campagna Dimmi di più.

mercoledì 8 agosto 2007

Una ludoteca come segno di pace nella città di Caana

Caana è una di quelle città che fu al centro del duro scontro avvenuto l'estate scorsa tra Israele e Hezbollah. Nei giorni scorsi in quella città è stata inaugurata una ludoteca per bambini, che vuole essere una risposta di pace ad una realtà ancora molto incerta. La ludoteca è stata ricavata dalla ristrutturazione di un vecchio edificio, ed è stata realizzata dalla cooperazione toscana con mezzi finanziari della Regione, del comune di Castelnuovo Berardenga, nel Chianti senese, e dell’organizzazione non governativa Movimondo che da tempo opera in questa zona. Questo hanno detto le donne di Caana in merito al progetto: "La ludoteca permetterà ai nostri bambini di avere a disposizione un luogo dove stare e a noi mamme di poter pensare meglio ai problemi della nostra famiglia". Questa non è l'unica iniziativa portata avanti dalla Regione Toscana a favore del Libano, che nella persona dell'assessore Massimo Toschi, ha avuto recentemente incontri con i sindaci delle città del sud del Libano, e anche con importanti esponenti della società civile, religiosa e politica di questo paese, ha pronunciato spesso, per pianificare altri interventi a favore di una pace duratura.

martedì 7 agosto 2007

I Nuba, un esempio di convivenza pacifica in Sudan

In Sudan, nello stato di Kordofan, vive un popolo di 2,5 milioni e mezzo di persone che rappresentano un esempio di convivenza pacifica tra le numerose etnie presenti in questo paese africano. Si chiamano Nuba, e tra essi vi sono ben 50 gruppi etnici e linguistici differenti, riuniti in una decina di famiglie principali. Tra essi vi sono credenti musulmani, cristiani, seguaci delle religioni tradizionali, che spesso convivono anche all’interno della stessa famiglia. Essi sono abituati ad affrontare e risolvere i problemi legati alla convivenza di etnie e religioni differenti. Per esempio, per non alimentare dispute tra chi santifica il venerdì e chi la domenica, hanno deciso che il giorno di riposo dal lavoro sia per tutti il giovedì, così ciascuno potrà coltivare i propri riti religiosi senza prevaricare sugli altri. Purtroppo i Nuba, durante la guerra in Sudan, sono stati sottoposti dalle milizie sudanesi a un vero e proprio genocidio: bombardamenti sui civili, assalti ai villaggi, incendi dei raccolti, furti di bestiame, rapimenti di bambini, torture, assassini e incarcerazioni arbitrarie. Per anni il governo di Khartoum, per nascondere questi orrori e per fiaccare la resistenza del popolo Nuba, ha vietato l'accesso nella zona alle Nazioni Unite e ad ogni altro organismo internazionale. A favore dei Nuba, l'associazione Movimondo sta portando avanti da tempo un progetto per migliorare il tenore di vita della popolazione, attraverso la realizzazione di una serie di attività che si propongono di garantire migliori condizioni di sicurezza alimentare, servizi sanitari più efficaci e un potenziamento dei servizi educativi.

lunedì 6 agosto 2007

Mai più altre Hiroshima e Nagasaki

Il 6 agosto del 1945, alle 8.15 la bomba atomica Little Boy venne sganciata su Hiroshima, provocando tra le 100.000 e le 200.000 vittime, la maggior parte delle quali civili, e di cui circa 80.000 morirono all'istante. Questo post ha l'esclusiva funzione di ricordare quel giorno che deve servire sempre come monito affinchè ciò che è accaduto 67 anni fa non succeda più. Ogni anno sono innumerevoli in tutto il mondo le manifestazioni per ricordare le due stragi atomiche di Hiroshima e Nagasaki. In Italia quest'anno v'è un'importante iniziativa a Vicenza, organizzata dai Beati i costruttori di pace, Cipax, Gavci, Mir, Pax Christi e Ucebi, per fare memoria delle vittime del bombardamento atomico e chiedere perdono a Dio e agli uomini dell'arroganza delle scelte fratricide. Si tratta di una 4 giorni, che va dal 5 al 9 agosto, che prevede momenti di preghiera e meditazione, dibattiti, letture, proiezioni e manifestazioni, come quella conclusiva alla base USAF di Aviano, dove sono stoccate parte delle atomiche presenti sul territorio italiano. Durante questi giorni di incontro verrà anche presentata dai Beati i costruttori di pace la legge d'iniziativa popolare per dichiarare l'Italia "Zona libera da armi nucleari", e i rappresentanti di diverse confessioni religiose redarranno un documento unitario da inviare alla terza Assemblea ecumenica delle Chiese d'Europa, che si terrà a Sibiu dal 4 al 9 settembre, affinché ribadiscano che non solo l'uso, ma anche la fabbricazione, la proliferazione e la semplice detenzione di armi nucleari costituiscono un gravissimo peccato contro Dio e contro l'umanità ed il creato. Qui è possibile trovare l'agenda completa dell'iniziativa di Vicenza.

sabato 4 agosto 2007

Bruce Trevorrow, il bambino aborigeno strappato alla sua famiglia e risarcito dopo 50 anni

