giovedì 30 dicembre 2010

Stop ai sacchetti di plastica: dal 1° gennaio 2011 non sono più commercializzabili

Su questo blog avevo comunicato a settembre l'iniziativa di Legambiente per impedire che il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica, previsto a partire dal 1 gennaio 2011, venisse prorogato dal governo italiano, a causa delle pressioni degli industriali che lavorano in questo settore; a ottobre avevo pubblicato un altro post per dire che forse ce sa li sarebbe fatta a far rispettare quella scadenza, anche grazie alla raccolta firme promossa da Legambiente. Ebbene oggi c'è la buona notizia che effettivamente la scadenza del 1° gennaio verrà rispettata; dal primo giorno del 2011 non sarà più possibile commercializzare i sacchetti di plastica, e i cittadini italiani dovranno usare quelli che hanno già oppure iniziare a dotarsi di sacchetti di carta o di tessuto. Un bel traguardo, ottenuto anche grazie alle circa 100.000 firme alla petizione lanciata da Legambiente; un risultato importante, se si pensa che l'anno scorso sono state prodotte più di 260 mila tonnellate di sacchetti di plastica, con un consumo di petrolio paragonabile a quello usato per 160 mila automobili; sono numeri che fanno comprendere come un piccolo gesto di ciascuno, come quello di passare dal sacchetto di plastica a uno fatto con un materiale diverso, possa provocare grandi cambiamenti, questa volta a difesa del nostro ambiente e della nostra salute.

giovedì 23 dicembre 2010

Campagna contro la corruzione di Libera e Avviso Pubblico

Libera e Avviso Pubblico hanno lanciato, dall'8 dicembre scorso, una campagna contro la corruzione e per la restituzione alla collettività dei beni confiscati ai corrotti. Obiettivo della campagna è quello di raccogliere 1 milione e mezzo di firme da mandare al Presidente della Repubblica perché intervenga, nelle modalità che riterrà opportune, affinché il governo e il parlamento ratifichino e diano concreta attuazione ai trattati e alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie relative alla lotta contro la corruzione, e alle normative contenute nella legge finanziaria del 2007 per la confisca dei beni ai corrotti e per un loro riutilizzo socialmente utile. Coloro che desiderano firmare l'appello di Libera e Avviso Pubblico, possono farlo online, partendo da questa pagina, in uno dei 300 luoghi d'Italia adibiti alla raccolta firme, di cui si può trovare l'elenco diviso per regione qui, o in uno dei 400 negozi di Altromercato e Botteghe del Mondo presenti nel nostro paese. La campagna prende le mosse dalla situazione reale e preoccupante in cui si trova l'Italia riguardo alla corruzione, che costa ai cittadini italiani circa 50-60 miliardi di euro; la corruzione quindi priva gli italiani di risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare la qualità della loro vita e dei servizi pubblici a loro offerti, blocca l'economia in quanto soffoca la libera concorrenza e corrode la cultura democratica e civile su cui si basa il nostro stato di diritto. Su questa pagina si può leggere l'intero appello delle due associazioni promotrici dell'iniziativa e dare la propria firma.

giovedì 16 dicembre 2010

Coltivare e vendere arance in modo onesto e legale in Calabria

Rispetto dei diritti dei lavoratori, italiani e stranieri, assunzioni in regola, osservanza dei disciplinari di produzione biologica, garanzia della qualità dei prodotti trattati, un no deciso a ogni forma di collusione con 'ndrangheta e malaffare. Sembrerebbero i requisiti che ogni attività commerciale italiana dovrebbe avere, ma che purtroppo, soprattutto in alcune zone del nostro paese, spesso sono disattesi. Chi invece cerca di perseguire questi obiettivi, e per di più in Calabria, è il Consorzio Sociale GOEL, nato dall'esperienza di impegno dei membri della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Locri-Gerace. Questo consorzio ha recentemente lanciato il progetto Goel Bio, che nasce come cooperativa agricola sociale e che opera sia nel mercato agricolo che in quello energetico. Scopo di Goel Bio è, in campo energetico, di promuovere progetti di produzione energetica sostenibili e rispettosi dell'ambiente, in campo agricolo, di raggruppare e sostenere i produttori agricoli della Locride e della Piana di Gioia Tauro, che garantiscano l'applicazione di quei requisiti citati all'inizio, riassumibili forse in 3 parole: qualità, eticità e legalità. Goel Bio punta anche alla valorizzazione dei prodotti tipici del posto e quindi alla promozione del territorio locale, e favorisce una distribuzione dei prodotti che salti i passaggi degli intermediari, per puntare a un rapporto sempre più diretto e personale tra produttore e consumatore. Ma quali sono questi prodotti "puliti" offerti da Goel Bio? Principalmente arance biologiche, di diversi tipi, e olio extra-vergine biologico. Per conoscere più da vicino il Consorzio Sociale GOEL si può visitare il sito del consorzio, mentre qui è possibile raccogliere altre informazioni sul progetto Goel Bio e sui prodotti trattati.

venerdì 10 dicembre 2010

Una suonata di campane per sostenere i diritti umani

Oggi, 10 dicembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti umani, una ricorrenza voluta dall'ONU per ricordare la firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e per sensibilizzare in modo costante il mondo intero sull'importanza di difendere i diritti umani in ogni parte del mondo. Quest'anno, in occasione di tale ricorrenza, è stata lanciata qui in Italia anche un'iniziativa particolare: suonare in contemporanea le campane d'Italia e d'Europa per lanciare un messaggio musicale forte e armonioso a difesa dei diritti umani. A lanciare l'iniziativa è stato il Gruppo Campanari di Arrone, un paese in provincia di Terni, che alle ore 20 di oggi inizierà a suonare le campane del proprio campanile, per dare il la ad altre decine e decine di campane in giro per l'Italia e per l'Europa, di paesi e comuni che hanno aderito all'iniziativa, patrocinata dal comune di Arrone, dalla provincia di Terni, dal Consiglio Regionale dell'Umbria e da diverse associazioni. Le campane e l'arte di suonarle rappresentano, in Italia e in altri paesi, un pezzo importante di storia e di cultura; con questa iniziativa la difesa molto attuale dei diritti umani si lega a un'arte antica, come a voler sottolinerare che la sensibilizzazione e l'impegno per la difesa dei diritti umani nel mondo costituisca un'evoluzione positiva della storia e della cultura umana. Altre informazioni sull'iniziativa si possono trovare sul sito dei Campanari di Arrone.

giovedì 2 dicembre 2010

Appello per salvaguardare il controllo democratico dell'export italiano di armi

Nelle settimane scorse abbiamo rischiato che nel parlamento italiano passasse un emendamento che introduce la possibilità, per il governo, di modificare liberamente, senza il passaggio parlamentare, la legge 185/90, che invece pone il commercio italiano di armi all'estero sotto il controllo democratico del parlamento e dei cittadini, e non solo del governo. Questo emendamento, inserito all'interno della legge cosiddetta "Comunitaria 2010", che serve per ratificare una serie di disposizioni europee, mira a consentire al governo di avere dal parlamento una delega per modificare la legge, ridurre i controlli e i limiti sulle esportazioni di armamenti, e per poter quindi far crescere l'esport di armi italiane a suo piacimento, con il solito pretesto di snellire le procedure burocratiche. Contro questo emendamento s'è levata la voce critica di una parte della società civile e soprattutto di 2 movimenti italiani, la Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace, che si impegnano costantemente per la promozione della pace e per la riduzione progressiva di tutti i tipi di armi nel mondo. Per contrastare l'approvazione di questo emendamento, questi due movimenti hanno lanciato un appello pubblico che ogni cittadino italiano può sottoscrivere e inviare a senatori e deputati della propria regione, per invitarli a non votare l'emendamento. Grazie a questa pressione di questa parte della società civile, il voto dell'emendamento, in programma per il 23 novembre scorso, è stato rinviato, ma conviene tenere alta l'attenzione sul tema per evitare che l'emendamento passi; per questo, per chi volesse aderire a questa azione e firmare l'appello, può farlo qui.

giovedì 25 novembre 2010

Genitori Antismog, la Milano che si impegna per un ambiente più sano

Si chiama Genitori Antismog (GAS) ed è un'associazione milanese costituita da persone che si impegnano perché l'ambiente in cui vivono sia sempre più sano e meno inquinato. L'associazione svolge la sua attività prevalentemente a Milano, ma per forza di cose le sue lotte, le sue azioni e le sue riflessioni impattano anche altre realtà territoriali. La mission dell'associazione è quella di promuovere attivamente una progressiva e continua riduzione dell'inquinamento a Milano e dintorni, e di sollecitare una politica ambientale che metta veramente al primo posto la salute dei cittadini. A questa pagina del sito dell'associazione è possibile leggere alcuni degli obiettivi che si pone l'associazione; tra questi l'allargamento del ticket antismog a tutti i veicoli, la diffusione e la crescita dell'uso dei mezzi pubblici, lo sviluppo di una rete di viabilità ciclabile che soddisfi le esigenze dei tanti ciclisti milanesi, la chiusura del centro storico alle auto, con la conseguente creazione di zone pedonali, la promozione di sistemi come il car sharing, l'uso delle targhe alterne, un lavaggio continuo e costante delle strade per diminuire il particolato, parcheggi d'interscambio nei punti di ingresso alla città, riduzione dell'inquinamento da riscaldamento, puntando soprattutto sulla riqualificazione energetica degli edifici. Tutto questo i Genitori Antismog di Milano si propongono di raggiungerlo attraverso una paziente opera di sensibilizzazione, interventi culturali, raccolta di ricerche e dati scientifici, e anche azioni concrete, come quella intitolata Siamo nati per camminare, un gioco di educazione alla mobilità sostenibile rivolto a tutti i bambini delle scuole primarie di Milano. Sul sito dell'associazione è possibile rimanere aggiornati sulle sue iniziative e consultare anche molti dati scientifici interessanti sul livello di inquinamento della città di Milano e sul suo impatto sulla salute dei cittadini.

