sabato 29 dicembre 2007

Il popolo Tolupan continua a lottare per la propria terra

A luglio ho pubblicato un post in cui parlavo di Magdalena Pérez Vieda e del suo impegno per la comunità dei Tolupan, popolo indigeno dell'Honduras minacciato dall'esproprio forzato delle proprie terre da parte di grandi allevatori canadesi che occupano il territorio per usi che non tutelano la sopravvivenza dei popoli indigeni. Ebbene è arrivato un aggiornamento su questa situazione problematica. E subito si trova una importante novità positiva, costituita dal fatto che i Tolupan minacciati nella zona della Montagna de la flor, stanno tentando ancora una volta di rimettersi insieme a coltivare mais e fagioli, quello cioé di cui hanno bisogno per vivere. Il primo tentativo era stato fatto nell'aprile scorso, sotto la guida del figlio maggiore di Magdalena, Bladimir Pérez, che aveva aiutato i Tolupan a trovare il coraggio e l'organizzazione necessari per affrontare la stagione della semina. Purtroppo a quel tentativo era seguito l'attentato allo stesso Bladimir, e con esso anche i tentativi di autoorganizzazione sembravano andare in fumo. Ma da un mese a questa parte, nuovamente periodo di semina in Honduras, grazie al coordinamento di Bladimir e al coinvolgimento della Fetrixy, la federazione delle tribù Tolupan della zona di Yioro, si è organizato un gruppo di 300 uomini delle tre tribu Candelaria, la tribù di Magdalena, Bolsita e Palmaria. Il gruppo farà base nella casa della famiglia Pérez e coltiverà mais e fagioli sfidando le pressioni e le minacce degli allevatori. A sostegno di questa lotta, dall'Italia è stato inviato un contributo di 200 euro per sostenere le spese dei materiali da lavoro (dalle zappe alle amache) e delle sementi ed il loro trasporto alla comunità. Nel frattempo si attendono nuove notizie anche dalla Fetrixy, che si ritrovava proprio in questo mese per il suo congresso annuale, e da Alba, un'italiana che lavora in honduras nel COPINH, un'organizzazione honduregna del popolo Lenca, e che sta cercando di recarsi personalmente nella comunità di Magdalena, di incontrarne il figlio e di parlare in merito a possibili nuove piste di lavoro. Speriamo che i Tolupan mandino presto altre buone notizie. Per chi è interessato ad approfondire la situazione dei Tolupan o a dare un suo contributo, è possibile scrivere all'email davide.dotta@libero.it.

sabato 22 dicembre 2007

Dom Flavio Cappio e la gente del Nordest brasiliano lotta per salvare il Rio Sao Francisco

Il fiume Sao Francisco, con i suoi 2700 km di lunghezza, è il terzo corso d’acqua del Brasile, e con la sua acqua garantisce la sopravvivenza di 15 milioni di persone che vivono in 5 differenti stati del Nordest brasiliano. Secondo un progetto appoggiato dal governo brasiliano, questo fiume dovrebbe a breve essere deviato in una rete di 720 km di canali, che andranno ad irrigare laghi artificiali, riserve d’acqua e fiumi in una regione colpita da una cronica siccità. Le acque che saranno deviate nei canali serviranno per il 70% all’irrigazione di grandi coltivazioni e allevamenti di gamberi, per il 26% ad uso industriale e solo il 4% a beneficio delle popolazioni delle aree rurali e urbane locali. Contro questo progetto fin dal 2005 s'è mobilitata la popolazione delle regioni bagnate dal rio Sao Francisco, guidata nella sua protesta dal francescano Dom Flavio Cappio, vescovo di Barra. La deviazione del rio Sao Francisco comporterebbe infatti una forte diminuzione dell'acqua utilizzabile per dissetare la popolazione del luogo e un duro colpo alla biodiversità della regione. Cosi il vescovo di Barra, già nel 2005, aveva intrapreso un digiuno di protesta e di preghiera che è stato ripreso proprio nelle scorse settimane per impedire l'inizio dei lavori. Purtroppo in settimana è arrivata la notizia della sentenza con cui il Supremo tribunale federale ha autorizzato la ripresa dei lavori del progetto di deviazione del fiume. Dopo aver appreso la notizia Dom Flavio Cappio ha avuto un mancamento, in seguito al quale è stato ricoverato in ospedale e costretto a chiudere il digiuno. Ma in una sua lettera egli ha dichiarato: "Chiudo il mio digiuno, ma non la mia battaglia... in questo grande movimento... abbiamo vissuto un momento senza pari di intensa comunione ed esercizio di solidarietà... Vogliamo ampliare il dibattito, diffondere informazioni vere, far conoscere la nostra mobilitazione". (fonti: Misna e Incrocinews)

sabato 8 dicembre 2007

Suor Raquel, la suora dei giovani detenuti di Kamiti, in Kenya.

Caparbietà, ostinazione e speranza. Queste le doti di Suor Raquel, una suora che dal 2000 assiste e aiuta i detenuti dello Youth Correctional Training Centre (YCTC), il carcere minorile di Kamiti, alla periferia di Nairobi, in Kenya. In questo carcere vengono reclusi i ragazzi dai 14 ai 21 anni che hanno commesso il primo crimine di bassa entità. A questi ragazzi Suor Raquel offre il suo aiuto per farli crescere e aiutarli a sconfiggere i fantasmi del loro passato criminale. Tutti i ragazzi ospitati nello YCTC rimangono lì 4 mesi e poi escono per rifarsi una vita. Ma tanti ragazzi che uscivano confidavano a Suor Raquel la loro paura e la loro preoccupazione per il loro "ritorno alla realtà", in quanto spesso questo per loro significava rischiare di finire per strada, essere maltrattati dalla gente del quartiere o ritornare a delinquere per finire in un carcere di massima sicurezza. Ed ecco allora il sorgere di un sogno nel cuore di Suor Raquel: costruire una casa per accogliere gli ex detenuti e per aiutarli a reinserirsi, in modo adeguato e con un nuovo ruolo, nella vita della società. Nel 2004, durante un convegno all'Istituto dove s'era preparata al servizio nel carcere, l'Istituto di Social Ministry, Suor Raquel presentò il suo sogno e trovò qualcuno che raccolse il suo appello. Cosi quell'idea nata dall'esperienza del carcere si trasformò presto in un progetto. La conferenza episcopale del Kenya donò un terreno dove costruire la casa e la Caritas Italiana mandò i primi fondi per la costruzione. Cosi il 1° aprile 2006 venne inaugurato il Saint Joseph Cafasso Consolation House, dove entrarono 10 ragazzi ex detenuti. Fino a oggi 15 ragazzi hanno potuto vivere l'esperienza rieducativa del centro di Suor Raquel, ma ancora in tanti vorrebbero viverla se ci fosse spazio per loro. Per questo Suor Raquel, con l'aiuto della Caritas, sta coltivando un altro sogno, ampliare la struttura per poter accogliere ancora più ragazzi e aiutarli a ricostruirsi una nuova vita. Per chi volesse contribuire, è possibile andare sul sito della Caritas.

