giovedì 24 novembre 2011

Appello per i migranti tunisini dispersi

In Tunisia sono tante le famiglie che hanno visto partite dei propri cari alla volta dell'Italia, alla ricerca di un futuro migliore, e che dei loro cari non hanno più saputo nulla. Queste famiglie non sanno se i loro cari sono morti, sono vivi e liberi, sono detenuti, in Italia o in qualche altro paese, e nonostante qualcuna di esse si sia mobilitata per chiedere alle autorità politiche di cercare la risposta alla loro domanda, esse questa risposta non l'hanno ancora avuta e faticano ad averla. Per questo Zalab TV, che produce laboratori di video partecipativo e documentari in contesti interculturali e in situazioni di marginalità geografica e sociale, ha lanciato un appello per chiedere che le autorità politiche italiane e tunisine collaborino per dare una risposta a queste famiglie; un modo per avere questa risposta potrebbe essere quello di confrontare le impronte digitali delle carte d'identità dei dispersi, impronte obbligatorie per le carte d'identità in Tunisia, con i rilievi dattiloscopici dei migranti identificati o detenuti; per questo l'appello chiede nello specifico che i parenti delle persone date per disperse possano fare una domanda al Ministero degli esteri tunisino affinché fornisca le impronte digitali al Ministero degli interni italiano e per chiedere a quest'ultimo di dare risposte precise sulla base dei dati forniti. Per chi fosse interessato a leggere e firmare l'appello, si può andare a questa pagina.

giovedì 17 novembre 2011

I rom di via Rubattino - Una scuola di solidarietà

Il 19 novembre 2009 le forze dell'ordine sgomberano un campo rom in via Rubattino, a Milano, dove vivono circa 300 rom. E tanti milanesi del quartiere, al posto di appoggiare l'operazione voluta dal Comune, decidono di darsi da fare per aiutare i rom sgomberati; le maestre delle scuole dove decine di bambini di quel campo già andavano, decidono esse stesse di andare a prendere quel giorno i bambini sgomberati per portarli ancora a scuola, insieme a tutti gli altri bambini; alcune mamme e alcune maestre ospitano a casa loro alcuni dei bambini sgomberati; alcune associazioni del quartiere e di altre zone di Milano accolgono altri rom cacciati dal campo; e molte altre persone del quartiere organizzano raccolte per venire incontro alle necessità dei rom che non hanno più un tetto sotto cui dormire. Quella reazione di solidarietà, che in realtà era la continuazione di un percorso di conoscenza reciproca e di integrazione iniziato già prima di quel giorno di novembre, anche grazie all'azione della Comunità di Sant'Egidio, oggi è diventato un libro, intitolato I rom di Via Rubattino - Una scuola di solidarietà. Il libro racconta tutte le esperienze di solidarietà avvenute in quelle settimane, raccontate dalla viva voce di mamme, maestre, bambini, cittadini, volontari e giornalisti. E' quindi un libro di cronaca, ma che, attraverso la cronaca, diventa testimonianza di una possibilità di incontro e di integrazione con i rom, e quindi una proposta di un percorso di convivenza basata su un'esperienza concreta. Le curatrici del libro sono Elisa Giunipero, della Comunità di Sant'Egidio e da anni impegnanta nell'attività in aiuto dei rom a Milano, e Flaviana Robbiati, maestra elementare che insegna da trentacinque anni  nella scuola vicina a via Rubattino; la presentazione è di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio. Il libro verrà presentato a Milano domani, 18 Novembre 2011, alle ore 18, presso la Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano, in via San Paolo 12.

giovedì 10 novembre 2011

Aiuti per gli alluvionati in Thailandia e Vietnam

E' dall'estate scorsa che la Thailandia è colpita da una serie di alluvioni che, fino ad oggi, hanno provocato più di 500 vittime e hanno rovinato la vita di centinaia di migliaia di persone (pare che siano circa 700.000 le persone che resteranno senza lavoro sopo queste alluvioni); e ora l'emergenza alluvioni incomincia a colpire anche il Vietnam, dove si contano già più di 100 vittime e dove si stanno evacuando già decine di migliaia di persone. Anche la capitale della Thailandia, Bangkok, è per circa un quarto della sua superficie invasa dall'acqua; nella città sono state messe in azione 17 pompe idrauliche per cercare di far defluire l'acqua che ha sommerso interi quartieri. In tutte le zone colpite dalle alluvioni, c'è un pericolo serio di contaminazione dell'acqua, per cui è necessario che le operazioni per abbassare il livello delle acque e per bonificare le aree sommerse siano il più veloci possibili. Il governo thailandese pare abbia promesso 4 miliardi di dollari per la ricostruzione delle zone alluvionate, cifra che dà l'idea delle dimensioni della calamità che si è abbattuta sul paese. In più sono state create due commissioni governative per affrontare l'emergenza, una per la ricostruzione e un'altra per la gestione delle risorse idriche. Nel paese asiatico anche la Chiesa e la Caritas locali si sono mobilitati e stanno lavorando per raccogliere fondi per le persone colpite dalle alluvioni. Se si desidera dare un contributo d'aiuto, è possibile contattare i riferimenti che si trovano su questa pagina del sito della Caritas, oppure mettersi in contatto con Asianews, sul cui sito è possibile anche rimanere aggiornati sull'evolversi della situazione nei paesi del Sud-est asiatico colpiti dalle alluvioni.

venerdì 4 novembre 2011

Norvegia, Australia e Paesi Bassi nei primi posti nell'indice di sviluppo umano

Sono Norvegia, Australia e Paesi Bassi sono i paesi con il più alto indice di sviluppo umano, secondo il rapporto 2011 del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), che ha misurato qualità e condizioni di vita di 184 paesi nel mondo sulla base di alcuni parametri come il reddito pro capite, l'aspettativa di vita e i livelli di scolarizzazione. In questa speciale classifica l'Italia si colloca al 24° posto, mentre a chiudere la classifica, nelle 10 posizioni più basse, vi sono 10 paesi africani; all'ultimo posto la Repubblica Democratica del Congo. Per rendere ancora più sofisticata e più aderente alla realtà questo indice, quest'anno l'UNDP ha anche provato a vedere come si modificava la classifica affiancando nuovi parametri a quelli già utilizzati; e inserendo nella misurazione dell'indice di sviluppo umano per esempio anche l'entità delle disuguaglianze di redditto, di istruzione e di trattamenti sanitari, si verificano in classifica dei cambiamenti significativi, come per esempio la perdita di posizioni degli USA, che scendono dal 4° al 23° posto, o di Israele, che scende dal 17° al 25° posto, probabilmente perché in questi due paesi le disuguaglianze tra chi più ha e i più poveri sono più marcate; disuguaglianza di reddito che risulta essere molto presente anche in America Latina. Ampliando la prospettiva all'arco di anni che vanno dal 1970 a oggi, si nota che l'indice di sviluppo umano nel mondo è cresciuto, negli ultimi 41 anni, del 42%, anche se sono peggiorati alcuni aspetti importanti, come la distribuzione del reddito.