giovedì 18 novembre 2010

La battaglia dei popoli indigeni della valle dell'Omo contro la diga che li minaccia

Il fiume Omo è un fiume etiope che corre per più di 700 km nell'area meridionale del paese, partendo dai circa 2.500 metri di altezza delle sue sorgenti sugli altopiani etiopi per arrivare ai circa 500 metri di altezza del fiume Turkana, dove il fiume sfocia, al confine con il Kenya. Lungo questo fiume vivono diverse comunità di popoli indigeni, per un totale di circa 200.000 persone. Alcuni di questi popoli vivono proprio lungo il fiume, come i Bodi (Me’en), i Daasanach, i Kara (o Karo), i Kwegu (o Muguji), i Mursi e i Nyangato, altri, come gli Hamar, i Chai e i Turkana, vivono un poco più distante. Tutte queste comunità, e in modo particolare quelle che abitano le sponde dell'Omo hanno un modello di sussistenza che si basa sulle esondazioni periodiche del fiume Omo, che, riversando le sue acque e il suo humus sulle terre circostanti, rende queste fertili e coltivabili; grazie a queste esondazioni questi popoli etiopi possono coltivare sorgo, mais e fagioli, a cui si aggiungono e si alternano le coltivazioni a rotazione nelle foreste pluviali e la pastorizia nelle savane o nei pascoli, generati sempre dalle esondazioni. Nell'area del fiume Omo sono state create due parchi naturali nazionali e il suo bacino rientra nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco per la sua importanza geologica e archeologica. Nonostante tutto questo, dal 2006 l'azienda energetica etiope, la EEPCo, e la società italiana Salini Costruttori, in accordo con il governo etiope, ha iniziato la costruzione di una grossa diga, che dovrebbe raggiungere i 240 metri d'altezza, nella zona settentrionale del fiume. La diga, denominata Gibe III, potrebbe, secondo quando sostiene Survival, l'associazione che si batte in difesa dei popoli indigeni, determinare una drastica riduzione della portata del fiume Omo e interrompere il ciclo naturale delle sue esondazioni. Di conseguenza le economie di sussistenza dei popoli indigeni della valle dell'Omo rischiano di collassare, e sarebbe seriamente compromessa la sicurezza alimentare di almeno 100.000 persone. Oltre ai danni per le popolazioni indigene della valle dell'Omo, la diga Gibe III potrebbe anche compromettere seriamente la capacità di sostentamento dei popoli che vivono in riva al lago Turkana, come i Turkana e i Rendille, in quanto il livello delle sue acque potrebbe scendere drasticamente a causa della diminuzione della portata del fiume Omo, che con le sue acque porta il 90% dell'acqua che si trova nel lago Turkana. Oltre a ciò, sembra che l'appalto per il progetto della diga sia stato dato in violazione della legge etiope, in quanto sarebbe stato assegnato senza regolare gara d'appalto, e non sarebbero state realizzate preventivamente le necessarie valutazioni di impatto ambientale e sociale del progetto, cosa che invece sarebbe stata fatta, con forti dubbi sulla loro oggettività, a lavori già iniziati da un'agenzia milanese; il tutto senza consultare le popolazioni indigene, come invece sembra che la legislazione etiope richiederebbe. Il progetto della diga Gibe III, arrivato a un terzo dei suoi lavori, ora aspetta i finanziamenti per andare avanti, finanziamenti che potrebbero arrivare anche dal governo italiano, oltre che da una banca cinese, mentre la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che inzialmente doveva erogare un credito per la realizzazione del progetto, ora ha rinunciato a finanziare la diga, dopo le proteste internazionali e la presa di coscienza dei pericoli relativi alla sicurezza alimentare dei popoli indigeni della valle dell'Omo derivanti dal progetto della diga. Sul sito di Survival, è possibile rimanere aggiornati sulla situazione, raccogliere altre informazioni sul progetto e, soprattutto, sui popoli indigeni della valle dell'Omo, e si può partecipare all'azione di difesa di questi popoli firmando la petizione internazionale promossa dall'associazione, insieme anche ad altre associazioni, spedendo una lettera al Ministro degli Esteri italiano per chiedere di negare i finanziamenti per la diga, almeno fino a quando non verranno fatti studi più approfonditi sull'impatto ambientale, sociale ed economico del progetto sulle popolazioni indigene, o facendo una donazione.

venerdì 12 novembre 2010

Raccolta differenziata per le pile e le batterie scariche

Forse non tutti lo sanno, e anche se lo sanno, magari continuano a fare come se non lo sapessero, spesso non per colpa loro, ma per oggettiva carenza di informazioni a riguardo. Quando dobbiamo buttare via pile e batterie usate e scariche, dovremmo farlo non gettando queste nella pattumiera generalizzata, nell'umido o nella plastica. Anche delle pile e delle batterie è bene fare una raccolta differenziata. In tutte le città dovrebbero esistere dei punti raccolta con contenitori riservati a questo genere di prodotti. A questa pagina per esempio potete trovare i punti vendita autorizzati di Milano che hanno questi contenitori, cosiddetti "contenitori pile da banco"; magari l'elenco non è aggiornatissimo, ma dà comunque un'idea di come possa non essere cosi difficile trovare non lontano dalla propria abitazione un negozio dove poter lasciare le pile e le batterie da buttare. Nel caso in cui nella propria città questo elenco mancasse, è bene andare a buttare pile e batterie in un centro raccolta della società che si occupa della raccolta rifiuti in quella città, come si fa per frigoriferi, lavatrici, televisori e altri oggetti più ingombranti che contengono materiali inquinanti. Si, perché anche quegli oggetti piccoli e apparentemente innocui come le pile e le batterie, contengono materiali inquinanti che vanno trattati in modo adeguato perché non rovinino l'ambiente in cui viviamo.

giovedì 4 novembre 2010

Corso per mediatori internazionali di pace, al via l'ottava edizione

Si terrà a Bertinoro dal 2 al 5 dicembre prossimo l'ottava edizione del Corso per mediatori internazionali di pace. Il corso intende proporre soluzioni e percorsi per la risoluzioni dei conflitti, soprattutto a livello internazionale, che siano nonviolenti e che non facciano ricorso alla guerra e alle armi, fornendo le adeguate conoscenze teoriche e pratiche per interventi civili nelle aree di conflitto e migliorando cosi le capacità operative nella gestione dei conflitti. Al centro di questa proposta didattica il tema della nonviolenza e dei corpi civili di pace. Il corso è rivolto a cittadini, operatori e associazioni che si vogliono impegnare in varie zone del mondo per proporre la soluzione di situazioni conflittuali con modalità pacifiche e nonviolente, basate sul dialogo e sulla comprensione e sulla risoluzione dei problemi che generano i conflitti. Il Corso per mediatori internazionali di pace "Bertinoro 2010" è organizzato da A.L.O.N.-G.A.N. Forlì-Cesena (Associazione Locale Obiezione e Nonviolenza - Gruppo di Azione Nonviolenta). Sul sito dell'associazione è possibile raccogliere tutte le informazioni necessarie per chi volesse partecipare al corso.

giovedì 28 ottobre 2010

Il 13 Novembre tutti in piazza per la gestione pubblica dell'acqua in Lombardia

L'appuntamento è per sabato 13 novembre in Piazza Duca D'Aosta a Milano dalle ore 10 alle ore 13. Il motivo della manifestazione è quello di chiedere al Consiglio della Regione Lombardia di non approvare un progetto di legge che è volto ad applicare il cosiddetto Decreto Ronchi sulla privatizzazione dell'acqua e che, se approvato, rischierebbe di far passare la gestione dell'acqua e dei servizi idrici lombardi nelle mani dei privati. La manifestazione è stata organizzata dal Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica, e vedrà la partecipazione, in primis di tutti i cittadini lombardi che non vogliono che l'acqua diventi oggetto di profitto per pochi a scapito dei cittadini, e poi, dei consiglieri regionali e dei sindaci lombardi che sono contro questo progetto di legge. Purtroppo tale iniziativa legislativa del Consiglio Regionale lombardo arriva dopo che, nella raccolta firme per mantenere la gestione pubblica dell'acqua, ben 237.000 lombardi sono andati a firmare, sul milione e 400 mila di italiani che hanno firmato, e dopo che, nel passato, già cittadini e comuni s'erano ribellati a proposte di legge regionali che spingevano verso la privatizzazione dell'acqua, come la n. 21/1998 e la n. 18/2006; contro quest'ultima la delibera di ben 144 consigli comunali della Lombardia aveva importo al Consiglio Regionale la modifica della legge per reintrodurre l'affidamento dei servizi idrici ad aziende pubbliche. Tra l'altro molte attuali gestioni pubbliche dell'acqua in Lombardia sono virtuose e vengono prese a modello, sia in Italia che in Europa, per cui non si vede proprio la necessità di cambiare. Quindi il 13 Novembre tutti in piazza a Milano per la difesa dell'acqua pubblica in Lombardia; qui potete leggere il volantino della manifestazione.