sabato 1 dicembre 2007

Nel quartiere Nueva vida di Ciudad Sandino in Nicaragua un progetto per aiutare donne e bambini

Nel quartiere Nueva vida di Ciudad Sandino in Nicaragua, l'associazione Redes de Solidaridad sta da tempo portando avanti, anche grazie al sostegno della Caritas Ambrosiana, un progetto chiamato Promozione della sicurezza alimentare, salute, allattamento materno, e della formazione delle madri gestanti, a favore di donne, neonati e bambini. Le attività portate avanti stanno migliorando le condizioni di vita di giovani incinte, madri e bambini di diverse età, che altrimenti vivrebbero in condizioni più critiche di denutrizione ed emarginazione. In 6 mesi sono state rese possibile visite mediche, con relativi esami clicnici, per 21 gestanti e 6 neonati, con una piccola compartecipazione economica ove possibile, per valorizzare l'importanza della salute materna anziché suggerire un'idea di assistenza totalmente esterna e accessoria. A 28 bambini sono stati garantiti 3.762 dosi di latte e vitamine da aggiungere a complemento del latte materno. Ogni giorno si distribuiscono bicchieri di latte a 280 bambini circa, e viene gestita una mensa che cerca di assicurare razioni giornaliere equivalenti ad una colazione e ad un pranzo equilibrato. Oltre al sostegno in termini di nutrizione e cure mediche, il progetto prevede anche un percorso formativo sulle tematiche di maternità e igiene. Sono stati infatti organizzati finora 18 laboratori per gruppi di 15 donne ciascuno, di formazione e sensibilizzazione sui temi diversi quali allattamento materno, igiene e nutrizione, pronto soccorso, maltrattamento e violenza domestica, pianificazione famigliare. Tutte queste attività hanno contribuito a generare un senso di collettività più forte e un aumento dell'autostima nelle donne, ed ha favorito il sorgere di piccole attività commerciali gestite proprio dalle donne, alla ricerca di una sempre maggiore autonomia e di un ruolo di responsabilità nella vita comunitaria.

sabato 24 novembre 2007

Sudan: una pace da costruire

Sudan: una pace da costruire: è un progetto che la Caritas Ambrosiana sta portando avanti da 11 mesi per contribuire a riportare pace e condizioni di vita accettabili in un Paese, il Sudan, che è stato prima martoriato da un conflitto tra nord e sud durato 50 anni e poi dilaniato da un'altra guerra, quella nel Darfur, proprio quando si incominciava a sperare in una nuova epoca di pace. Il risultato di questo pezzo di storia sudanese sono stati 2 milioni di morti e 6 milioni di sfollati. L'accordo globale di pace tra il Governo del Sudan e il Movimento di liberazione del popolo sudanese, firmato nel 2005, e l'Accordo di Pace sul Darfur del maggio 2006 non sono stati sufficienti a pacificare il Paese. In questo contesto la Caritas Ambrosiana ha lanciato il progetto Sudan: una pace da costruire, che si è articolato in 2 fasi distinte. Durante una prima fase sono stati rilevati i bisogni sul territorio, attraverso 4 seminari che hanno evidenziato l'esigenza diffusa di un Sudan pacificato, democratico e giusto, che presenti pari diritti e opportunità per tutti. A conclusione di questa analisi sulle esigenze del popolo sudanese si è passati ad una seconda fase, quella operativa, con l'elaborazione un programma triennale che si pone l'obiettivo di rafforzare le diverse componenti della società civile, favorire le risorse e le capacità locali già presente e attivabili, sia attraverso percorsi di formazione sia con micro interventi di sviluppo, come scavi di pozzi e acquisto di bestiamo, che siano anche opportunità di riconciliazione e di condivisione nelle diverse comunità sudanesi.

sabato 10 novembre 2007

Firmiamo.it, il sito per petizioni e raccolte firme

Firmiamo.it è una piattaforma per creare petizioni online ed allo stesso tempo raccogliere firme in ogni parte del mondo su qualsiasi argomento. E' un servizio che mette a disposizione degli italiani uno strumento facilissimo per riuscire finalmente a ricoprire un vero ruolo di cittadini, e cioé di persone che non si limitano ad andare a votare quando ci sono le elezioni, ma che partecipano attivamente anche al processo di dibattito e di scelta su importanti temi che riguardano la loro vita di tutti i giorni. Pubblicare una petizione su questo è molto semplice, lo si può fare in pochi minuti con 5 semplici passaggi, tra cui anche quello della registrazione, obbligatoria e gratuita. Al di là dei rischi di abusi e di esagerazioni cui un servizio del genere è ovviamente esposto, firmiamo.it è un sito che dovrebbero usare non solo i cittadini per far sentire di più la loro voce, ma anche i politici, perché si può rivelare, se usato da molti utenti, come un significativo termometro dello stato d'animo e delle idee dei cittadini sui più svariati argomenti. Quindi potrebbe servire per ridurre quella distanza tra i palazzi della politica e la gente, che ancora caratterizza molto la nostra politica italiana. Se poi dovesse capitare che una determinata petizione raccolga più di 50.000 firme, beh allora vorrebbe dire che di quella petizione si può fare un disegno di legge popolare da presentare in Parlamento, mentre se le firme raccolte dovessero superare la soglia delle 500.000, allora chi ha proposto quella petizione potrebbe addirittura pensare di proporre un referendum abrogativo.

sabato 27 ottobre 2007

L'imprenditore che si mette nei panni dei propri dipendenti

Il suo nome è Enzo Rossi, ed è un imprenditore di successo che gestisce un pastificio a Campofilone, in provincia di Ascoli Piceno. Per un mese ha fatto quello che dovrebbero fare tutti gli imprenditori e i politici, prima di aprire bocca su come migliorare la vita degli italiani che fanno fatica ad arrivare a fine mese: s'è messo nei loro panni. Infatti Enzo Rossi, ha provato a vivere con lo stesso stipendio che percepiscono i suoi operai, cioé 1.000 euro al mese, a cui si sono aggiunti i 1.000 euro di sua moglie. E' successo che non è riuscito ad arrivare alla fine del mese, perché i soldi sono finiti il 20 del mese. Cosi ha subito deciso di aumentare di 200 euro netti al mese gli stipendi di tutti i suoi dipendenti. L'esperimento fatto da Enzo Rossi è la conferma ulteriore che con 2.000 euro di stipendio totale, cioé di entrambi i genitori, una famiglia italiana con uno o più figli difficilmente riesce a campare. Il dato diventa ancora più drammatico se si pensa che molte famiglie italiane sono costrette a vivere con meno di 2.000 euro al mese. L'esperimento fatto da questo imprenditore di Campofilone non solo fa aprire ancora di più gli occhi sul problema del divario tra aumento del costo della vita e aumento (molto più contenuto) dei salari in Italia, ma indica anche un modo concreto e immediato di risolvere i problemi, laddove chi sarebbe deputato a farlo, esita a farlo.

