giovedì 27 novembre 2008

Il Rigiocattolo per l'Africa, la solidarietà dei bambini e dei ragazzi

Sabato 13 e domenica 14 dicembre in 23 piazze europee avrà luogo il Rigiocattolo per l'Africa, un'iniziativa promossa da Il Paese dell'Arcobaleno, il movimento che unisce i bambini e gli adolescenti della Comunità di Sant'Egidio in tutto il mondo. Si tratta di una vendita di giocattoli e libri usati raccolti durante l'anno e risistemati dai bambini e dai ragazzi delle città coinvolte per evitare sprechi e aiutare la natura. Il ricavato della vendita andrà a sostegno del programma DREAM di approccio globale alla cura dell'AIDS in dieci paesi dell'Africa sub-sahariana (Mozambico, Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, Guinea Bissau, Nigeria, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Camerun), avviato nel febbraio 2002 dalla Comunità di Sant'Egidio. Il progetto DREAM riafferma il diritto alle cure per tutti, e in particolare per i bambini africani affinché possano avere davanti a sé quella lunga vita cui vorremmo che ogni nostro bambino avesse diritto. Il Rigiocattolo per l'Africa sarà presente nelle piazze delle seguenti città: Roma, Napoli, Novara, Milano, Genova, Bari, Firenze, Catania, Messina, Livorno, Pisa, Padova, Trieste, Parma, Parigi, Barcellona, Madrid, Manresa, Antwerpen, Genk e Liège, Gladbach e Würzburg.

giovedì 20 novembre 2008

Amira Hass, una giornalista israeliana a Gaza

Israeliana, giornalista ed ex abitante di Gaza. Il suo nome è Amira Hass e il giornale per cui lavora è il quotidiano israeliano Haaretz. I militari le volevano impedire di ritornare a Gaza, su cui scrive sul suo giornale da anni, ma lei è riuscita comunque a rientrare nella sua città di un tempo, per vedere con i suoi occhi ciò di cui scrive e anche per rivedere i suoi vecchi amici. L'ha fatto a bordo di una nave di pacifisti internazionale, la Dignity. Amira è animata dalla convinzione che la libertà di stampa e la libertà di raccontare la verità dei fatti vedendoli di persona sia più importante del rispetto di blocchi militari che da anni impediscono ai giornalisti israeliani di documentarsi sul campo sulla situazione reale nella striscia di Gaza. La motivazione ufficiale, anche comprensibile, di questo diviero è il timore di sequestri, ma dietro questo timore rischia di annidarsi anche una censura totale nei confronti del popolo israeliano che rischia di rimanere all'oscuro di quello che effettivamente sta succedendo a Gaza. Amira Hass ha potuto cosi constatare di persona la miseria in cui versano i suoi ex concittadini, tra cui anche tanti vecchi amici, con cui ha potuto rivedersi dopo molti anni di separazione forzata. Ora la giornalista israeliana rischia, al rientro in Israele, di subire un processo per aver compiuto un'azione non autorizzata dall'esercito israeliano, ma si dice certa che, in caso di rinvio a giudizio, otterrà l'appoggio della sua testata, che ha condiviso questa sua decisione. (fonte Misna)

giovedì 13 novembre 2008

I paesi africani dicono no alle bombe a grappolo

Il prossimo 3 dicembre ad Oslo, in Norvegia, verrà firmato un trattato che può rivelarsi importante per il futuro dell'Africa. Si tratta infatti di un accordo per mettere al bando le cluster bombs, bombe a grappolo in italiano. L'aspetto importante è che questo trattato verrà probabilmente firmato da tutti i paesi africani. Questo è almeno quanto emerge dalla dichiarazione che 42 stati africani hanno fatto a ottobre al termine dei lavori del cosidetto Kap, Kampala Action Plan, con l'obiettivo di spingere tutti i governi africani a porre la propria firma su questa convenzione, che impegnerà i governi sottoscrittori a interrompere definitivamente l’uso, la produzione, la vendita e il deposito delle bombe a grappolo. Ai lavori che hanno portato a questa conclusione ha partecipato anche il premio Nobel per la pace del 1984 Desmond Tutu, che ha definito le bombe a grappolo come le armi più disumane tra quelle in circolazione, in quanto uccidono e mutilano in modo del tutto indiscriminato e spesso le principali vittime di queste armi micidiali sono civili innocenti. Si spera che si arrivi a una firma che coinvolga e impegni veramente tutti i paesi africani, che poi si mettano in atto azioni per rendere operativo il trattato, e soprattutto che questo no alle bombe a grappolo possa essere solo l'inizio di una nuova strategia politica per la messa al bando di tutte le armi in generale. (fonte Peacereporter)

giovedì 6 novembre 2008

Le religiose che aiutano i bambini di Chimbote in Perù

A circa 5 ore da Lima, capitale del Perù, c'è una città che si chiama Chimbote. Tanti abitanti di questa cittadina versano in condizioni di estrema povertà e di degrado sociale. Tra questi anche molti bambini, costretti a vivere ogni giorno sulla soglia della miseria. Per fortuna che in questo angolo del Perù esiste una comunità di religiose, la Compañia Del Corazon De Jesus, che si impegna da anni per aiutare le persone più bisognose di Chimbote, in modo particolare bambini, anziani e ammalati. Queste religiose, con instancabile costanza, si adoperano per nutrire, vestire, curare e istruire tutti coloro che hanno bisogno di un aiuto esterno per poter godere di questi diritti basilari. La Compañia Del Corazon De Jesus ha come missione quella di evangelizzare questa zona del Perù in cui stanno svolgendo il loro servizio, e concepiscono la loro opera di evangelizzazione non solo come azione spirituale ed educativa, che pure rimane alla base della loro presenza lì, ma anche come azione concreta per fornire alla popolazione più povera e più emarginata di Chimbote i mezzi di sussistenza necessari per andare avanti e poter sperare in un futuro migliore. In quest'ottica rivolta al futuro, rientra anche l'impegno assiduo e specifico di queste religiose nell'educazione ai bambini e nell'aiuto dato ai giovani per continuare i loro studi e costruirsi una professionalità per il futuro. Per chi volesse conoscere meglio la Compañia Del Corazon De Jesus, la realtà di Chimbote, o desiderasse dare a queste religiose un aiuto concreto, è possibile visitare il sito della comunità.