giovedì 21 ottobre 2010

Stop ai sacchetti di plastica: forse dal 1° gennaio 2011 sarà effettivo

Ho pubblicato qualche settimana fa sul blog un post dove parlavo della petizione promossa da Legambiente per chiedere che il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili fosse reso effettivo dal 1° gennaio 2011 e non fosse rimandato nel tempo. Ebbene, sembra che cosi effettivamente sarà. Il Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente ha infatti reso noto che è intenzione del governo italiano rispettare la scadenza del 1° gennaio 2011. Si tratta di un passo importante per continuare a camminare sulla via della riduzione dei rifiuti non biodegradabili e della raccolta differenziata. Adesso speriamo che alle parole facciano seguito i fatti e che effettivamente dal primo giorno dell'anno prossimo non siano più in giro i sacchetti di plastica non biodegradabili. Nel frattempo si deve lavorare per recuperare e smaltire i sacchetti di plastica che sono ancora in giro.

giovedì 14 ottobre 2010

L'Osservatorio TG, per capire cosa dicono e cosa non dicono i telegiornali italiani

Si chiama Osservatorio TG ed è gestito da Reporter senza rete. E' un gruppo di persone che ogni giorno guardano i principali telegiornali italiani e fanno un'analisi su quello che dicono, quello che non dicono, sul tempo dedicato alle singole notizie e sul modo con cui esse vengono date. Il frutto quotidiano del lavoro dell'Osservatorio lo si può trovare ogni giorno sul sito di Articolo 21, e comprende 3 file audio contenenti rispettivamente l'osservatorio, l'analisi e il commento dei TG del giorno precedente; l'analisi la si può leggere anche sulla pagina web del sito e in formato pdf. Questo osservatorio può essere uno strumento prezioso per capire diverse cose sul mondo dell'informazione televisiva in Italia. Si può capire quali notizie i TG considerano "da trasmettere" e quali no, cosa ritengono più importante, il livello di completezza delle informazioni date, sui singoli fatti e complessivamente, il livello di oggettività nella descrizione delle notizie, e anche il grado di influenzamento politico subito dai singoli TG. Particolarmente interessante è la parte di osservatorio dedicata alle notizie non date, come quella del 54° suicidio in carcere avvenuto il 12 ottobre scorso.

giovedì 7 ottobre 2010

5 comuni italiani premiati per progetti di energia rinnovabile

Ogni anno a Bolzano si tiene Klimaenergy, una fiera sulle energie rinnovabili per usi commerciali e pubblici. E ogni anno in questa occasione si assegna un premio, il Klimaenergy Award, ai comuni italiani che si sono distinti per progetti volti al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. A vincere il premio 2010 sono stati il comune di Dobbiaco, a Bolzano, e di Santa Luce, a Pisa, per la categoria dei comuni al di sotto dei 20.000 abitanti, Pisa e Sassuolo, per la categoria dei comuni che hanno dai 20.000 ai 150.000 abitanti, e il comune di Torino, per la categoria dei comuni con più di 150.000 abitanti. Le motivazioni della scelta di questi comuni si possono trovare nella pagina del sito di Klimaenergy dedicata al premio, nella sezione Press News, in basso a destra nella pagina. Il Klimaenergy Award si pone l'obiettivo di segnalare esempi virtuosi in tutta Italia per sottolineare l'importanza degli enti locali per la promozione dell'energia rinnovabile nel nostro paese, per evidenziare come spesso progetti di energia rinnovabile vogliano anche dire sviluppo economico per il territorio su cui vengono realizzati, e per sensibilizzare sul rispetto delle risorse locali che spesso viene assicurato da progetti energetici basati su fonti rinnovabili.

giovedì 30 settembre 2010

Survival International, per la difesa dei diritti dei popoli indigeni

Si chiama Survival International e la sua missione è quella di difendere la sopravvivenza e i diritti di tutti quei popoli indigeni che, in tante parti del mondo, dal Brasile all'India, dall'Africa alla Siberia, sono minacciati da progetti di sviluppo economico che mettono il guadagno per imprese private e governi davanti alla vita di questi popoli, considerandati spesso un disturbo e un ostacolo alla libera iniziativa economica. Survival International interviene a fianco di questi popoli attraverso tre tipologie di azioni: educativa, legale e politica. L'azione educativa e di sensibilizzazione viene rivolta a tutti i cittadini del mondo, bambini e adulti, per sensibilizzare sull'importanza di salvaguardare le minoranze etniche di tutto il mondo e di mantenere una ricchezza di civiltà e di culture in questo nostro mondo. L'azione legale mira a difendere nelle sedi più opportune i diritti fondamentali dei popoli minacciati, diritti che spesso sono, o dovrebbero essere, già tutelati dal diritto internazionale. L'azione politica consiste in campagne attive che, attraverso invio di lettere, mobilitazioni, manifestazioni e azioni di pressione politica esercitata su governi e imprese, mira a salvare le minoranze etniche nei momenti d'emergenza in cui essi sono minacciati da iniziative ravvicinate nel tempo. Per conoscere meglio la storia e le iniziative di Survival International, questo è il suo sito internazionale, mentre questa è la versione italiana.

giovedì 23 settembre 2010

Cucine solari per i paesi più poveri

In alcuni paesi dell'Africa subsahariana la frequente siccità, la crescente deforestazione e la continua desertificazione stanno rendendo ancora più difficile la lotta per la vita di milioni di persone che già vivono da tempo in condizioni di estrema povertà. Alla fame, alla sete e alla mancanza di un futuro migliore in cui sperare, da anni si è aggiunto anche un altro problema, quello del reperimento della legna da usare per produrre fuoco e calore. Con la deforestazione e la desertificazione, per alcuni abitanti delle regione centrali dell'Africa è sempre più difficile trovare legna da bruciare e talvolta essi la devono pagare più del cibo che cuociono con essa. Da qui è nata l'idea di portare in questi paesi delle cucine solari montabili che possano offrire la stessa energia della legna bruciata, ma utilizzando la risorsa gratuita del sole. A concretizzare l'idea è stato il Gruppo di Aiuto e Formazione Professionale di Altotting, in Germania, che da allora ha continuato a lavorare per rendere sempre più efficaci le cucine solari. A oggi più di 15.000 di queste cucine solari sono state distribuite in oltre 80 paesi del mondo, dove sono stati anche organizzati corsi per insegnare a montarle e usarle; ma ci vorrebbero circa 200 milioni di queste cucine per risolvere il problema della mancanza di legna dei paesi più poveri. Queste cucine, oltre ad avere il grosso vantaggio di utilizzare una fonte di energia gratuita, sono anche poco costose, facili da trasportare e da montare, e non necessitano di una grande manutenzione. Esse abbisognano solo di insolazione e di uno spazio sgombro protetto dal vento; di modo che il riflettore concentri i raggi del sole sulla pentola e la riscaldi; queste cucine possono raggiungere le stesse temperature delle cucine tradizionali, e quindi, oltre a cucinare, permettono di infornare e friggere. In Italia c'è un'associazione, a Trezzano sul Naviglio, che si chiama Oltre il confine, che si propone di finanziare e effettuare il trasporto e l'installazione di queste cucine solari paraboliche nei campi profughi, nelle scuole e nelle comunità rurali di Niger e Burkina Faso. Sul sito dell'associazione si può contribuire alla diffusione di queste cucine.

giovedì 16 settembre 2010

Le città più ciclabili secondo Legambiente

Secondo il rapporto di Legambiente L'a-bici, presentato a Padova in occasione dell'Expobici 2010, Reggio Emilia e Lodi sono le città più ciclabili d'Italia. Il parametro su cui Legambiente ha misurato la ciclabilità dei capoluoghi italiani, è l'indice di ciclopedonalità, che misura i risultati ottenuti dalle amministrazioni locali nel favorire e integrare i sistemi di spostamento più sostenibili, al centro dei quali vi è la bicicletta. Secondo questo parametro Reggio Emilia è la città dove ci sono, per ogni 100 abitanti, oltre 30 metri di percorsi ciclabili, in cui rientrano piste ciclabili vere e proprie, zone pedonali e zone con moderazione di velocità a 30 km/h. La più alta densità di piste ciclabili si trova invece a Padova. Tra gli altri casi da prendere a modello ci sono Ferrara e Bolzano, che hanno una percentuale di persone che in città si muovono in bici pari circa al 30% della loro popolazione. In generale nei capoluoghi italiani le piste ciclabili hanno raggiunto i 3.227 km, un numero che costituisce circa il triplo dei km che erano presenti nel 2000; il che vuol dire circa 13,3 km per ogni 100 km quadrati; un dato positivo ma non sufficiente, considerando che invece i km a disposizione per chi vuole muoversi in auto sono 222 ogni 100 km quadrati. Inoltre, nonostante il numero e la lunghezza di piste ciclabili siano aumentati, rimane pressochè invariato il numero di spostamenti urbani che avvengono in bicicletta; segno che non basta realizzare nuove piste ciclabili per far andare di più le persone in bicicletta, ma occorre anche una politica di integrazione con gli altri mezzi di trasporto, occorre garantire maggiore sicurezza ai ciclisti, realizzare più parcheggi dove lasciare in sicurezza la propria bici e disincentivare l'uso dell'automobile. Altri dati contenuti nel rapporto L'a-bici si possono trovare a questa pagina del sito di Legambiente, dove è possibile anche confrontare i dati italiani con alcuni dati europei.

giovedì 9 settembre 2010

Le comunità dei Dongria Kondh dell'Orissa e la difesa della montagna su cui vivono