sabato 20 ottobre 2007

Campagna per la Birmania lanciata da Cisl, WWF, Greenpeace e Legambiente

Cisl, WWF, Greenpeace e Legambiente hanno lanciato un appello alle imprese, agli enti locali, alle regioni e al governo italiano a favore del popolo birmano e della sua libertà, contro il lavoro forzato, per la democrazia, i diritti civili, l'ambiente, e la liberazione di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace costretta agli arresti domiciliari ormai da 12 anni. Dopo le pacifiche dimostrazioni dei mesi scorsi, in Birmania è scattata la feroce repressione del regime militare che ha portato in carcere e torturato migliaia di cittadini birmani e ne ha ucciso decine se non centinaia. La Birmania è un paese dei tristi primati: primo produttore di metanfetamine al mondo, primo per numero di bambini soldato, secondo per la produzione di oppio. Nel paese vi sono oltre mille prigionieri politici, vittime spesso di torture ed abusi. In questo contesto i gruppi organizzati che in Birmania lavorano per la democrazia, come la Lega Nazionale per la Democrazia e le Organizzazioni delle nazionalità etniche, cercano di affermare i principi della democrazia, ma fino ad ora l'unica risposta che hanno avuto dal regime birmano è una sorta di "Convenzione nazionale" per una costituzione che di fatto fa restare tutto il potere nelle mani dei militari. Il sindacato birmano, il FIUB, è stato dichiarato dal regime un'organizzazione terroristica. Nell'appello lanciato da Cisl, WWF, Greenpeace e Legambiente si chiede alle imprese italiane che hanno rapporti commerciali con la Birmania di sospendere tali rapporti, per non contribuire a rafforzare il potere della giunta, e agli enti locali, alle regioni e al governo italiano di istituire un sistema di disincentivi e di monitoraggio sul comportamento delle imprese, di sostenere attivamente le organizzazioni democratiche e sindacali birmane, di continuare a fare pressione per il rilascio di Aung San Suu Kyi e di tutti gli altri prigionieri politici, e di agire sia a livello europeo che a livello mondiale per l'apertura di un tavolo negoziale per la democrazia in Birmania con tutti i soggetti politici presenti nel Paese. Qui è possibile firmare l'appello e contribuire alla battaglia comune per una Birmania più libera e più giusta. Inoltre, per rimanere aggiornati sull'evolversi della situazione in Birmania, si consiglia di visitare questo sito.

sabato 13 ottobre 2007

"Una mela per la vita" quest'anno anche sul web

Oggi e domani, 13 e 14 ottobre, in 3.000 piazze italiane, torna l'iniziativa "Una mela per la vita", l'appuntamento con la solidarietà promosso dall'AISM, dalla sua Fondazione e da UNAPROA, la principale unione di produttori ortofrutticoli d'Europa, per combattere la sclerosi multipla. Quest'anno l'iniziativa si arricchisce anche di una "versione digitale" fatta apposta per gli utenti web. Andando sul sito www.giovanioltrelasm.it, è possibile prendere una mela, trascinarla sull'albero e personalizzarla con un messaggio, una fotografia o un video. Il 18 ottobre, a conclusione dell'evento online, sarà premiato con uno speciale sul sito il contributo più originale. Sullo stesso sito, è possibile anche fare una donazione online per sostenere la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla e il Programma Giovani oltre la SM, oppure proporsi come volontari per gli eventi nelle piazze d'Italia. Sempre sul sito sono disponibili anche il backstage, la photogallery e gli spot dell'evento e la mappa delle piazze dove è possibile acquistare le mele, per individuare la più vicina a casa propria. Unendo le piazze reali dove saranno vendute le mele e la piazza virtuale del sito, gli organizzatori di "Una mela per la vita" si propongono di dare ancora a più persone la possibilità di partecipare a questo gesto di solidarietà per aiutare i malati di sclerosi multipla.

sabato 6 ottobre 2007

Quando gli azionisti chiedono più moralità: il caso Bhp Billiton

La società australiana Bhp Billiton è una delle più grandi compagnie minerarie al mondo che nell'ultimo anno ha aumentato i propri profitti del 27% e ha visto passare il valore dei propri titoli da 25 a 45 dollari. Tutto sta andando a gonfie vele quindi, se non fosse per quella richiesta strana arrivata da un gruppo di azionisti della società: non estrarre più uranio, perché è immorale. A guidare il gruppo dei "ribelli" della Bhp Billiton è John Poppins, un ingegnere in pensione che con la sua famiglia controlla azioni della Bhp per oltre un milione di dollari australiani (circa 623mila euro). Egli, insieme ad altri azionisti, sta raccogliendo firme per la petizione da presentare all'ordine del giorno nella riunione degli azionisti, prevista a novembre ad Adelaide, con cui chiedere lo stop all'estrazione di uranio, pericolosa e dannosa. Nel caso in cui vengano raccolte le firme sufficienti, per la Bhp Billiton, e non solo, si tratterebbe di un duro colpo, dato che questa società vende uranio a mezzo mondo, dall'Europa agli Stati Uniti, dalla Corea del Sud al Giappone, e, nel sud dell'Australia, la compagnia controlla il più vasto deposito di uranio al mondo, con due milioni di tonnellate di ossido di uranio nel sottosuolo, per un valore di oltre 700 milioni di euro. (fonte Peacereporter)

sabato 29 settembre 2007

Raccolta di firme per il referendum sugli OGM e per la sovranità alimentare

E' iniziata la raccolta di firme a sostegno di due leggi di iniziativa popolare, presentate in Corte di Cassazione il 20 luglio 2007, l'una per dire no agli OGM delle multinazionali con un referendum, l'altra per dire si alla sovranità alimentare che tuteli i contadini e i consumatori. Entrambi le leggi sono state promosse da un Comitato Promotore composto dai contadini di Altragricoltura Foro Contadino, e sono state firmate anche da Gianni Cavinato per l'Associazione Consumatori Utenti, da Fabrizia Pratesi de Ferrariis per Equivita. Al comitato promotore hanno già aderito anche altre organizzazioni, istituzioni e personalità, tra cui la sezione italiana del Contratto Mondiale sull'Acqua, Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Medicina Democratica, e Icea, il più importante istituto di certificazione del biologico. Riguardo alle due leggi, quella che istituisce il referendum sugli OGM, in linea con la normativa europea, che prevede la consultazione popolare prima che gli OGM vengano definitivamente liberalizzati nella produzione, propone un referendum sul tema. Essa vuole permettere che su questa decisione cosi delicata, i cittadini italiani possano esprimersi per far valere i loro interessi contro le pressioni delle lobbies nazionali e internazionali del transgenico. Con la legge per la sovranità alimentare, i contadini e i loro alleati indicano alle istituzioni la strada per uscire dalla pesantissima crisi che sta investendo le campagne italiane. Questa legge, oltre che affermare il principio della centralità degli interessi di chi lavora la terra e di chi consuma il cibo nella gestione politica dell'agricoltura italiana, propone spazi di partecipazione democratica con le Consulte per la Sovranità Alimentare e strumenti operativi nuovi come quelli contro il dumping, per promuovere il ciclo corto o l'Agenzia per la gestione dei beni comuni e le risorse naturali in agricoltura. Chi volesse firmare per queste due leggi o raccogliere informazioni sull'iniziativa, può visitare questo sito.