Bruce Trevorrow aveva 13 mesi quando, nel 1957, fu portato all'ospedale di Adelaide per alcuni dolori allo stomaco. Nella sua cartella medica fu scritto che il bambino era senza genitori, trascurato e malnutrito. In realtà l'unico suo "male", per le autorità australiane, era quella di appartenere a una famiglia di aborigeni, e per questo era da sottrarre alla sua famiglia e affidare a una famiglia di bianchi. Il piccolo Bruce fu cosi forzatamente allontanato dalla sua famiglia, che riuscì a rivedere solo dopo 10 anni. E oggi Bruce Trevorrow, che di anni ne ha ormai 50, s'è visto riconoscere l'ingiustizia subìta dalla Corte suprema dell'Australia del sud, che ha deciso di dargli, come risarcimento, 328.000 euro. E' il primo gesto con cui l'Australia inizia a fare i conti con una parentesi buia della propria storia, quella compresa tra il 1910 e il 1980, quando tolse forzatamente circa 100.000 bambini aborigeni alle loro famiglie per farli crescere in famiglie bianche. La decisione di risarcire Bruce Trevorrow è arrivata a un anno e mezzo dall'inizio del processo, dopo che Bruce è riuscito a dimostrare, anche confrontando il suo sviluppo personale con quello dei fratelli rimasti nella famiglia originaria, che la sottrazione gli ha procurato crisi di identità, depressione, problemi di alcolismo e una vita professionale precaria. Adesso si spera che anche altri ex "bambini rubati" possano ottenre giustizia, anche se dopo la sentenza per Trevorrow, il ministro australiano per gli affari indigeni, Mal Brough, ha escluso pagamenti collettivi da parte del governo. Ma al speranza è l'ultima a morire, e il caso Trevorrow potrebbe veramente far cambiare idea. (fonte Peacereporter)

venerdì 3 agosto 2007

Negli ospedali africani energia dai rifiuti?

Un sistema per strasformare i rifiuti ospedalieri in materiale riciclabile. Questa l'ambiziosa sfida di una società sudafricana, che sta cercando di implementare questo sistema in una struttura ospedaliera del Botswana. Il progetto prevede l'utilizzo di un sistema computerizzato in grado di sterilizzare per ogni ciclo produttivo 75 kg di materiale di scarto, garze, siringhe, aghi, guanti, bottiglie e ogni altro genere di rifiuti di una struttura ospedaliera, e renderli utilizzabili come materiale di riciclo. Dal processo, che non prevederebbe emissioni in atmosfera, sarebbe possibile ricavare materiali utili anche per la produzione di energia elettrica per le stesse strutture sanitarie. Questo sistema, per ora definito semplicemente "il convertitore", è già usato anche in altri paesi, tra cui Cina, Brasile, e alcuni paesi europei, ma non ancora in Africa. La sua adozione in Botswana quindi potrebbe essere quindi il trampolino di lancio per favorire la diffusione di questa tecnologia anche nel continente africano. (fonte Misna)

giovedì 2 agosto 2007

Dopo di noi durante noi, il nuovo progetto Caritas per i disabili

Permettere a tutte le persone disabili di realizzare il proprio sogno di costruirsi una vita autonoma e indipendente, rispetto alla famiglia e al luogo protettivo che li ha visti nascere, un desiderio che è proprio di ogni essere umano. Il tutto quando la famiglia c'è ancora, e non solo quando essa non c'è più, per un motivo o per l'altro, e il disabile è costretto ad andare a vivere da solo. Per questo il progetto è stato chiamato "Dopo di noi, durante noi", perché si propone di dare più autonomia alle persone disabili "durante" l'esistenza della loro famiglia, e anche con la collaborazione attiva della stessa. Il progetto è stato promosso dalla Caritas Ambrosiana, in collaborazione con altre 10 associazioni, partendo da alcuni quartieri di Milano. L'idea è quella di studiare, insieme alle famiglie dei disabili, alla comunità locale e alle istituzioni presenti sul territorio percorsi d'autonomia per le persone disabili, per farle realizzare sempre più compiutamente nel cammino della vita. Per chi volesse avere ulteriori informazioni su questo progetto, o dare un suo contributo, è possibile visitare il sito della Caritas.

mercoledì 1 agosto 2007

Presentato in Parlamento il primo disegno di legge sul commercio equo e solidale

E' stato presentato in Parlamento un decreto legge sul commercio equo e solidale, dal titolo Disposizioni per la promozione del Commercio Equo e Solidale, che porta la firma di 80 deputati e 39 senatori, appartenenti a diversi partiti sia di centro-destra che di centro-sinistra. In caso di approvazione, il Parlamento italiano sarebbe il primo parlamento europeo a ratificare un quadro normativo sul commercio equo e solidale. Il disegno di legge definisce in maniera chiera l'ambito del settore, stabilisce delle misure per favorire lo sviluppo della comunità alla quale appartiene il produttore, intende garantire maggiore trasparenza della filiera nei confronti di terzi, pone obblighi per il produttore a garantire condizioni di lavoro a norma per evitare lo sfruttamento dei lavoratori. Il ddl prevede anche misure più specificamente mirate allo sviluppo economico del commercio equo e solidale, come la copertura fino al 50% cento dei costi sostenuti da istituti scolastici per interventi sul commecio equo e solidale, rivolti ai propri allievi, agli studenti e al corpo docente, ma anche la copertura fino al 50% degli oneri sociali relativi al personale costituito da dipendenti, soci lavoratori o mediante altre forme di lavoro previste dalla legislazione vigente in materia, per un massimo di 1.500 euro all'anno per una bottega del commercio equo e solidale e per un periodo non superiore a cinque anni per addetto. Questa proposta di legge si pone anche l' obiettivo quello di scoraggiare quei commercianti che approfittano dell'interesse e del successo che sta riscuotendo il commercio equo e solidale per fare affari in maniera "sospetta". Alla trattativa per questo disegno di legge hanno partecipato 3 associazioni di settore (AGICES, che rappresenta 112 organizzazioni italiane, 300 botteghe nel mondo, con circa 22.500 soci di cui 650 persone giuridiche, Transfair/Fairtrade e Assobotteghe) che quindi hanno contribuito con i parlamentari a redigere le norme che devono regolare il settore in cui operano.