In una regione orientale dello stato indiano dell'Orissa vivono delle comunità indigene che si chiamano Dongria Kondh; la loro casa naturale è costituita dalla montagna Niyamgiri, in inglese Niyamgiri Hills; sulle pendici di questa montagna i Dongria Kondh coltivano la terra, fanno crescere il loro raccolto e raccolgono i frutti che offrono loro spontaneamente gli alberi della foresta. Per i Dongria Kondh la montagna Niyamgiri è non solo fonte di vita, ma anche luogo sacro, è considerata la sedia su cui sta seduta la loro divinità, Niyam Raja, e viene da loro chiamata "la montagna della legge"; essi si considerano protettori di questa montagna, tanto che loro chiamano se stessi Jharnia, che vuol dire "Protettori delle correnti", che sarebbero i fiumi che scorrono lungo le pendici del Niyamgiri. Proprio su questa montagna una multinazionale, la Vedanta, voleva scavare una miniera per estrarre le ricche risorse di bauxite che si trovano nel sottosuolo; ciò avrebbe significato la fine per la vita tranquilla dei Dongria Kondh e per il loro rapporto sacro e intimo con la montagna. Dopo l'ok al progetto da parte della Corte suprema indiana, è arrivato invece lo stop da parte del Governo indiano, che ha giustificato la sua decisione dicendo che il progetto di estrazione della bauxite viola la legge sulle foreste e viola i diritti umani del popolo indigeno che lì vi vive. Si tratta di una importante vittoria per i Dongria Kondh, ma anche per una concezione umana di sviluppo economico rispettosa della storia e della tradizione delle persone e dell'ambiente in cui queste persone vivono. Sul sito di Survival International, il movimento internazionale che si batte per la difesa dei popoli indigeni e che ha dato il suo contributo per questa vittoria, si possono trovare altre informazioni sui Dongria Kondh e sulle loro battaglie, e si può vedere questo video, in inglese, con interviste ai Dongria Kondh.

giovedì 2 settembre 2010

Stop ai sacchetti di plastica: un appello per smettere subito di usarli

Stop ai sacchetti di plastica. Si chiama cosi l'appello che Legambiente invita a firmare e che è indirizzato al ministro dell'Ambiente italiano per invitarlo a non prorogare al 2011 il divieto all'utilizzo dei sacchetti di plastica, che doveva diventare già operativo quest'anno. La petizione mira a raccogliere quante più firme possibili entro il 31 ottobre 2010 per fare pressione per rendere subito operativa la normativa europea che vieta l'utilizzo di sacchetti di plastica non biodegradabili. I numeri che fotografano l'uso dei sacchetti di plastica in Italia e nel mondo sono effettivamente preoccupanti. Nel mondo ogni anno si consumano dai 500 ai 1.000 miliardi di sacchetti di plastica monouso; di questi il consumo italiano ammonta a circa 15 miliardi. Questo vuol dire che un italiano in media usa ogni anno circa 250 sacchetti. Se si pensa che ogni sacchetto comporta un consumo di 8 kg di co2, si capisce l'effetto benefico che ne trarremmo a non usarli più. Effetto benefico che ricadrebbe non solo su di noi esseri umani, ma anche sui tanti animali che sono vittime ogni anno della diffusione nei vari mari del mondo di rifiuti di plastica (si stima più di 1 milione all'anno di vittime tra animali e uccelli marini). Se si aggiunge che per essere completamente eliminati, i sacchetti di plastica si stima che richiedano centinaia di anni, e che costa molto di più smaltirli che produrli, allora conviene proprio mobilitarsi per non usarli più. E l'appello di Legambiente non è solo una richiesta al Governo italiano, ma anche una presa di impegno da parte da chi firma, per impegnarsi in prima persona a non usare più, fin da subito, sacchetti di plastica. In alcuni comuni italiani questo avviene già, e la rotta è tracciata, ma prima si arriva a uno stop effettivo in tutta Italia, e poi nel mondo, e meglio è. Qui è possibile leggere e aderire all'appello.

giovedì 26 agosto 2010

Per l'ONU l'acqua è un diritto umano essenziale

In mesi in cui in Italia c'è stata una forte mobilitazione contro una legge del Governo che spinge verso la privatizzazione dell'acqua, l'ONU ha approvato, lo scorso 28 luglio, una risoluzione importante in cui viene affermato che l'accesso all'acqua potabile e le condizioni igieniche necessarie per una vita sana sono diritti essenziali per lo sviluppo della vita umana. Si tratta di una risoluzione presentata da una ventina di stati di diversi continenti, molti dell'America Latina, e approvata da 122 stati, mentre gli astenuti sono stati 41 e non ci sono stati voti contrari. Qui è possibile leggere la risoluzione approvata, in 6 lingue diverse. Come si sa, spesso le risoluzioni dell'ONU poi vengono disattese dalle politiche dei governi nazionali, ma il fatto che d'ora in poi le popolazioni e le associazioni di tutto il mondo possano rifarsi a questa risoluzione per la difesa del diritto all'acqua, rappresenta un passo importante verso l'affermazione del principio secondo cui l'acqua è un bene pubblico cui tutti devono avere accesso, senza alcuna discriminazione. L'acqua va garantita a tutti, come bene primario sia per dissetarsi sia per mantenere un livello adeguato di igiene personale.

giovedì 5 agosto 2010

Anche facendo la spesa si può aiutare il popolo palestinese

Entrando nei nostri supermercati, è possibile trovare dei prodotti che vengono dai territori palestinesi occupati militarmente da Israele, e che quindi sono illegali, secondo molte risoluzioni e convenzioni internazionali, come spiegato in questa pagina. Questi prodotti di cui si parla sono per esempio quelli di Agrexco, una società partecipata anche dal governo israeliano, che produce ed esporta in tutto il mondo, e soprattutto in Europa, prodotti agricoli, prodotti agricoli che vengono anche dai territori occupati; la Agrexco infatti commercializza il 60-70% di tutti i prodotti provenienti dalle colonie israeliane; tra i brand noti di Agrexco vi sono Carmel, Coral e Alesia. Contro la commercializzazione dei prodotti Agrexco è sorto da diversi mesi tutto un movimento di sensibilizzazione a livello mondiale, presente anche in Italia con una rete che si chiama Stop Agrexco Italia, che è nata nell'ottobre del 2009 e che vede la partecipazione di decine di associazioni, tra cui Pax Christi Italia, Un Ponte Per, la Cgil, e tante altre ancora. Inizialmente, in seguito a questa spinta dalla società civile, la Coop aveva annunciato che aderiva allo stop della commercializzazione dei prodotti Agrexco, salvo poi tornare sui suoi passi, dopo l'accusa di antisemitismo lanciata da alcuni media. E vi sono anche tanti israeliani che, in tutto il mondo, hanno deciso di aderire a questa iniziativa, come segno di lotta per la difesa dei diritti umani del popolo palestinese; una di questi è la giornalista israeliana Amira Hass, che in quest'articolo spiega bene come nel fare la spesa si possa fare la propria parte a difesa dei palestinesi e contro l'occupazione israeliana. Andando sul sito di Stop Agrexco Italia si può rimanere aggiornati sullo stato delle varie iniziative promosse dalla rete e si può aumentare il proprio livello di conoscenza di alcuni prodotti presenti nei nostri supermercati, per sapere cosa comprare e cosa no.

giovedì 29 luglio 2010

Referendum sull'acqua pubblica: avanti forte!

Grande successo per la raccolta di firme per il referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici. Sono state infatti raccolte più di 1 milione e 400 mila firme, il più alto numero di firme raccolte per un referendum in tutta la storia repubblicana del nostro Paese. Questo fiume di firme di italiani che vogliono fermamente che l'acqua rimanga pubblica, sono state consegnate lo scorso 19 luglio alla Corte di Cassazione. Il referendum dovrebbe a questo punto tenersi l'anno prossimo, e allora saranno necessari almeno 25 milioni di italiani che voteranno si per i quesiti del testo referendario. Il Comitato promotore del referendum ora chiede al Governo di disporre, con un provvedimento legislativo, la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto sulla privatizzazione dell'acqua fino a che non si svolgerà il referendum, e altresì chiede alle amministrazioni locali di non tenere conto delle scadenze previste dallo stesso decreto, dal momento che la quantità delle firme raccolte e la velocità con cui sono state raccolte, sembra lanciare un segnale chiaro di cosa veramente vuole una parte cospicua della popolazione italiana. Tutti i movimenti per l'acqua faranno il punto ancora a settembre, quando si incontreranno in un'assemblea che si terrà probabilmente a Firenze nei giorni 18 e 19.

giovedì 22 luglio 2010

Marlon Santi e la lotta degli indigeni dell'Ecuador

In Ecuador esistono ben 3 movimenti che difendono i diritti delle popolazioni indigene: la Feini, d'ispirazione evangelica e nata intorno agli anni '90, la Fenocin, più vicina alle teorie del socialismo marxista, e la Conaie, che è meno vincolata a un'ideologia o a una fede religiosa, ma che cerca di difendere la vita in tutte le sue forme nei territori abitati dagli indigeni. A sua volta, la Conaie ha una struttura federale che raggruppa nelle diverse regioni del paese diverse associazioni: la Conaice sulla costa, l'Ecuarunari sulla Sierra, e il Confeniaie nelle regioni amazzoniche. Il leader della Conaie si chiama Marlon Santi, che viene dalla comunità indigena di Sarayaku. Con la sua comunità in passato ha portato avanti, e vinto, lotte importanti per la salvaguardia del suo popolo e della loro terra, come quella con cui ha respinto i tentativi di trivellazione e di accaparramento della terra da parte della Chevron e della CGC (Compagnia Generales Combustible), società petrolifera argentina, la cui vicenda viene raccontata nei dettagli in questa intervista. Marlon Santi ha vissuto, a causa delle sue battaglie, anche l'esperienza del carcere, e lavora molto per unire gli sforzi di autodeterminazione delle comunità indigene dell'America Latina; il suo movimento fa parte infatti del movimento più ampio La Alianza del Condor y del Aguila, che unisce le diverse realtà associative degli indigeni dell'America Latina per il riconoscimento dei loro diritti. Gli obiettivi del movimento di Marlon Santi, la Conaie, sono sostanzialmente 4, come spiega bene in questa intervista, in inglese: difendere la terra degli indigeni, la Pachamama, da qualsiasi tentativo di estrazione di materie prime, considerata dagli indigeni come dannosa per l'equilibrio della terra e per gli equilibri sociali del posto; lottare per liberare l'acqua dagli interessi privati, per riportarla pubblica e per poterne fare un uso più democratico; arrivare al riconoscimento delle comunità indigene come forme di governo locale, dotate del potere di decidere sul loro territorio e autorizzate a dialogare come istituzioni riconosciute con il governo centrale; portare il governo centrale dell'Ecuador a rispettare gli accordi internazionali sulla difesa delle comunità indigene. Per ulteriori approfondimenti, questo è il canale video del Conaie.