sabato 15 settembre 2007

Appello per salvare il lago Ciad

Bisogna mobilitarsi per salvare il lago Ciad, uno dei più grandi bacini d'acqua dolce del continente africano. Questo l'appello di Ban Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite, dopo la sua ultima visita in Africa. In meno di 30 anni la superficie del bacino è passata da 25.000 a 2.000 km quadrati, a causa del deterioramento ambientale della regione, della desertificazione e del riscaldamento climatico. L'idea di Ban Ki-Moon è quella di dar vita a un programma internazionale appoggiato dall'ONU per la tutela del lago. Già qualcosa si sta facendo. Dal 2003 infatti, i paesi membri della commissione del bacino del lago Ciad (Camerun, Nigeria, Ciad e Niger) hanno cercato, anche grazie ad aiuti finanziari della comunità internazionale, di trasferire parte delle acque dell'Oubangui, un fiume della regione, per risanare il lago attraverso un canale navigabile. A rischio anche l'esistenza di 25 milioni di esseri umani, la cui sopravvivenza è strettamente legata al lago Ciad, e che sono costretti a guardare le barche arenate e le terre una volta ricoperte dall'acqua, ora incolte. (fonte Misna)

sabato 8 settembre 2007

Dialogo nel buio, mostra permanente per vedere come i non vedenti

L'Istituto dei Ciechi di Milano ha organizzato un mostra, Dialogo nel Buio, che vuole essere un invito a sperimentare un modo diverso di relazionarsi con la realtà che ci circonda, lo stesso modo con cui lo fanno le persone non vedenti. I visitatori della mostra, a gruppi di 8, fanno un viaggio della durata di 1 ora e 15 minuti, in cui compiono alcune azioni quotidiane immersi nel buio. Una guida esperta non vedente conduce il visitatore lungo il percorso aiutandolo ad usare in modo nuovo il tatto, l'udito, l'olfatto e il gusto. Questo permette di fare un'esperienza multisensoriale in cui si possono sperimentare una percezione delle cose e una comunicazione molto profonde e intense, in assenza dell'immagine visiva. Al bar, ultima tappa del viaggio, guide e visitatori si incontrano per dialogare senza alcun pregiudizio e per commentare insieme l'esperienza vissuta. All'interno della mostra vi sono progetti specifici per bambini, giovani, anziani, famiglie e aziende, tra cui laboratori didattici sulla percezione non visiva, sulla capacità di ascolto e sulla memoria, laboratori artistici e percorsi formativi. Inoltre, sempre nell'ambito della stessa mostra è possibile partecipare a 2 iniziative particolari, il Cafénoir, dove si prendono cocktail e stuzzichini e si dialoga immersi nella magia del buio, e la Cena al Buio, una cena che si svolge tutta nel buio totale, dove, in un'atmosfera suggestiva e coinvolgente, è possibile riscoprire il valore dell'ascoltare, il bello del toccare, il piacere del gustare e il fascino del riconoscere i profumi. Il tutto degustando tutte le portate al buio e ascoltando brani musicali, che rendono ancora più affascinante questa esperienza. Per avere ulteriori informazioni sulla mostra Dialogo nel Buio è possibile andare sul sito dell'Istituto dei Ciechi di Milano.

giovedì 6 settembre 2007

Lirio Abbate, giornalista disposto a rischiare la vita pur di fare il suo dovere

Rischia la vita per fare il suo dovere, quello di cercare la verità e di raccontare come stanno realmente le cose. Solo che lo fa in Sicilia e parla della mafia. E allora Lirio Abbate, giovane giornalista redattore dell'Ansa di Palermo e corrispondente de La Stampa, deve girare sotto scorta, dopo le ripetute minacce ricevute dai mafiosi della sua stessa terra. Nato nel 1971 a Castelbuono, Lirio Abbate è cresciuto nel giornalismo occupandosi di cronaca giudiziaria e di attualità. Ha già scritto 4 libri: Nostra mafia dei monti - Dal processo alle cosche delle Madonie al caso Contrada (Dharba Editore Spoleto, 1993), La storia del giro podistico di Castelbuono - La corsa su strada più antica d'Italia (Promos Editore, 1994), La mafia che ho conosciuto (Edizioni Espero, 1996), I COMPLICI - Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento (Fazi Editore, 2007), in collaborazione con Peter Gomez. E' stato l'unico giornalista presente sul luogo al momento della cattura del capomafia Bernardo Provenzano e il primo a redigere la notizia della cattura con tutti i particolari del blitz raccontati in diretta. In Sicilia ha seguito le inchieste e i processi più importanti sulla criminalità organizzata e sul traffico di esseri umani, in particolare sugli sbarchi degli extracomunitari sulle coste siciliane. Su questi temi ha realizzato molti reportage per il quale ha anche ricevuto il premio Cronista dell'anno 2003. Qui si possono trovare il primo e l'ultimo dei 4 libri di Lirio Abbate.

mercoledì 5 settembre 2007

I racconti della tradizione orale africana in cartoni animati

L'idea è venuta ad un'assistente di produzione camerunense, Anne Mpay, oggi residente in Francia: trasformare i racconti della tradizione orale africana in cartoni animati. Il progetto si chiama Sotto il baobab, l'albero simbolo del continente africano e sotto il quale i popoli della savana si riunivano per ascoltare i racconti. Anne Mpay ha scelto una serie di storie di 17 paesi africani francofoni e ne ha fatto dei cortometraggi della durata di circa 15 minuti ciascuno. Le storie verranno raccontate nei cortometraggi a un gruppo di studenti occidentale che ha deciso di girare l'Africa a bordo di un minibus e che si ferma ogni tanto lungo la strada per ascoltare i racconti. I cartoni animati verranno realizzati con bambini con un'età compresa tra i 7 e gli 11 anni e conterranno storie già pubblicate in Francia. Anche se la produzione dei cortometraggi sarà francese, Anne Mpay vorrebbe coinvolgere anche l'Unione Africana nel progetto, dato che lo scopo è proprio quello di diffondere la cultura africana. Anne Mpay è motivata nel suo progetto dall'idea che gli africani dovrebbero essere i primi a diffondere la propria cultura nel mondo, mentre oggi spesso avviene che siano solo gli occidentali a prendere elementi della tradizione africana per farne produzioni di successo, come il Re Leone o Kirikou, che però alla fine non contribuiscono a far conoscere meglio la cultura del continente africano. (fonte Misna)

