giovedì 26 novembre 2009

Qui Milano Libera, la Milano che resiste e che fa democrazia

Si chiama Qui Milano Libera ed è un gruppo di persone che, nella città in cui vivono, cioé Milano, si dà da fare per promuovere una partecipazione continua, critica e costruttiva alla vita democratica del nostro paese, e per fare, come loro dicono, "resistenza culturale" al degrado morale, civile e politico del nostro paese. Hanno un blog, che ha il nome di uno dei principali protagonisti del gruppo, dove scrivono per difendere la nostra costituzione e fare una critica puntuale, severa e dettagliata agli atteggiamenti del potere e dei potenti di turno quando essi sono intrisi di ingiustizie, di falsità e di ipocrisie. Vogliono difendere i diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione e vogliono ritornare a promuovere una democrazia partecipata che parte dal basso e che è legata al territorio. Ogni settimana infatti si trovano in una piazza di Milano e fanno quella che loro chiamano l'Agorà, cioé un incontro pubblico tra la gente che cammina per le strade della città, in cui ciascuno può prendere la parola e dire la sua sui temi che reputa importanti. E' un modo per partecipare, per dire: io ci sono, e per sensibilizzare gli altri cittadini sui temi che li riguardano. Inoltre organizzano incontri e manifestazioni su temi di interesse pubblico e sollecitano i politici con domande dirette nei loro incontri pubblici. Oltre alla città di Milano, vi sono anche altre città in cui altre persone, con lo stesso spirito, portano avanti gli stessi obiettivi. A Bologna, Lecco, Roma, Torino e Matera, persone che condividono la stessa "premura democratica" si danno da fare per promuovere democrazia partecipata nelle loro città.

giovedì 19 novembre 2009

Nuova Zelanda, Danimarca e Singapore i paesi nel mondo percepiti come meno corrotti

Transparency International, organizzazione non governativa con sede a Berlino che dal 1993 opera per combattere la corruzione nel mondo, ha stilato la sua classifica annuale legata all'Indice di percezione della corruzione (CPI) del settore pubblico di 180 paesi nel mondo. L'Indice di percezione della corruzione è un punteggio da 0 a 10 che sta ad indicare il livello di percezione della corruzione che si ha a proposito di un determinato paese. Tale punteggio viene assegnato sulla base dell'analisi di 13 elementi costituiti da business reports, ricerche e opinioni di esperti. I punteggi alti indicano bassi livelli di percezione di corruzione, mentre i punteggi che tendono verso lo 0 indicano una percezione di elevata corruzione. Secondo questa classifica il paese in cui è percepito il più basso livello di corruzione è la Nuova Zelanda, con un punteggio di 9,4, seguita da Danimarca, 9,3, e Singapore, 9,2. E l'Italia? Si trova al 63° posto, con un punteggio di 4,3. Il nostro paese è dietro a paesi africani come Botswana (5,6), che viene percepito come il paese meno corrotto del continente africano, Sudafrica (4,7) e Namibia (4,5). I paesi con il più basso livello di percezione di corruzione dell'Amercia latina sono Cile e Uruguay, entrambi con un punteggio di 6,7, mentre Cuba in questa classifica si trova due posizioni più su dell'Italia. Gli USA sono 19° in classifica con un punteggio di 7,5. All'ultimo posto della classifica del CPI si trova la Somalia, preceduta di poco da Afghanistan, Myanmar, Sudan e Iraq. Sebbene i dati del CPI siano da prendere con le molle e siano relativi alla percezione della corruzione più che alla corruzione stessa, essi possono essere indicativi e utili per prendere coscienza della diffusione e della geografia della corruzione in tutto il mondo, sfatando anche falsi luoghi comuni sulla differenza del livello di corruzione tra paesi economicamente più avanzati e paesi più poveri. Per vedere la mappa con tutti i punteggi di CPI nel mondo, si può andare a questa pagina, mentre per avere ulteriori informazioni su Transparency International e sull'Indice di percezione della corruzione, si può visitare il sito dell'Organizzazione.

giovedì 12 novembre 2009

Presentate le firme per la difesa dei diritti dei migranti in Libia

Sono state consegnate in settimana agli uffici di rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo e Commissione Europea, con la presenza di UNHCR, le 18.000 firme raccolte da Come un uomo sulla terra e Fortress Europe per chiedere che venga avviata un'inchiesta internazionale sulle modalità di controllo dei flussi migratori in Libia in seguito agli accordi bilaterali con il governo italiano e che venga inviata una missione umanitaria in Libia per verificare la condizione delle persone detenute nelle carceri e nei centri di detenzione per stranieri. Si tratta di un'iniziativa volta a chiedere con forza il rispetto dei diritti dei migranti in Libia, che mira anche a un incontro di sensibilizzazione su questo tema con i presidenti di Camera e Senato del nostro Paese. Le firme che i promotori della petizione hanno raccolto sono di persone che da circa un anno sentono di dover alzare la propria voce e di fare qualcosa per fermare l'azione politica congiunta del nostro governo e del governo di Tripoli, che non è rispettosa dei più elementari diritti delle persone che fuggono dal loro paese in cerca di un futuro migliore. Un modo anche per ripristinare il diritto di ognuno di noi di conoscere la verità dei fatti su fenomeni che coinvolgono in maniera drammatica migliaia e migliaia di persone.

giovedì 5 novembre 2009

Corso per mediatori internazionali di pace: settima edizione a Bertinoro

Si ripete ormai da 7 anni ed è un appuntamento che richiama sempre di più l'attenzione delle istituzioni e di comuni cittadini interessati a dare un contributo personale e concreto alla pace negli scenari internazionali ancora colpiti da guerre. E' il Corso per mediatori internazionali di pace organizzato da Pax Christi Italia, dall'Associazione Locale Obiezione e Nonviolenza - Gruppo di Azione Nonviolenta Forlì-Cesena, e dall'ISCOS-Cisl di Forlì-Cesena. Anche quest'anno il corso si terrà a Bertinoro e durerà da giovedi 26 novembre a domenica 29 novembre. L'obiettivo è quello di fornire ai partecipanti i primi strumenti di base per implementare e gestire modalità di soluzione nonviolenta dei conflitti, attraverso lo strumento dei Corpi Civili di Pace, che lavorano per la risoluzione dei conflitti attraverso azioni nonviolente quali la prevenzione, il monitoraggio, la mediazione, l’interposizione e la riconciliazione. Durante i 4 giorni di corso è prevista anche una serata pubblica aperta alla cittadinanza nel Museo Interreligioso del CEUB, il Centro residenziale universitario di Bertinoro. La serata, prevista per il 27 novembre alle ore 21, sarà dedicata alle esperienze di Interventi Civili di Pace in zone di conflitto. Per chi fosse interessato al corso, qui è possibile trovare tutte le informazioni utili.