giovedì 15 luglio 2010

Città equosolidali, campagna per promuovere il commercio equo e solidale

Si chiama Città Equosolidali ed è una campagna che mira a impegnare comuni ed enti locali a promuovere e utilizzare essi stessi i prodotti del commercio equo e solidale, per favorire una sensibilizzazione sempre più profonda e radicata dell'importanza del commercio equo e solidale per riequilibrare gli squilibri economici che il mercato crea nel mondo, e per una diffusione sempre più capillare della circolazione di prodotti equo-solidali. La campagna è promossa da Fairtrade Transfair Italia, dal Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, dal Coordinamento nazionale agende 21 locali italiane, dall'Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale, da Legambiente e da Banca Etica. Con questa inziativa si invitano Comuni ed enti locali a iniziare ad usare i prodotti equo-solidali nei loro ambienti, nelle loro mense o rinfreschi e nei distributori automatici dei loro uffici, e a prendere iniziative volte a sensibilizzare i loro cittadini sul consumo critico e solidale. A questa pagina del sito sono spiegate le varie modalità con cui comuni ed enti locali possono aderire all'iniziativa, mentre in quest'altra pagina c'è l'elenco degli enti locali che hanno già aderito.

giovedì 8 luglio 2010

I comitati dei cittadini milanesi per un altro piano di governo del territorio

Lunedi scorso, 5 luglio 2010, un gruppo di cittadini milanesi è andato davanti a Palazzo Marino, sede del Comune, per chiedere un'altra idea di città rispetto a quella che emerge dal Piano di Governo del Territorio (PGT) che il consiglio comunale milanese sta discutendo e per cui c'è stata una lunga seduta proprio nella serata di lunedi. Il PGT attualmente in discussione prevede, tra le altre cose, nuove costruzioni per un totale di 23 milioni di metri cubi di cemento, una quantità pari a 220 grattacieli Pirelli, che potranno essere piazzati in tutte le aree della città. I partecipanti all'iniziativa di lunedi erano in gran parte membri dei numerosi comitati di quartiere nati a Milano in questi anni per partecipare attivamente alla vita della città e per difendere i propri interessi di cittadini. Uno dei comitati organizzatori è stato Vivi e progetta un'altra Milano, sul cui sito è possibile leggere l'appello dei comitati per la manifestazione di lunedi, l'intervento di Michele Sacerdoti, a nome della Rete dei Comitati Milanese, e altre informazioni sulle attività del comitato. Alla manifestazione hanno anche aderito docenti universitari, liberi professionisti e persone di cultura come Franca Rame, Dario Fo e Moni Ovadia. Tutti questi cittadini sono uniti nel chiedere, per il futuro di Milano, una città con meno cemento e meno profitti per pochi privati, e con più verde e più vivibilità per molti cittadini. La presenza e le iniziative dei sempre più numerosi comitati dei cittadini e azioni come quella di lunedi costituiscono un altro segnale, che si aggiunge a quello lanciato da altre realtà come Qui Milano Libera, che a Milano vi sono molti cittadini che fanno qualcosa per migliorare la situazione di questa città e che hanno capito che costruire una comunità giusta, democratica e viva è molto di più che andare a votare per scegliere i propri governanti.

martedì 29 giugno 2010

Il 1° luglio ancora tutti in piazza per la libertà di espressione e di stampa, per i diritti e per la democrazia

Il prossimo giovedi, 1 luglio 2010, gli italiani che vogliono difendere e promuovere nel nostro paese la libertà di espressione e di stampa, la promozione della giustizia, la difesa del diritto ad un lavoro dignitoso, della ricerca e della cultura. E' prevista una grande manifestazione a Piazza Navona, a Roma, dalle 17 alle 21, una notte bianca a Conselice, una cittadina in provincia di Ravenna dove è stato eretto da poco un monumento alla libertà di stampa, una lunga diretta tv online a reti unificate su diverse piattaforme di web tv, e tante altre manifestazioni in tante città d'Italia, tra cui Milano, dove ci si troverà a Piazza Cordusio alle 18.30. La manifestazione è stata promossa da diverse associazioni, tra cui l'FNSI (Federazione Nazionale della Stampa), Articolo 21, Agende Rosse, Libertà e Giustizia, Cgil, Arci, Tavola della Pace, Usigrai, Rai News 24, BoBi (Boicotta il Biscione), Cinque 12, Federconsumatori, Lettera 22, Libertà e Partecipazione, Micromega, Movem09, Reporter Senza Rete, Sindacato Attori Italiani, Sindacato Scrittori, Ucca, Valigia Blu, Viola Verso. Sul sito dell'evento è possibile rimanere aggiornati sui particolari delle manifestazioni, su tutte le adesioni arrivate e sui luoghi d'Italia dove si svolgeranno eventi. Si tratta di una grande mobilitazione nazionale per difendere lo stato di diritto e la tenuta democratica del nostro paese. I temi della manifestazione sono più di uno, perché più di uno sono gli attacchi a diritti, istituzioni e categorie sociali indispensabili per una sana e dinamica democrazia.

giovedì 24 giugno 2010

Semplici cittadini di Milano contro lo svilimento dell'istituzione comunale

Sabato scorso a Milano c'è stata una sfilata di moda un po' speciale. Speciale per la combinazione svilente del nome degli stilisti che la facevano e per il luogo messo a loro disposizione. Gli stilisti erano Dolce & Gabbana, il luogo scelto era Palazzo Marino, sede istituzionale del Comune di Milano. Perché è stato un evento svilente? Perché il Comune di Milano, e il suo sindaco in primis, ha messo a disposizione un luogo pubblico a due presunti imprenditori la cui società ha sede in Lussemburgo e che sono coinvolti in un'indagine penale e tributaria per una presunta evasione fiscale di milioni e milioni di euro; perché la sede istituzionale pare sia stata messa a disposizione con uno sconto sul costo della "location" dell'80% a due miliardari alle prese con la giustizia; perché il sindaco di Milano molto spesso diserta le sedute della giunta, quando dovrebbe invece essere puntualmente presente, e invece non si fa mancare un sabato a Palazzo Marino quando arrivano i vip; perché in periodo di crisi e di aumento della disoccupazione, fare una festa da basso impero tra ricconi in un luogo in cui invece si dovrebbe pensare a risolvere i problemi della gente è un colpo alla dignità dei milanesi; perché in un periodo in cui il governo nazionale cerca di tagliare diverse associazioni culturali del paese, a Milano si considera evento culturale una passerella di moda fatta da due presunti evasori. Fortuna che c'erano almeno i cittadini di Qui Milano Libera a difendere la dignità dei cittadini milanesi e a ribadire un po' il giusto senso delle cose. Qui è possibile leggere un loro breve resoconto e vedere il servizio del TG3 in cui sono stati ripresi.

giovedì 17 giugno 2010

Strage di Bhopal: prime condanne, ma non sembra giustizia piena

Sono arrivate, qualche giorno fa, le prime condanne per singoli individui per la strage di Bhopal, che 26 anni fa provocò migliaia di vittime, e che ha continuato negli anni successivi a seminare morte a causa della nube tossica provocata dall'incidente. Le persone condannate dal tribunale dello stato del Madhya Pradesh sono 8: Keshub Mahindra, chairman della sede indiana della Union Carbide, Kishore Kamdar, vicepresidente, J Mukund, responsabile lavori, VP Gokhale, managing director, KV Shetty, sovrintendente di stabilimento, SP Chowdhury, responsabile di produzione, SI Qureshi, assistente di produzione, e un'altra persone ormai morta. Tutte le 8 persone sono state condannate per "negligenza" a 2 anni di carcere. Si tratta di un primo passo importante per dare alle vittime della strage una giustizia, anche se molto postuma, ma vi sono ancora delle domande che nascondono la sensazione che non sia stata fatta piena giustizia. Perché sono state condannate solo persone indiane? Perché l'allora amministratore delegato della Union Carbide, Warren Anderson, non è stato neanche processato, ma continua a godere l'ingiusto privilegio di poter fuggire dai processi vivendo in una dorata latitanza in Florida? Perché solo due anni di reclusione e solo reato di negligenza per i condannati? Perché non è stato imposto alla multinazione di risarcire veramente le vittime? Infatti a oggi la Union Carbide (oggi Dow Chemical Company), ha dato solo 470 milioni di dollari al posto dei 3.300 richiesti e, soprattutto, una cospicua parte di questi soldi al posto che andare alle vittime che ancora oggi risentono degli effetti dell'incidenti, perché con malattie da esso generate o perché rimaste indigenti per la perdita del posto di lavoro, sono andate a politici e avvocati; alle vittime pare che sia andato effettivamente un risarcimento di soli 300 dollari.