martedì 4 settembre 2007

In Kenya nuovi semi contro la fame

L'Istituto di ricerca per l'agricoltura del Kenya ha sviluppato delle nuove varietà di semi di mais, frumento e canna da zucchero, più resistenti alle malattie e alla siccità e più facilmente adattabili ai terreni aridi e con poca acqua. I semi ora possono essere lanciati sul mercato ed essere cosi usati per migliorare i raccolti e aumentare le riserve degli agricoltori che li useranno. Per promuovere l'uso delle nuove sementi, il ministro kenyano dell'agricoltura ha invitato i commercianti e i distributori ad adottare prezzi bassi. Inoltre il governo kenyano si propone di esportare i nuovi semi anche in Uganda, Tanzania, Sudan e Repubblica Democratica del Congo, e si augura di poter presto attirare investimenti dall'industria privata. Le nuove colture riceveranno una certificazione per dimostrarne la conformità agli standard agricoli. In Kenya attualmente circa l'80% dei semi piantati proviene ancora dai compartimenti non ufficiali. Il paese possiede riserve pari a 36 milioni di sacchi di mais, rispetto ai 26 messi da parte lo scorso anno, e punta ad accumularne 38 per il 2008, per poter cosi raggiungere l'autosufficienza alimentare. (fonte Misna)

lunedì 3 settembre 2007

Comunità Libere alimenta la speranza nella lotta alla 'ndrangheta

Comunità Libere è un movimento di difesa popolare nonviolenta dagli attacchi delle mafie e delle massonerie deviate, costituito da persone, famiglie, associazioni e gruppi che rappresentano le forze della società civile calabra che vogliono sconfiggere ogni mafia per ridare alla propria comunità la gioia di vivere nella democrazia, nella libertà, nella pace e nella giustizia. Dopo i fatti di Duisburg, Comunità Libere, insieme al Consorzio di Cooperative Sociali Goel e alla Pastorale del Lavoro della Diocesi di Locri, ha emesso un comunicato per dire che la strage tedesca non solo non deve costituire una battuta d'arresto della speranza che i calabresi onesti tentano di coltivare e diffondere ogni giorno, ma anzi rappresenta una disfatta per la 'ndrangheta. Perché se questa strage è il risultato del modo di operare della 'ndrangheta, bisogna convincere anche gli 'ndranghetisti che questa organizzazione è un grande imbroglio, in primo luogo nei loro confronti, perché spesso sono costretti a versare il proprio sangue in faide assurde. La grande menzogna della 'ndrangheta, che conta oggi su un giro d'affari "sporco" di 36 miliardi di euro annui, consiste nel fatto che tanti entrano in essa con il mito del “rispetto”, con la certezza che prima “non sei nessuno” e poi tutti ti rispetteranno e ti temeranno, e poi vieni ucciso barbaramente dai primi che dovrebbero "rispettarti", o vieni arrestato e passi parte della tua vita in carcere, dove pochi ti rispettano e molti ti disprezzano per quello che hai fatto. Si entra nella 'ndrangheta perché si pensa di poter fare tanti soldi, mentre i soldi li fanno solo in pochi, mentre la maggior parte continuerà a essere povera. Infatti è ormai noto che il 90% delle ricchezze della 'ndrangheta è nelle mani del 10% degli affiliati. Quella del rispetto e dell'arricchimento facile sono due menzogne della 'ndrangheta, e di questo bisogna convincere chi è tentato di cadere o è già caduto nella loro trappola. Qui è possibile leggere tutto il comunicato di Comunità Libere, che termina con queste parole: "Ci rivolgiamo dunque ai mafiosi e diciamo: Aprite gli occhi! Non fatevi imbrogliare! Se nella Locride è stato fatto qualcosa di buono certamente non è stata né la 'ndrangheta né la massoneria deviata a portarlo. Sono stati un Vescovo e una Chiesa coraggiosi, sono state le cooperative sociali, sono stati Sindaci onesti e instancabili... la 'ndrangheta ha portato solo rovine, disgrazia, lutto e povertà, soprattutto per voi! Ancora una volta vi tendiamo la mano, la strada che vi proponiamo non è facile. Vi sono sacrifici da fare. Ma insieme abbiamo già dimostrato che è possibile costruire percorsi alternativi, guadagnandosi da vivere onestamente, essendo rispettati perché si fanno cose buone per tutti. Vi abbiamo dimostrato che è possibile cambiare, godendosi la propria famiglia, a testa alta. La 'ndrangheta invece cosa vi ha dimostrato?..".

sabato 1 settembre 2007

A Londra 1 milione di poveri potranno prendere l'autobus grazie al petrolio venezuelano scontato

Un milione di londinesi disagiati e poco abbienti potrà d'ora in poi prendere l'autobus a Londra, perché il biglietto per loro costerà la metà. Questo è uno dei frutti dell'accordo siglato all'inizio di quest'anno tra il presidente venezuelano Hugo Chavez e il sindaco di Londra, Ken Livingstone. Accordo che prevede uno scambio alla pari fra le rispettive ricchezze autoctone: da una parte petrolio crudo venezuelano a prezzo speciale, con uno sconto del 20 % rispetto al valore di mercato, destinato al parco bus di Londra, e dall'altra una squadra di burocrati inglesi specializzati nell'amministrazione pubblica, che a Caracas insegnerà la pianificazione urbana, la gestione dei trasporti, del turismo e della protezione ambientale. L'accordo prevede che per un anno il nero venezuelano arrivi scontato nei serbatoi dei mezzi pubblici londinesi per un risparmio di 32 milioni di dollari. Soldi che copriranno il 50 percento di sconto sui ticket degli autobus. A Londra cosi d'ora in poi anche le madri e i padri soli, i disabili, gli invalidi, e chiunque debba usufruire di sussidi statali potranno permettersi di salire su quelli che sembrano essere i mezzi pubblici tra i più cari al mondo. (fonte Peacereporter)

venerdì 31 agosto 2007

Il Sudan ospita i rifugiati palestinesi che fuggono dall'Iraq

Saranno probabilmente ospitati dal Sudan i circa 1.400 rifugiati palestinesi bloccati sul confine iracheno, tra la Siria e il Libano, che non ne permettono l'ingresso. Questo è quanto promesso dal presidente sudanese Omar al Bashir a Azam al Ahmed, inviato dal presidente palestinese Mahmud Abbas, in visita nei giorni scorsi a Khartoum. Per le operazioni di trasferimento dei rifugiati, alloggiati nei campi spontanei di Al Waeed e di Al Tanf, dovrebbero intervenire anche organizzazioni internazionali e arabe. Questa decisione è stata presa dopo che, nelle scorse settimane, l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (Unhcr/Acnur) aveva lanciato diversi appelli per uno sfollamento urgente dall'Iraq dei rifugiati palestinesi, molti dei quali bambini esposti ad assassini, sequestri, minacce e in gravi condizioni di salute. I 1.400 rifugiati che probabilmente troveranno accoglienza in Sudan, sono solo una parte dei circa 19.000 palestinesi residenti in Iraq che hanno abbandonato il loro paese all'inizio della guerra nel 2003, costretti a farlo perché, dal momento che l'ex partito di Saddam Hussein, al Baath, li aveva integrati assumendoli nell'amministrazione pubblica e concedendo loro abitazioni a prezzo politico, oggi le comunità irachene al potere li guardano con sospetto. (fonte Misna)

