lunedì 27 aprile 2015

Fari accesi sulle violenze nel Darfur

Stupri di massa e violenze di ogni tipo, insieme a carenza di cibo e di acqua, e a condizioni igienico-sanitarie inadeguate stanno segnando la vita di centinaia di migliaia di persone nella regione sudanese del Darfur. L'ultimo episodio riportato da Italians for Darfur e da Human Rights Watch è stato lo stupro di 221 tra donne, adolescenti e bambine nel villaggio di Tabit, ma lo stupro viene utilizzato come arma di guerra dalle milizie filo-governative anche in altri villaggi: Shangil Tobaya, Kutum, Kalma, Suleya, Tawila e altri ancora, e nei campi profughi. Un dato allarmante: nei primi 4 mesi del 2015 i nuovi sfollati sono triplicati; nella regione il 60% dei bambini non raggiunge il sesto anno di vita, mentre sono poche le persone che superano i 50 anni di vita. Mentre il presidente Omar Hassan al-Bashir chiede la sospensione della missione di pace dispiegata nel 2008 nella regione, l'International Crisis Group, centro di ricerca specializzato nell'analisi dei conflitti e nella proposta di soluzioni sostenibili, chiede al governo sudanese di disarmare le milizie, di sostenere il dialogo intercomunitario e i meccanismi tradizionali di riconciliazione. Pochi giorni fa c'è stato il Global day for Darfur, in molte capitali mondiali, mentre in Italia a tenere i riflettori accesi sulla tragedia di questa regione sudanese sono associazioni come Italians for Darfur, Articolo 21, e Human Rights Watch.

domenica 12 aprile 2015

Il Barometro della libertà di stampa di Reporters Sans Frontiere

Non so se lo conoscete già, ma mi sembra uno strumento molto utile per monitorare l'andamento della libertà di stampa e delle condizioni in cui operano i giornalisti in giro per il mondo. Sto parlando del Barometro della libertà di stampa, dei Reporters Sans Frontiere, i Giornalisti Senza Frontiere. Se si va sul loro sito, in alto a destra, è possibile vedere un rettangolo dove ci sono i dati aggiornati sui giornalisti uccisi o imprigionati nel mondo, ovvero quei giornalisti che sono stati uccisi o imprigionati proprio a causa della loro attività e di cui si è accertato il legame tra la loro attività e il loro triste destino. Ad oggi, nel 2015, risultano essere già 20 i giornalisti uccisi, e 160 quelli imprigionati. Scegliendo l'anno dal menu a tendina che si trova in basso nel rettangolo, si hanno i dati dell'anno scelto con i dettagli dei paesi dove ciò è avvenuto, e i nomi dei giornalisti. Questo è quello che si trova per il 2015. In questo modo non solo si mantiene alta l'attenzione sulla libertà di stampa nel mondo, ma si può anche vedere in quali paesi essa sia più minacciata e anche fare memoria dei giornalisti uccisi e ricordare quelli imprigionati.

sabato 11 aprile 2015

Miseria Ladra, la campagna di Libera e del Gruppo Abele contro la povertà

Si chiama Miseria Ladra, ed è la campagna che è stata lanciata dalle associazioni Libera e Gruppo Abele a sostegno di una politica più attiva verso le diverse forme di povertà diffuse nel nostro paese e in Europa. La campagna avanza 19 proposte concrete, 5 a livello locale, 5 a livello nazionale e 5 a livello europeo. A livello locale l'attenzione è posta soprattutto nei confronti dei senza dimora, e si chiede di trovare soluzioni abitative alternative ai morosi incolpevoli, cosi come di far valere il diritto a una residenza per i senza fissa dimora e di utilizzare le case sfitte per finalità sociali. Tra le richieste che si avanzano a livello nazionale, v'è quella di aumentare il Fondo sociale e il Fondo per la non autosufficienza, quella dell'introduzione del reddito minimo, e quella volta a rendere più efficiente il meccanismo per l'assegnazione ad uso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. A livello europeo vengono ribadite alcune proposte degli altri due livelli, e in più si chiede di porre fine alla politica dell'austerity, che aumenta la povertà e l'esclusione sociale, e si propone un Piano Europeo Straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione. Quello di aumentare la spesa a fini sociali è una proposta che ricorre un po' in tutti i livelli a cui si rivolge la campagna. Per chi volesse appoggiare la campagna di Libera e del Gruppo Abele, da questa pagina è possibile dare la propria adesione

giovedì 9 aprile 2015

Una piattaforma online per proteggere i giornalisti e la libertà di stampa

E' partita il 30 marzo scorso ed ha lo scopo di raccogliere le segnalazioni di attacchi ai giornalisti e di gravi violazioni alla libertà di stampa, con il duplice obiettivo di conoscere tempestivamente le minacce ai giornalisti e di sollecitare un immediato intervento delle autorità nazionali e internazionali competenti. Si tratta della piattaforma Internet voluta dal Consiglio d'Europa, in collaborazione con cinque organizzazioni internazionali. Come funziona questa nuova piattaforma online? Cinque organizzazioni internazionali (Association of European Journalists, Reporter sans Frontières, European Federation of Journalists, International Federation of Journalists e Article 19), a cui se ne potranno aggiungere altre in futuro, filtreranno, certificheranno, documenteranno e pubblicheranno tutti quei messaggi di allerta che segnalano situazioni di pericolo o gravi difficoltà per giornalisti, blogger, videoreporter, fotoreporter e altri operatori del mondo dell'informazione:  minacce fisiche, violazioni della privacy, intimidazioni a giornalisti, bloggers, scrittori, e alle loro fonti, intimidazioni che subiscono i giornalisti con l’abuso di strumenti giudiziari a causa di un uso scorretto delle leggi sulla diffamazione, sulla sicurezza nazionale o di lotta al terrorismo. Ad oggi sono sono state inserite 42 segnalazioni, che riguardano, tra i paesi europei, la Francia (l’attentato contro Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 a Parigi), la Grecia, la Serbia, la Slovenia e la Spagna. Il Consiglio d’Europa si è anche impegnato a rendere note le informazioni sulle azioni intraprese in seguito ai messaggi d’allerta e le risposte dei paesi in cui avvengono le violazioni.