giovedì 10 giugno 2010

12 giugno: Giornata mondiale contro lo sfruttamente del lavoro minorile

Come ogni anno, il 12 giugno prossimo si celebra la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, decisa per sensibilizzae governi e opinione pubblica per fare di più a favore dell'educazione dei bambini e contro il loro sfruttamento in diversi tipi di lavoro, spesso illegali, pericolosi e traumatici per la loro crescita. E come ogni anno, la ILO, l'International Labour Office, pubblica un rapporto sulla situazione del lavoro minorile nel mondo. In esso, intitolato Accelerating action against child labour, si segnala che al mondo vi sono ancora 215 milioni di minorenni di età compresa tra i 5 e i 17 anni sfruttati, di cui più della metà, 115 milioni, sono vittime delle peggiori forme di sfruttamento: dalla schiavitù alla prostituzione, fino alla drammatica realtà dei bambini soldato (se ne calcolano circa 250.000 in tutto il mondo). Il leggero calo, del 3%, che si è avuto dal 2004 al 2008 non può essere soddisfacente. Per di più molti paesi ricchi non destinano quanto promesso ai paesi più poveri, tra cui anche l'Italia, e dei soldi che arrivano in molti paesi poveri, come alcuni paesi africani, non viene destinata all'educazione dei bambini la percentuale di aiuti che si dovrebbe, il 20%. Quest'anno ILO e Unicef, per sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sul dramma dello sfruttamento minorile, sfruttano anche l'evento dei mondiali di calcio con l'iniziativa Go for the goal - end child labour, con cui si chiede l'eliminazione in tutto il mondo del lavoro minorile entro il 2016.

giovedì 3 giugno 2010

Il Festival delle culture di Ravenna

Dal 4 al 6 giugno 2010 è prevista a Ravenna la IV edizione del Festival delle culture di Ravenna, promosso dal Comune di Ravenna, da Ravenna Solidarietà, un coordinamento delle associazioni per l'immigrazione e dalla Rappresentanza dei cittadini stranieri di Ravenna. Il Festival, come ogni anno, vuole riaffermare l'importanza, vitale per il genere umano, della diversità culturale e del dialogo tra le diverse culture, attraverso musica, danze, incontri, eventi gastronomici e mercatini. Oltre ai promotori, alla buona riuscita della manifestazione lavorano altre decine di associazioni, sia di italiani che di stranieri. Il direttore artistico quest'anno sarà lo scrittore algerino Tahar Lamri. Tema centrale di questa edizione sarà l'acqua come fonte di vita e come diritto inalienabile di ogni essere umano; per questo l'apertura di questa edizione del Festival avverrà con un simbolico fiume di giovani artisti che andrà, a partire dalle 17.30 del 4 giugno, dalla Basilica di San Vitale al centro di Ravenna, alle Artificerie Almagià, cuore dell'iniziativa. In questi giorni di Festival si esibiranno artisti di tutto il mondo: il gruppo musicale rom La Banda del Villaggio Solidale, l'artista etno-folk australiano Dave Kaye, il gruppo multietnico Quilombo Total, gli artisti dello Sabar, uno spettacolo che fa dialogare la frenetica danza delle donne con i frenetici ritmi delle percussioni maschili, i ballerini filippini che faranno la tinikling, ballo tradizionale filippino, i maestri cinesi del Taijiquan e del Qigong, ballerini del Bangladesh, il gruppo camerunense degli Mo'o Me Ndama, e tanti altri artisti ancora. Qui è possibile consultare l'intero programma del Festival delle culture di Ravenna.

venerdì 28 maggio 2010

In Puglia un disegno di legge per garantire l'acqua pubblica

La Puglia compie un passo importante per cercare di garantire l'acqua pubblica ai suoi abitanti. La giunta regionale ha infatti approvato un disegno di legge regionale per regolare il governo e la gestione del servizio idrico integrato. Nel disegno di legge si stabilisce la costituzione dell'azienda pubblica regionale che governerà il servizio idrico pugliese, la Acquedotto pugliese - AQP, che sarà a totale partecipazione pubblica. Il disegno di legge è costituito di 15 articoli, e tra questi il primo sancisce chiaramente che l'accesso all'acqua è un diritto inviolabile e inalienabile della persona umana, e che pertanto deve rimanere pubblica. Il disegno di legge si propone cosi di opporsi alla legge recentemente approvata dal governo nazionale per incentivare la privatizzazione dell'acqua, e contro cui in tutta Italia si stanno raccogliendo le firme per un referendum abrogativo; e cerca di togliere il servizio idrico pugliese dalle possibili mire privatistiche stimolate dalla legge nazionale specificando, nell'articolo 2, che il servizio idrico regionale è privo di rilevanza economica ed è affidato ad un organismo di diritto pubblico sottratto alle regole della concorrenza. Interessanti anche l'articolo 6 e l'articolo 13 del disegno di legge pugliese. Il primo intende assicurare ai cittadini, singoli e associati, la partecipazione alle principali decisioni, in osservanza del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall'art. 118 della Costituzione, e la sorveglianza e il controllo, anche attraverso meccanismi di sorveglianza e di consultazione, in ordine ai livelli di servizio erogati. L'articolo 13 invece vincola il gestore del servizio a erogare un minimo quantitativo vitale, alla cui individuazione procederà la giunta regionale sulla base degli indici di fabbisogno riconosciuti internazionalmente e delle disponibilità finanziarie esistenti. Qui è possibile approfondire la conoscenza di questo disegno di legge approvato dalla giunta regionale pugliese.

giovedì 20 maggio 2010

Mondiali al contrario, i mondiali di calcio visti dai poveri del Sudafrica

Si chiama Mondiali al contrario, ed è un'iniziativa promossa dai Comboniani, in particolare da Filippo Mondini, che è stato tanti anni in Sudafrica e che ora è a Castel Volturno, dal settimanale Carta, da Abahlali baseMjondolo, il movimento che unisce gli abitanti delle baraccopoli sudafricane, con il supporto di Francesco Gastaldon, ricercatore, e di Michele Citoni, videomaker. Consiste in un tour in 12 città italiane diverse condotto da 3 rappresentanti di Abahlali baseMjondolo per raccontare cosa sono stati, cosa sono e cosa saranno i mondiali di calcio 2010 per i poveri del Sudafrica, quelli che vivono per strada come venditori ambulanti e nelle baraccopoli. Queste 3 persone si chiamano Busisiwe Mdlalose, abitante della baraccopoli di Kennedy Road, a Durban, Thembani Ngongomae, e Philani Zungu. Dai loro racconti emerge come per i più poveri del Sudafrica i mondiali di calcio non solo non porteranno vantaggi, ma hanno già portato moldi danni. Per il fatto, per esempio, che siccome arrivano i mondiali, le strade devono essere ripulite dai venditori ambulanti, che quindi non possono più vendere e guadagnare come facevano prima in ampie zone delle città, soprattutto vicino agli stadi; addirittura talvolta essi devono pagare per non essere cacciati. Migliaia di famiglie sono stati quasi letteralmente deportati dalle città in cosiddetti "transit camps", che sono una specie di campi profughi provvisori, perché non devono dare fastidio nei luoghi delle partite, mentre sono stati spesi tantissimi soldi nella costruzione di stadi e strutture che, probabilmente, passati i mondiali, serviranno molto poco per migliorare le condizioni di vita dei sudafricani più poveri. Una domanda che farà da filo conduttore agli incontri sarà: "che senso ha comprare un biglietto per assistere a una partita e poi tornare nella propria baracca senza acqua ed elettricità?" La storia dei protagonisti di Abahlali Basemjondolo è davvero interessante. Hanno preso progressivamente consapevolezza del fatto che se la politica del loro paese non era in grado di garantire loro quei diritti che a loro spettavano in quanto esseri umani, potevano cercare di conquistarseli loro, riunendosi e facendosi sentire; il tutto è partito nel 2005, quando a Kennedy Road, una delle più grandi township di Durban, arrivarono operai e bulldozer per scavare la terra e iniziare una costruzione. Gli abitanti della township erano convinti che si costruissero le loro nuove case e altre cose che erano state loro promesse, ma presto fu detto loro che al posto delle case sarebbe stata costruita una fabbrica di mattoni; lo shock fu così grande che sempre più persone si radunarono spontaneamente su quel terreno; alla fine erano così tanti da bloccare la strada; arrivò la polizia con manganelli e lacrimogeni e 14 persone furono arrestate, ma quello fu il momento fondante del movimento Abahlali baseMjondolo. Uno dei loro slogan è "Siamo poveri nelle tasche, non nella testa", e vogliono essere un movimento di autogoverno dei loro problemi, dove i poveri non chiedono aiuto, ma si aiutano e aiutano gli altri poveri, i poveri per i poveri. Per chi volesse partecipare agli incontri italiani di Mondiali al contrario, su questa pagina del sito di Carta, è possibile raccogliere tutte le informazioni.