giovedì 30 agosto 2007

I G.A.S., i Gruppi di Acquisto Solidale

Si chiamano G.A.S., Gruppi di Acquisto Solidale, e sono dei gruppi di persone che vogliono insieme fare quello che ciascuno di noi fa quotidianamente, acquistare dei prodotti, di prima necessità e non, ma in modo particolare, guardando cioé alla qualità dei prodotti e dei fornitori. Sono una forma di consumo critico basato su valori quali il rispetto dell'ambiente, l'attenzione alla condizione dei lavoratori e allo sviluppo di un'economia locale sana e controllabile. Solitamente un G.A.S. è formato da un gruppo abbastanza ristretto di persone e/o famiglie che si incontrano mensilmente o più volte al mese per acquistare all'ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da fornitori conosciuti, fidati, e che corrispondano ai criteri etici sulla base dei quali avviene l'atto dell'acquisto. L'aggettivo solidale in modo particolare rafforza il criterio della solidarietà come criterio principale nella scelta dei prodotti, una solidarietà che ci deve essere sia tra i membri del gruppo, sia con i piccoli produttori da cui si acquistano i prodotti, sia con i popoli che, a causa del modello economico impostosi nel mondo, sono più poveri di quelli che invece godono dei frutti del progresso economico in cui viviamo. Molto importante per i G.A.S. è la scelta dei produttori, che di solito sono piccoli e locali, per avere la possibilità di conoscerli sempre meglio, di "controllarli" e di ridurre l'inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto delle merci da una città all'altra, o, peggio, da una nazione all'altra. Inoltre spesso i G.A.S. cercano di acquistare prevalentemente prodotti biologici o ecologici che siano realizzati rispettando l'ambiente e le condizioni di vita dei lavoratori. Il primo gruppo d'acquisto solidale è nato in Italia nel 1994 a Fidenza, mentre la prima rete di G.A.S. risale al 1997. Attualmente in Italia vi sono più di 300 G.A.S., che a loro volta si riuniscono in reti per aiutarsi e per contribuire a diffondere, con iniziative comuni, la loro esperienza e il loro stile di consumo critico. Su questo sito è possibile conoscere più approfonditamente la realtà dei G.A.S. e consultare i gruppi tuttora esistenti in Italia.

mercoledì 29 agosto 2007

Un poeta palestinese poeta mondiale dell'anno

Il poeta palestinese Mahmud Darwish è stato dichiarato Poeta dell'anno 2007 all'annuale Festival mondiale della poesia in Macedonia, denominato anche Le serate poetiche di Struga, dal nome della città che ospita l'evento. Mahmud Darwich è nato nel 1941 a Birwah, un villaggio della Galilea, ed è uno dei poeti palestinesi più rappresentativi, oltre che una voce importante nella lotta per l'indipendenza palestinese. Proprio a causa delle sue poesie, Darwish è stato imprigionato ben 5 volte tra il 1061 e il 1967. Durante la cerimonia di premiazione, alla presenza delle più alte personalità macedoni e degli oltre 50 poeti che hanno partecipato alla manifestazione, Darwish ha dichiarato che, tramite lui, il riconoscimento va a tutto il popolo palestinese, che lotta in patria per i suoi diritti legittimi. Su invito degli organizzatori del Festival, Mahmud Darwish ha anche piantato un albero a titolo simbolico, e ha promesso che ripeterà il gesto anche la prossima primavera, piantando un ulivo, simbolo della Palestina. (fonte Misna)

martedì 28 agosto 2007

In Uganda cure gratuite per i mutilati di guerra, anche grazie a 7 chirurghi indiani

In 7 distretti del nord Uganda, tra cui Gulu, Kitgum, Pader, Apac, Lira e Oyam, gli ospedali forniranno cure e interventi chirurgici gratuiti alle persone mutilate o sfregiate per le violenze subite dai ribelli dell'Esercito di resistenza del Signore (Lra, Lord resistance army). Tutto ciò è reso possibile grazie al lavoro di 7 chirurgi arrivati dall'India, specializzati in oftalmologia, plastica, ortopedia, urologia, ostetricia, ginecologia e chirurgia delle orecchie, del naso e della gola. I 7 chirurgi indiani saranno affiancati da un centinaio di chirurgi ugandesi, tutti volontari che hanno aderito al programma, per ricostruire gli organi asportati o distrutti dai ribelli. Secondo le previsioni dei coordinatori del progetto, saranno circa 2.000 le persone che verranno curate e operate. L'iniziativa è possibile anche grazie ai contibuti finanziari di alcune associazioni filantropiche, e al sostegno dell'Associazione dei chirurgi ugandesi, del Ministero della Sanità e dell'Associazione dei medici locali. (fonte Misna)

lunedì 27 agosto 2007

I Medici Senza Frontiere lanciano la campagna Dimmi Di Più, per un'informazione più completa sulle crisi umanitarie

A seguito della pubblicazione del rapporto 2006 sulle crisi dimenticate, l'associazione Medici Senza Frontiere, MSF, ha lanciato a campagna di sensibilizzazione, chiamata Dimmi Di Più, che, con la partecipazione straordinaria della criminologa Julia, noto personaggio dei fumetti, punterà a coinvolgere il grande pubblico nel chiedere un'informazione più attenta alle crisi umanitarie. Dal terzo rapporto sullo spazio dedicato dai mezzi di comunicazione italiani alle crisi umanitarie del 2006, è infatti emerso che pandemie, crisi alimentari e tragedie provocate da guerre e soprusi, che hanno falciato milioni di vite umane sono state completamente, o quasi, ignorate da telegiornali, quotidiani e periodici. L'analisi, che ha esaminato a campione 22 quotidiani, 13 periodici e i principali telegiornali della tv generalista, ha per esempio constatato che l'anno scorso, vi sono stati 2 milioni di morti per TBC e 80 morti per aviaria, ma mentre per i primi vi sono stati solo 3 servizi nei telegiornali, ai secondi sono stati dedicati oltre 400 servizi. Il rapporto dei Medici Senza Frontiere si è soffermato in particolare su quelle che sono considerate le 10 più gravi crisi dimenticate: Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Colombia, Cecenia, malnutrizione, Haiti, tubercolosi, Repubblica Centrafricana e India centrale. In merito alla Cecenia è emerso per esempio che in un intero anno sono stati dedicati solo 92 articoli dai 22 quotidiani e dai 13 periodici presi in considerazione, ma di questi ben 42 si riferiscono a due singoli episodi eclatanti, quali l'uccisione del leader separatista Basayev (23 articoli) e l'assassinio della giornalista Anna Politkovskaja (19), mentre è praticamente inesistente lo spazio dedicato alle condizioni di vita e alle sofferenze dei civili ceceni di cui proprio la Politkovskaja coraggiosamente scriveva. Sulla Colombia sono stati pubblicati un centinaio di articoli, ma praticamente nessuno racconta dei milioni di sfollati causati dagli scontri tra esercito, paramilitari e guerrieri. Sono 63 gli articoli pubblicati sul Ciad, ma dei 200.000 rifugiati dal vicino Darfur e dei 50.000 sfollati interni hanno parlato solo 10 pezzi. Alla malaria, che uccide un bambino ogni 30 secondi, sono state dedicate 6 notizie (di cui ben 4 sulla morte di un italiano che ha contratto la malattia in Congo). Per questo MSF si impegna in un'azione di stimolo costante nei confronti dei mass media affinché non tralascino di informare sulle realtà dei tanti contesti di crisi nel mondo, nell'erronea convinzione che questi non interessino. Questa la pagina web dove aderire alla campagna Dimmi di più.

