sabato 27 ottobre 2007

L'imprenditore che si mette nei panni dei propri dipendenti

Il suo nome è Enzo Rossi, ed è un imprenditore di successo che gestisce un pastificio a Campofilone, in provincia di Ascoli Piceno. Per un mese ha fatto quello che dovrebbero fare tutti gli imprenditori e i politici, prima di aprire bocca su come migliorare la vita degli italiani che fanno fatica ad arrivare a fine mese: s'è messo nei loro panni. Infatti Enzo Rossi, ha provato a vivere con lo stesso stipendio che percepiscono i suoi operai, cioé 1.000 euro al mese, a cui si sono aggiunti i 1.000 euro di sua moglie. E' successo che non è riuscito ad arrivare alla fine del mese, perché i soldi sono finiti il 20 del mese. Cosi ha subito deciso di aumentare di 200 euro netti al mese gli stipendi di tutti i suoi dipendenti. L'esperimento fatto da Enzo Rossi è la conferma ulteriore che con 2.000 euro di stipendio totale, cioé di entrambi i genitori, una famiglia italiana con uno o più figli difficilmente riesce a campare. Il dato diventa ancora più drammatico se si pensa che molte famiglie italiane sono costrette a vivere con meno di 2.000 euro al mese. L'esperimento fatto da questo imprenditore di Campofilone non solo fa aprire ancora di più gli occhi sul problema del divario tra aumento del costo della vita e aumento (molto più contenuto) dei salari in Italia, ma indica anche un modo concreto e immediato di risolvere i problemi, laddove chi sarebbe deputato a farlo, esita a farlo.

sabato 20 ottobre 2007

Campagna per la Birmania lanciata da Cisl, WWF, Greenpeace e Legambiente

Cisl, WWF, Greenpeace e Legambiente hanno lanciato un appello alle imprese, agli enti locali, alle regioni e al governo italiano a favore del popolo birmano e della sua libertà, contro il lavoro forzato, per la democrazia, i diritti civili, l'ambiente, e la liberazione di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace costretta agli arresti domiciliari ormai da 12 anni. Dopo le pacifiche dimostrazioni dei mesi scorsi, in Birmania è scattata la feroce repressione del regime militare che ha portato in carcere e torturato migliaia di cittadini birmani e ne ha ucciso decine se non centinaia. La Birmania è un paese dei tristi primati: primo produttore di metanfetamine al mondo, primo per numero di bambini soldato, secondo per la produzione di oppio. Nel paese vi sono oltre mille prigionieri politici, vittime spesso di torture ed abusi. In questo contesto i gruppi organizzati che in Birmania lavorano per la democrazia, come la Lega Nazionale per la Democrazia e le Organizzazioni delle nazionalità etniche, cercano di affermare i principi della democrazia, ma fino ad ora l'unica risposta che hanno avuto dal regime birmano è una sorta di "Convenzione nazionale" per una costituzione che di fatto fa restare tutto il potere nelle mani dei militari. Il sindacato birmano, il FIUB, è stato dichiarato dal regime un'organizzazione terroristica. Nell'appello lanciato da Cisl, WWF, Greenpeace e Legambiente si chiede alle imprese italiane che hanno rapporti commerciali con la Birmania di sospendere tali rapporti, per non contribuire a rafforzare il potere della giunta, e agli enti locali, alle regioni e al governo italiano di istituire un sistema di disincentivi e di monitoraggio sul comportamento delle imprese, di sostenere attivamente le organizzazioni democratiche e sindacali birmane, di continuare a fare pressione per il rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti gli altri prigionieri politici, e di agire sia a livello europeo che a livello mondiale per l'apertura di un tavolo negoziale per la democrazia in Birmania con tutti i soggetti politici presenti nel Paese. Qui è possibile firmare l'appello e contribuire alla battaglia comune per una Birmania più libera e più giusta. Inoltre, per rimanere aggiornati sull'evolversi della situazione in Birmania, si consiglia di visitare questo sito.

sabato 13 ottobre 2007

"Una mela per la vita" quest'anno anche sul web

Oggi e domani, 13 e 14 ottobre, in 3.000 piazze italiane, torna l'iniziativa "Una mela per la vita", l'appuntamento con la solidarietà promosso dall'AISM, dalla sua Fondazione e da UNAPROA, la principale unione di produttori ortofrutticoli d'Europa, per combattere la sclerosi multipla. Quest'anno l'iniziativa si arricchisce anche di una "versione digitale" fatta apposta per gli utenti web. Andando sul sito www.giovanioltrelasm.it, è possibile prendere una mela, trascinarla sull'albero e personalizzarla con un messaggio, una fotografia o un video. Il 18 ottobre, a conclusione dell'evento online, sarà premiato con uno speciale sul sito il contributo più originale. Sullo stesso sito, è possibile anche fare una donazione online per sostenere la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla e il Programma Giovani oltre la SM, oppure proporsi come volontari per gli eventi nelle piazze d'Italia. Sempre sul sito sono disponibili anche il backstage, la photogallery e gli spot dell'evento e la mappa delle piazze dove è possibile acquistare le mele, per individuare la più vicina a casa propria. Unendo le piazze reali dove saranno vendute le mele e la piazza virtuale del sito, gli organizzatori di "Una mela per la vita" si propongono di dare ancora a più persone la possibilità di partecipare a questo gesto di solidarietà per aiutare i malati di sclerosi multipla.

sabato 6 ottobre 2007

Quando gli azionisti chiedono più moralità: il caso Bhp Billiton

La società australiana Bhp Billiton è una delle più grandi compagnie minerarie al mondo che nell'ultimo anno ha aumentato i propri profitti del 27% e ha visto passare il valore dei propri titoli da 25 a 45 dollari. Tutto sta andando a gonfie vele quindi, se non fosse per quella richiesta strana arrivata da un gruppo di azionisti della società: non estrarre più uranio, perché è immorale. A guidare il gruppo dei "ribelli" della Bhp Billiton è John Poppins, un ingegnere in pensione che con la sua famiglia controlla azioni della Bhp per oltre un milione di dollari australiani (circa 623mila euro). Egli, insieme ad altri azionisti, sta raccogliendo firme per la petizione da presentare all'ordine del giorno nella riunione degli azionisti, prevista a novembre ad Adelaide, con cui chiedere lo stop all'estrazione di uranio, pericolosa e dannosa. Nel caso in cui vengano raccolte le firme sufficienti, per la Bhp Billiton, e non solo, si tratterebbe di un duro colpo, dato che questa società vende uranio a mezzo mondo, dall'Europa agli Stati Uniti, dalla Corea del Sud al Giappone, e, nel sud dell'Australia, la compagnia controlla il più vasto deposito di uranio al mondo, con due milioni di tonnellate di ossido di uranio nel sottosuolo, per un valore di oltre 700 milioni di euro. (fonte Peacereporter)