giovedì 13 maggio 2010

Marcia della pace 2010, tanti eventi e una diretta tv su internet

In occasione dell'edizione 2010 della tradizionale marcia della pace Perugia-Assisi, il comitato promotore della marcia ha organizzato per i giorni che vanno dal 13 al 16 maggio diversi eventi a Perugia, tutti legati da un unico obiettivo: creare una cultura diversa, una cultura di pace, di solidarietà, di giustizia sociale, di responsabilità, di libertà e di legalità. Il 13 maggio ci sarà il Meeting dei giovani, il 14 e 15 di maggio si terrà il Forum della pace e il 16 avverrà la tradizionale marcia da Perugia ad Assisi. Per l'edizione 2010, le iniziative legate alla marcia della pace si potranno seguire anche su Internet, sul sito www.perlapace.tv, dove vi saranno dirette in streaming, servizi televisivi, foto e articoli che racconteranno della marcia, ma anche contributi multimediali di tutti coloro che vorranno partecipare raccontando pezzi di Italia diversa, o inviando materiale proprio per raccontare storie di pace in linea con la cultura di cui si vuole fare promotrice la marcia. Le iniziative della marcia della pace saranno seguite anche da diverse tv e radio, con il seguente programma: il 16 maggio su Rainews24 diretta dalle 8:00 alle 17; sempre il 16 maggio su Rai 3 diretta dalle 9 alle 10 e dalle 12:30 alle 13.30; su Radio Articolo 1 il 14 pomeriggio diretta dalle 15:00 alle 15:30, e domenica 16 diretta della marcia dalle 9:00 alle 13:00; su Radio Popolare diretta il 15 maggio dalle 9:30 alle 10:30 e domenica dalle 12:00 alle 12:30; su Radio 2 ogni giorno diretta radiofonica con Caterpillar; e sul sito della Rivista San Francesco Patrono d’Italia www.sanfrancescopatronoditalia.it il 16 maggio diretta dalla Piazza della Basilica di San Francesco in Assisi.

giovedì 6 maggio 2010

T'illumino di più, una settimana per far vedere gli invisibili

Una settimana per dare voce agli invisibili, a quelle persone, a quei popoli e a quelle situazioni umane di cui non si parla mai nel mondo dell'informazione. E' questa la proposta di Tavola della pace, LiberaInformazione, Articolo 21, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Federazione Nazionale della Stampa e Usigrai, un appello a tutti i giornalisti, perché dal 10 al 16 maggio 2010 dedichino tempo e spazio a quelle notizie che solitamente non compaiono sui grandi organi di informazione, siano esse guerre dimenticate o iniziative di pace, di solidarietà e di legalità, di cui spesso non si sa nulla. Quest'iniziativa, chiamata "T'illumino di +", vuole essere l'occasione anche per contribuire ad "aprire" di più l'informazione italiana e a darle un respiro più ampio rispetto a quello che ha oggi, dal momento che essa rischia sempre di più, sotto pressioni di vario tipo, di essere sempre più chiusa e di essere sempre più concentrata sugli stessi temi, magari che fanno rumore, ma che sono poco importanti per la vita degli italiani rispetto ad altri che invece rimangono nel dimenticatoio, ma che possono cambiare l'esistenza delle persone che vivono su un certo territorio. Il desiderio comune è che dal 10 al 16 maggio si dia spazio, su giornali e tv, a quelle persone e a quei popoli che soffrono e che hanno un grande bisogno d’attenzione, ma anche a quelle storie ed esperienze di gente che sta cercando di cambiare le cose in meglio, in prima persona.

giovedì 29 aprile 2010

Il Gruppo di Acquisto Solare, una nuova esperienza viene da Padova

L'idea è un po' quella dei G.A.S., i Gruppi di Acquisto Solidale, e cioé quella di unirsi per acquistare insieme dei prodotti di qualità per risparmiare e per dirigere i propri sforzi di consumatori critici verso prodotti che presentano certe caratteristiche. E' l'esperienza del Gruppo di Acquisto Solare di Padova, un gruppo di famiglie che hanno deciso di acquistare insieme pannelli solari termici e fotovoltaici, all'interno del programma Energia Comune promossa dalla società Padova T.R.E. Srl. Una cinquantina le famiglie che per ora hanno preso questa decisione e verranno installati impianti solari per un totale di 140 KW/p di fotovoltaico e oltre 25 mq di termico. L'acquisto in gruppo farà risparmiare, sul fotovoltaico, circa 950 euro su Kw/p rispetto ai prezzi medi di mercato. Ma il risparmio non è solo l'unico movente di questa nuova iniziativa. L'idea è anche quella di fare del bene all'ambiente in cui viviamo. Il progetto di Padova si stima faccia risparmiare in 25 anni oltre 1.750 tonnellate di CO2.

giovedì 22 aprile 2010

Le borse in cotone per una spesa ecologica

A volte basta davvero poco per invertire la tendenza ad un crescente inquinamento del nostro pianeta. Uno dei piccoli gesti che si possono fare è quello di non utilizzare più i sacchetti di plastica quando si va a fare la spesa, e di usare al loro posto dei sacchetti di stoffa o di cotone lavabili e riutilizzabili. Proprio con l'intento di promuovere questo piccolo cambiamento nei nostri gesti quotidiani, i punti vendita Conad della Liguria (esclusa La Spezia), del Piemonte, della Valle D'Aosta e dell'Emilia (province di Bologna, Modena, Ferrara e città di Mantova) propongono borse in cotone proveniente da organizzazioni di produttori dell'India e certificate Fairtrade. Le nuove borse saranno pubblicizzate con volantini e speciali espositori nei punti vendita per spingere più gente possibile a iniziare a usare questi sacchetti riutilizzabili. La proposta di Conad segue quella di Lidl che dallo scorso anno distribuisce borse in cotone Fairtrade. L'azienda produttrice di queste borse, che si chiama Tarameen, oltre ad acquistare la materia prima da produttori certificati, garantisce una filiera socialmente sostenibile.

giovedì 15 aprile 2010

Referendum per l'acqua pubblica: il 24 aprile al via la raccolta firme

Parte il prossimo 24 aprile la raccolta di firme per il referendum per abrogare la legge sulla privatizzazione dell'acqua approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti. Il referendum è costituito da 3 quesiti referendari ed è stato promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, insieme ad altre realtà sociali e culturali di tutt'Italia. I 3 quesiti referendari sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledi 31 marzo 2010 e sono i seguenti:
1. Primo quesito: fermare la privatizzazione dell'acqua; con questo quesito si propone l'abrogazione dell'art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
2. Secondo quesito: aprire la strada della ripubblicazione; con questo quesito si propone l'abrogazione dell'art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell'Ambiente), relativo alla scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato.
3. Terzo quesito: eliminare i profitti dal bene comune acqua; con questo quesito si propone l'abrogazione dell'art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell'Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell'"adeguatezza della remunerazione del capitale investito".
La raccolta di firme che partirà il 24 aprile ha l'obiettivo di raccogliere in 3 mesi almeno 500.000 firme, quelle necessarie per poi fare il referendum. I banchetti per la raccolta delle firme saranno allestiti su tutto il territorio nazionale; in questa pagina del sito del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è possibile trovare i referenti territoriali della campagna referendaria per ogni regione, e in quest'altra è possibile scaricare il materiale necessario per organizzare i banchetti per la raccolta firme.

venerdì 9 aprile 2010

Quasi quintuplicato il fotovoltaico in Italia

A fine 2008 gli impianti di fotovoltaico installati in Italia hanno fatto registrare un + 380% rispetto all'anno precedente. Questi sono i dati che emergono dalla ricerca Il sistema industriale nel business dell'energia solare: il futuro oltre la crisi, realizzata dal Politecnico di Milano in collaborazione con Mitsubishi Electric, leader mondiale nel settore del fotovoltaico. Questa nuova fonte di energia sta uscendo dallo status di prodotto e fenomeno di nicchia, per riguardare fasce sempre più ampie di popolazione italiana. Il mercato del fotovoltaico non risponde solo all'esigenza di sviluppare le fonti di energia rinnovabili, ma è anche un'ambito che può aiutare a spingere il nostro Paese fuori dalla crisi, generando ricchezza e occupazione, e rivitalizzando il tessuto industriale italiano. I dati che emergono da questo rapporto del Politecnico di Milano sottolineano e ci ricordano le potenzialità di sviluppo del mercato dell'energia solare, e di fronte a questo dato di fatto ci si potrebbe chiedere se tutti noi, cittadini e istituzioni, locali e nazionali, stiamo facendo tutto il possibile per sfruttare queste potenzialità.


venerdì 2 aprile 2010

La Gesellschaft für bedrohte Völker, l'Associazione per i Popoli minacciati

Si chiama Gesellschaft für bedrohte Völker, in italiano Associazione per i Popoli minacciati, ed è un'associazione con sede a Bolzano, ma diffusa in diversi paesi, che si impegna per difendere i diritti di quelle minoranze che, in giro per il mondo, vedono minacciata la loro sopravvivenza e vedono calpestati i loro diritti. Tra i popoli difesi dall'Associazione vi sono le minoranze etniche, linguistiche e religiose, i popoli senza stato, le comunità dei popoli indigeni. Tra questi i Tibetani, i Timoresi dell'est, gli Adivasi, i Curdi e i Cristiani Assiri, i Sudsudanesi, gli Yanomami, i Navajo, i Bosniaci, gli Albanesi del Kosovo, i Sahrawi, i Sinti e i Rom. La Gesellschaft für bedrohte Völker si propone, con i propri mezzi, di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla realtà e sui diritti che spettano a questi popoli, cerca di denunciare le violazioni dei diritti umani perpetrate ai loro danni e di dare cosi voce a queste minoranze che spesso non trovano il modo per far sentire la loro protesta e il loro grido di libertà e di giustizia. Tramite interventi diretti presso governi e parlamenti l'Associazione cerca di influire sulle decisioni politiche dei governi occidentali. Con la rivista Bedrohte Völker (Pogrom), con i suoi rapporti sui diritti umani ed altre pubblicazioni, con manifestazioni pubbliche, veglie o conferenze l'associazione cerca di gettare luce su quei contesti internazionali dove avvengono le violazioni dei diritti dei popoli minacciati. Oltre a questo lavoro di sensibilizzazione, l'Associazione svolge anche un'intensa azione culturale per far conoscere le culture delle minoranze nel mondo, anche in collaborazione con la Biblioteca Culture del Mondo. Inoltre l'Associazione offre talvolta anche aiuto materiale finanziario a comunità e organizzazioni di popoli minacciati. L'Associazione non ha colore politico o veste ideologica, ed ha uno stato consultivo presso l'ONU, che le permette di avere il diritto di parola alle Conferenze internazionali, cosa che favorisce il dialogo tra l'ONU e questi popoli. La Gesellschaft für bedrohte Völker lavora in diversi paesi, tra cui Germania, Italia (Sudtirolo), Francia, Svizzera, Austria, Lussemburgo e Bosnia-Erzegovina; la sezione del Sudtirolo cura il settore "Minoranze etniche in Europa". Per conoscere meglio l'Associazione e le sue attività, si consiglia la visione del suo sito.