mercoledì 8 agosto 2007

Una ludoteca come segno di pace nella città di Caana

Caana è una di quelle città che fu al centro del duro scontro avvenuto l'estate scorsa tra Israele e Hezbollah. Nei giorni scorsi in quella città è stata inaugurata una ludoteca per bambini, che vuole essere una risposta di pace ad una realtà ancora molto incerta. La ludoteca è stata ricavata dalla ristrutturazione di un vecchio edificio, ed è stata realizzata dalla cooperazione toscana con mezzi finanziari della Regione, del comune di Castelnuovo Berardenga, nel Chianti senese, e dell’organizzazione non governativa Movimondo che da tempo opera in questa zona. Questo hanno detto le donne di Caana in merito al progetto: "La ludoteca permetterà ai nostri bambini di avere a disposizione un luogo dove stare e a noi mamme di poter pensare meglio ai problemi della nostra famiglia". Questa non è l'unica iniziativa portata avanti dalla Regione Toscana a favore del Libano, che nella persona dell'assessore Massimo Toschi, ha avuto recentemente incontri con i sindaci delle città del sud del Libano, e anche con importanti esponenti della società civile, religiosa e politica di questo paese, ha pronunciato spesso, per pianificare altri interventi a favore di una pace duratura.

martedì 7 agosto 2007

I Nuba, un esempio di convivenza pacifica in Sudan

In Sudan, nello stato di Kordofan, vive un popolo di 2,5 milioni e mezzo di persone che rappresentano un esempio di convivenza pacifica tra le numerose etnie presenti in questo paese africano. Si chiamano Nuba, e tra essi vi sono ben 50 gruppi etnici e linguistici differenti, riuniti in una decina di famiglie principali. Tra essi vi sono credenti musulmani, cristiani, seguaci delle religioni tradizionali, che spesso convivono anche all’interno della stessa famiglia. Essi sono abituati ad affrontare e risolvere i problemi legati alla convivenza di etnie e religioni differenti. Per esempio, per non alimentare dispute tra chi santifica il venerdì e chi la domenica, hanno deciso che il giorno di riposo dal lavoro sia per tutti il giovedì, così ciascuno potrà coltivare i propri riti religiosi senza prevaricare sugli altri. Purtroppo i Nuba, durante la guerra in Sudan, sono stati sottoposti dalle milizie sudanesi a un vero e proprio genocidio: bombardamenti sui civili, assalti ai villaggi, incendi dei raccolti, furti di bestiame, rapimenti di bambini, torture, assassini e incarcerazioni arbitrarie. Per anni il governo di Khartoum, per nascondere questi orrori e per fiaccare la resistenza del popolo Nuba, ha vietato l'accesso nella zona alle Nazioni Unite e ad ogni altro organismo internazionale. A favore dei Nuba, l'associazione Movimondo sta portando avanti da tempo un progetto per migliorare il tenore di vita della popolazione, attraverso la realizzazione di una serie di attività che si propongono di garantire migliori condizioni di sicurezza alimentare, servizi sanitari più efficaci e un potenziamento dei servizi educativi.

lunedì 6 agosto 2007

Mai più altre Hiroshima e Nagasaki

Il 6 agosto del 1945, alle 8.15 la bomba atomica Little Boy venne sganciata su Hiroshima, provocando tra le 100.000 e le 200.000 vittime, la maggior parte delle quali civili, e di cui circa 80.000 morirono all'istante. Questo post ha l'esclusiva funzione di ricordare quel giorno che deve servire sempre come monito affinchè ciò che è accaduto 67 anni fa non succeda più. Ogni anno sono innumerevoli in tutto il mondo le manifestazioni per ricordare le due stragi atomiche di Hiroshima e Nagasaki. In Italia quest'anno v'è un'importante iniziativa a Vicenza, organizzata dai Beati i costruttori di pace, Cipax, Gavci, Mir, Pax Christi e Ucebi, per fare memoria delle vittime del bombardamento atomico e chiedere perdono a Dio e agli uomini dell'arroganza delle scelte fratricide. Si tratta di una 4 giorni, che va dal 5 al 9 agosto, che prevede momenti di preghiera e meditazione, dibattiti, letture, proiezioni e manifestazioni, come quella conclusiva alla base USAF di Aviano, dove sono stoccate parte delle atomiche presenti sul territorio italiano. Durante questi giorni di incontro verrà anche presentata dai Beati i costruttori di pace la legge d'iniziativa popolare per dichiarare l'Italia "Zona libera da armi nucleari", e i rappresentanti di diverse confessioni religiose redarranno un documento unitario da inviare alla terza Assemblea ecumenica delle Chiese d'Europa, che si terrà a Sibiu dal 4 al 9 settembre, affinché ribadiscano che non solo l'uso, ma anche la fabbricazione, la proliferazione e la semplice detenzione di armi nucleari costituiscono un gravissimo peccato contro Dio e contro l'umanità ed il creato. Qui è possibile trovare l'agenda completa dell'iniziativa di Vicenza.

sabato 4 agosto 2007

Bruce Trevorrow, il bambino aborigeno strappato alla sua famiglia e risarcito dopo 50 anni

Bruce Trevorrow aveva 13 mesi quando, nel 1957, fu portato all'ospedale di Adelaide per alcuni dolori allo stomaco. Nella sua cartella medica fu scritto che il bambino era senza genitori, trascurato e malnutrito. In realtà l'unico suo "male", per le autorità australiane, era quella di appartenere a una famiglia di aborigeni, e per questo era da sottrarre alla sua famiglia e affidare a una famiglia di bianchi. Il piccolo Bruce fu cosi forzatamente allontanato dalla sua famiglia, che riuscì a rivedere solo dopo 10 anni. E oggi Bruce Trevorrow, che di anni ne ha ormai 50, s'è visto riconoscere l'ingiustizia subìta dalla Corte suprema dell'Australia del sud, che ha deciso di dargli, come risarcimento, 328.000 euro. E' il primo gesto con cui l'Australia inizia a fare i conti con una parentesi buia della propria storia, quella compresa tra il 1910 e il 1980, quando tolse forzatamente circa 100.000 bambini aborigeni alle loro famiglie per farli crescere in famiglie bianche. La decisione di risarcire Bruce Trevorrow è arrivata a un anno e mezzo dall'inizio del processo, dopo che Bruce è riuscito a dimostrare, anche confrontando il suo sviluppo personale con quello dei fratelli rimasti nella famiglia originaria, che la sottrazione gli ha procurato crisi di identità, depressione, problemi di alcolismo e una vita professionale precaria. Adesso si spera che anche altri ex "bambini rubati" possano ottenre giustizia, anche se dopo la sentenza per Trevorrow, il ministro australiano per gli affari indigeni, Mal Brough, ha escluso pagamenti collettivi da parte del governo. Ma al speranza è l'ultima a morire, e il caso Trevorrow potrebbe veramente far cambiare idea. (fonte Peacereporter)

venerdì 3 agosto 2007

Negli ospedali africani energia dai rifiuti?

