giovedì 29 gennaio 2009

Lettera dei giovani musulmani per una nuova era di pace e di rispetto reciproco

300 giovani musulmani di 76 paesi differenti e appartenenti al gruppo dei Muslim Leaders of Tomorrow (MLT) ha pubblicato sul Washington Post una lettera aperta in cui si auspicano, anche in coincidenza con l'insediamento di Barack Obama alla presidenza degli USA, un nuovo clima di speranza e di fiducia reciproca e una nuova era di collaborazione tra musulmani e non per la costruzione di un mondo più giusto e più in pace. Il documento è stato approvato al termine di un incontro del gruppo che si è svolto a Doha, in Qatar, a gennaio, con il sostegno dell’Iniziativa delle Nazioni Unite per l’Alleanza tra le Civilità (Unaoc). Nella lettera i giovani del MLT indicano come azioni concrete per arrivare a rapporti più pacifici tra persone di fedi, culture e mondi diversi, una distribuzione più equa delle risorse, con l'obiettivo di arrivare a soddisfare i bisogni essenziali di tutti, e un impegno a dare a tutti i popoli infrastrutture, istruzione e lavoro, con la convinzione che cittadini in salute, istruiti e impegnati nella società sono meno influenzabili da ideologie radicali. I giovani musulmani firmatari della lettera chiedono a tutti di sostenere politiche che favoriscano lo sviluppo e i diritti umani e di rispettare i contributi di tutti, sia musulmani che persone di altre fedi, per le loro società e per la civiltà mondiale. Il contenuto di questa lettera sembra essere molto in sintonia con lo spirito della Giornata del Rinnovamento e della Riconciliazione, istituita da Obama per il 20 Gennaio di ogni anno come festa nazionale americana.

giovedì 22 gennaio 2009

A Bamako in Mali un forum internazionale sul multilinguismo

Difendere e promuovere la diversità linguistica come un valore per costruire una società umanamente più ricca. Questo potrebbe essere lo slogan di un evento "linguistico" molto importante che si è svolto a Bamako, capitale del Mali: il Forum internazionale sul multilinguismo. Il forum è stato organizzato dal Centro di ricerca sulla diversità linguistica Maaya e dall'Accademia africana delle lingue (Acalan) dell'Unione Africana (UA). Vi hanno partecipato più di 100 tra insegnanti, docenti universitari e rappresentanti di numerosi istituti culturali di tutto il mondo. Durante i lavori è stato messo in luce come la pluralità di culture e di idiomi non sia una fonte di divisione tra le varie comunità, ma sia anzi un ingrediente fondamentale per costruire una società più giusta, più solida e più sicura. Il legame con le proprie radici culturali e sociali infatti rafforza i membri di una comunità e la loro capacità di costruire un rapporto dialettico e fruttuoso con altre comunità. Al forum sono stati anche affrontati i temi della preservazione degli idiomi che rischiano di andare perduti, del diritto di tutti ad apprendere la propria lingua materna, e del rapporto specifico tra le lingue dell'Africa e quelle europee, tema a cui probabilmente nei prossimi mesi si dedicherà un altro convegno. (fonte Misna)

giovedì 15 gennaio 2009

Ricordare tutte le guerre per non dimenticarle

Ogni volta che nel mondo scoppia una nuova guerra, i grandi mezzi di informazione dedicano ad esssa ampio spazio. Questo succede per i primi giorni del conflitto. Successivamente, lo spazio e la priorità dati a quella guerra vanno progressivamente a diminuire fino, talvolta, a scemare del tutto. Tanto è vero che ci si potrebbe chiedere se la visibilità data ai nuovi conflitti nella loro esplosione iniziale dipende dalla effettiva loro gravità e importanza o dal fatto che essi costituiscano una novità. E' successo anche con la terribile guerra di questi giorni nella Striscia di Gaza. Talvolta, nei peggiori casi di disinformazione, alcune guerre non vengono neanche citate dai grandi media, se si trovano in paesi poco importanti nell'ottica della politica e dell'economia mondiale. Per chi però ha a cuore la pace sempre e ovunque, è importante conoscere e rimanere aggiornati su tutte le situazioni di guerra presenti al mondo, e, laddove possibile, contribuire a diffondere questa conoscenza e questa memoria. A oggi vi sono guerre in Palestina, Iraq, Afghanistan, Kurdistan, Cecenia, Georgia, Algeria, Ciad, Darfur, Costa d’Avorio, Marocco, Nigeria, Somalia, Uganda, Burundi, Congo (R.D.), Angola, Pakistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Nepal, Birmania, Indonesia, Filippine, Colombia, Perù, Mali, Shara occidentale, Abkhazia, Najoro Kerark, Sud Thailandia, West papua, Kasher, Libano, Corea del Nord, Azerbaigian e Turchia. Ma situazioni conflittuali probabilmente ci sono anche in altri paesi. Qui si può trovare un elenco di tutti i paesi in cui c'è una situazione di conflitto.