giovedì 25 marzo 2010

A Trento spesa leggera per diminuire i rifiuti

A Trento un protocollo d'intesa tra il Comune e alcune catene della grande distribuzione fa si che in diversi punti punti vendita della città, per ora 18, si mettano in atto alcune azioni per diminuire la quantità di rifiuti. L'iniziativa, che si chiama appunto "spesa leggera", perché "più libera dai rifiuti", impegna i punti vendita delle 7 catene che hanno aderito a compiere 7 azioni obbligatorie: usare sacchetti in tela o materiale riutilizzabile o compostabile; vendere salumi e formaggi in carta a veli separabili o separati; promuovere i prodotti con ricariche; vendere vino, acqua e succhi con vuoto a rendere; disporre la presenza di contenitori per la raccolta di pile usate e vendere pile ricaricabili; cedere gli alimenti prossimi alla scadenza ad associazioni benefiche o ai clienti con sconti. A seconda poi della metratura del punto vendita, se superiore o inferiore ai 400 metri quadrati, vi sono altre 7 azioni facoltative suggerite: proporre prodotti con ridotto peso di imballaggio o con imballaggio in materiale riciclato; vendere detersivi sfusi; vendere prodotti alimentari sfusi; vendere frutta e verdura in sacchetti compostabili; vendere prodotti della gastronomia in contenitori compostabili; vendere vino sfuso; vendere pannolini lavabili. I punti vendita Conad, Coop, Naturasì, Famiglia Cooperativa, Orvea e Sait avranno anche il compito di monitorare nel tempo l'andamento dell'iniziativa, per proporre in futuro altre azioni volte ad una sempre maggiore diminuzione di rifiuti, mentre il comune di Trento si impegna a pubblicizzare i punti vendita che hanno aderito al progetto e a prevedere incentivi per premiare le iniziative virtuose. L'intesa raggiunta a Trento per fare la spesa diminuendo il carico di rifiuti annesso, durerà 3 anni e rimane aperto all'adesione di tutti i punti vendita che vorranno condividere l'idea di fondo del progetto. Sul sito del comune di Trento è possibile scaricare la mappa dei punti vendita che aderiscono all'iniziativa.

giovedì 18 marzo 2010

Donne di Milano che aiutano i rom

Nei mesi scorsi a Milano gli sgomberi di campi nomadi si sono susseguiti purtroppo con una certa frequenza e spesso sono stati calpestati dalle istituzioni stesse quei diritti umani elementari che proprio quelle istituzioni dovrebbero difendere. Di fronte a queste azioni di forza prive di uno sbocco umano e ragionevole, molti milanesi si sono mossi per protestare e per promuovere invece nei loro quartieri uno spirito di convivenza e di dialogo. Tra questi le mamme e le maestre del quartiere Feltre e Lambrate di Milano, che stanno portando avanti diversi progetti per sostenere l'integrazione delle famiglie rom che da due anni mandano i loro bambini nelle scuole elementari della zona, nonostante le decine di sgomberi dell'amministrazione comunale. Tra le idee concrete messe in campo anche l'inserimento lavorativo delle famiglie che in Romania lavoravano la terra nelle cascine e nelle aziende agricole situate nell'hinterland milanese e la vendita di una partita "speciale" di poche migliaia di bottiglie di vino Merlot e Sangiovese R.O.M. (che sta anche per Rosso di Origine Migrante) del 2007. I soldi raccolti con questa iniziativa vanno a finanziare delle borse di studio per i bambini rom. Il vino R.O.M. è stato prodotto dalla Cooperativa Eugenia e il progetto è sostenuto anche dal Naga e dalla Comunità di Sant'Egidio.

giovedì 11 marzo 2010

In Italia più piste ciclabili, più prodotti bio, ma anche più CO2

Secondo il rapporto Ambiente Italia 2010, volto a fotografare lo stato del nostro paese in relazione alla tutela ambientale, il numero delle piste ciclabili protette e non protette nei capoluoghi di provincia italiani sono aumentate, cosi come è aumentata la produzione agricola biologica. Tuttavia, a questi dati positivi e incoraggianti, si affiancano altri dati molto negativi e allarmanti, come quello sull'emissione di CO2. L'Italia, dal 1990 a oggi, è salita dalla quinta alla terza posizione nella triste classifica dei paesi europei che producono più CO2, arrivando a 550 milioni di tonnellate. In più di 15 anni le emissioni, che secondo quanto stabilito nel Protocollo di Tokyo dovevano diminuire del 6,5% entro il 2010, in realtà sono aumentate del 7,1%, soprattutto per l'aumento dei consumi per trasporti (+24%), della produzione di energia elettrica (+14%), e della produzione di riscaldamento per usi civili (+5%). Se si va a guardare alle emissioni nette di CO2, cioé considerando i cambiamenti d'uso del suolo e l'incremento della superficie forestale, esse sono cresciute del 5%. Risultati che contrastano con la media europea che, considerando l'Europa a 15, registra una riduzione del 4,3 % delle emissioni rispetto al 1990, con Germania, Regno Unito e Francia che hanno già superato gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Dal rapporto emerge quindi, nonostante i pochi segnali positivi di cui sopra, un'Italia bloccata dal punto di vista della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile, a causa di gravi problemi nel campo della mobilità, della legalità e della gestione dei rifiuti.

giovedì 4 marzo 2010

Corso sugli interventi civili di pace Santa Sofia 2010

Sono aperte le iscrizioni al Corso sugli interventi civili di pace Santa Sofia 2010, che si terrà a Santa Sofia, nella provincia di Forlì-Cesena, dal 22 al 25 Aprile 2010. Il corso si rivolge a tutti coloro che desiderano conoscere gli strumenti e le capacità di base per la gestione e la risoluzione dei conflitti violenti. Durante i giorni del corso infatti verranno trattati concetti chiave della teoria del conflitto e della nonviolenza, andando ad analizzare tutte le loro possibili declinazioni. Coloro che parteciperanno al corso saranno anche chiamati ad esercitarsi in una simulazione d'intervento di una terza parte nei conflitti, sperimentando cosi in cosa consiste tale ruolo in un contesto conflittuale. A completare l'offerta formativa del corso anche una riflessione approfondita sulle modalità e le criticità dell'intervento umanitario e sulle prospettive degli interventi civili per la pace in Italie e nell'Unione Europea. Obiettivo del corso, organizzato da Pax Christi Italia e dal Centro Studi Difesa Civile, è quello di dare ai partecipanti una visione complessiva di ciò in cui consiste l'intervento civile e nonviolento in zone conflittuali, per poi essere in grado di fare altre future scelte formative e professionali in questo ambito. Per chi fosse interessato a partecipare, a questa pagina è possibile trovare tutte le informazioni necessarie.

giovedì 25 febbraio 2010

1 Marzo 2010: sciopero contro il razzismo

Il prossimo 1 marzo ci sarà uno sciopero particolare in tutta Italia: uno sciopero contro il razzismo. Ad esso parteciperanno tutti gli immigrati che lavorano nel nostro paese, ma non solo, anche molti italiani che condividono le ragioni di questo sciopero. L'obiettivo dello sciopero è affermare a voce alta e con la schiena dritta il proprio rifiuto al razzismo, all'intolleranza verso il diverso e alla xenofobia, nelle loro diverse forme, anche quelle contenute in molte affermazioni di politici italiani di primo piano, affermazioni chiaramente anticostituzionali. E far capire quanto gli immigrati non solo non sono un peso per la società italiana, ma contribuiscono ad arricchirla culturalemente e umanamente, a farla crescere e a generare quella ricchezza del paese di cui tutti godiamo. A incrociare le braccia il 1 marzo sarà un vero e proprio movimento nonviolento fatto di persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico. Movimento che si vuole collegare in sinergia anche con gli altri movimenti europei nati con obiettivi simili per promuovere in Europa un processo di integrazione diverso da quello oggi in atto in molti paesi dell'Unione. Nel manifesto programmatico del movimento che darà vita allo sciopero, si possono leggere lo spirito e le intenzioni delle persone che vi parteciperanno. Interessante il riferimento al rifiuto dell'utilizzo strumentale del richiamo alle radici culturali e religiose per giustificare politiche di rifiuto ed esclusione. E interessante anche quando ci ricorda che il diritto a emigrare è riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che la storia umana, cosi come grandi civiltà e grandi culture, sono fatti di migrazione e di mescolamenti tra popoli e culture. Per chi fosse interessato a partecipare allo sciopero del prossimo 1 marzo, questo è il sito dove raccogliere informazioni.