Un sistema per strasformare i rifiuti ospedalieri in materiale riciclabile. Questa l'ambiziosa sfida di una società sudafricana, che sta cercando di implementare questo sistema in una struttura ospedaliera del Botswana. Il progetto prevede l'utilizzo di un sistema computerizzato in grado di sterilizzare per ogni ciclo produttivo 75 kg di materiale di scarto, garze, siringhe, aghi, guanti, bottiglie e ogni altro genere di rifiuti di una struttura ospedaliera, e renderli utilizzabili come materiale di riciclo. Dal processo, che non prevederebbe emissioni in atmosfera, sarebbe possibile ricavare materiali utili anche per la produzione di energia elettrica per le stesse strutture sanitarie. Questo sistema, per ora definito semplicemente "il convertitore", è già usato anche in altri paesi, tra cui Cina, Brasile, e alcuni paesi europei, ma non ancora in Africa. La sua adozione in Botswana quindi potrebbe essere quindi il trampolino di lancio per favorire la diffusione di questa tecnologia anche nel continente africano. (fonte Misna)

giovedì 2 agosto 2007

Dopo di noi durante noi, il nuovo progetto Caritas per i disabili

Permettere a tutte le persone disabili di realizzare il proprio sogno di costruirsi una vita autonoma e indipendente, rispetto alla famiglia e al luogo protettivo che li ha visti nascere, un desiderio che è proprio di ogni essere umano. Il tutto quando la famiglia c'è ancora, e non solo quando essa non c'è più, per un motivo o per l'altro, e il disabile è costretto ad andare a vivere da solo. Per questo il progetto è stato chiamato "Dopo di noi, durante noi", perché si propone di dare più autonomia alle persone disabili "durante" l'esistenza della loro famiglia, e anche con la collaborazione attiva della stessa. Il progetto è stato promosso dalla Caritas Ambrosiana, in collaborazione con altre 10 associazioni, partendo da alcuni quartieri di Milano. L'idea è quella di studiare, insieme alle famiglie dei disabili, alla comunità locale e alle istituzioni presenti sul territorio percorsi d'autonomia per le persone disabili, per farle realizzare sempre più compiutamente nel cammino della vita. Per chi volesse avere ulteriori informazioni su questo progetto, o dare un suo contributo, è possibile visitare il sito della Caritas.

mercoledì 1 agosto 2007

Presentato in Parlamento il primo disegno di legge sul commercio equo e solidale

E' stato presentato in Parlamento un decreto legge sul commercio equo e solidale, dal titolo Disposizioni per la promozione del Commercio Equo e Solidale, che porta la firma di 80 deputati e 39 senatori, appartenenti a diversi partiti sia di centro-destra che di centro-sinistra. In caso di approvazione, il Parlamento italiano sarebbe il primo parlamento europeo a ratificare un quadro normativo sul commercio equo e solidale. Il disegno di legge definisce in maniera chiera l'ambito del settore, stabilisce delle misure per favorire lo sviluppo della comunità alla quale appartiene il produttore, intende garantire maggiore trasparenza della filiera nei confronti di terzi, pone obblighi per il produttore a garantire condizioni di lavoro a norma per evitare lo sfruttamento dei lavoratori. Il ddl prevede anche misure più specificamente mirate allo sviluppo economico del commercio equo e solidale, come la copertura fino al 50% cento dei costi sostenuti da istituti scolastici per interventi sul commecio equo e solidale, rivolti ai propri allievi, agli studenti e al corpo docente, ma anche la copertura fino al 50% degli oneri sociali relativi al personale costituito da dipendenti, soci lavoratori o mediante altre forme di lavoro previste dalla legislazione vigente in materia, per un massimo di 1.500 euro all'anno per una bottega del commercio equo e solidale e per un periodo non superiore a cinque anni per addetto. Questa proposta di legge si pone anche l' obiettivo quello di scoraggiare quei commercianti che approfittano dell'interesse e del successo che sta riscuotendo il commercio equo e solidale per fare affari in maniera "sospetta". Alla trattativa per questo disegno di legge hanno partecipato 3 associazioni di settore (AGICES, che rappresenta 112 organizzazioni italiane, 300 botteghe nel mondo, con circa 22.500 soci di cui 650 persone giuridiche, Transfair/Fairtrade e Assobotteghe) che quindi hanno contribuito con i parlamentari a redigere le norme che devono regolare il settore in cui operano.

martedì 31 luglio 2007

Nuovo volume su Paolo VI e il dialogo per evitare lo scontro di civiltà

E' stato pubblicato dall'Editrice Studium di Roma e dall'Istituto Paolo VI di Brescia un volume che raccoglie gli atti di una giornata di studi tenutasi a Parigi presso la sede dell'Unesco il 13 dicembre 2005, sul tema "Le dialogue possible. Paul VI et les cultures contemporaines". Alla giornata hanno partecipato studiosi di livello internazionale, di cui il volume riporta i preziosi contributi. Nella sua recensione per l'Osservatore Romano, Giulio Colombi sottolinea come questo volume ci ricordi "l'insostituibilità del dialogo per cercare di prevenire quell'urto o scontro tra civiltà e culture che studiosi pessimisti, come Huntington, ritengono inevitabile". E, dopo aver sottolineato il rischio che la parola dialogo venga banalizzata senza essere capita nel suo vero senso e nelle sue reali potenzialità, ha ricordato che "dialogo è termine straordinariamente impegnativo nelle relazioni umane, se preso nella sua accezione genuina; basterà ricordare, a noi cristiani, che il fondamentale e vero dialogo con l'umanità è quello che si è attuato, e che continua mediante la presenza dello Spirito Santo nella storia, con la rivelazione dell'Antico e del Nuovo Testamento, culminata in Gesù Cristo, Figlio del Padre e suo annunciatore... E' proficuo, anzi indispensabile dunque, tornare a riflettere sul grande insegnamento intorno alla possibilità e fecondità del dialogo che, con visione lucida d'analisi circa i problemi planetari della sua epoca, ma con larga anticipazione su quelli in cui dibattiamo noi, offrì Papa Paolo VI". (fonte Misna)

lunedì 30 luglio 2007

La fiamma della pace brilla in Costa d'Avorio

A Bouaké, seconda città della Costa d'Avorio, va di scena la cerimonia Flamme de la paix ("Fiamma della pace"), simbolo della riconciliazione tra nord e sud, dopo 5 anni di separazione e di conflitti. La cerimonia sigla la fine degli scontri tra i ribelli delle Forze Nuove, guidati da Guillaume Soro, ora prima ministro, e le Fanci, le Forze armate della Costa d'Avorio, fedeli al presidente Lurent Gbagbo. Migliaia e migliaia di avoriani hanno preso pullman e treni e hanno viaggiato anche 2 giorni pur di presenziare a quest'evento. Prima di questa cerimonia di riconciliazione, altri due avvenimenti hanno fatto da preludio: due gruppi formati da migliaia di giovani, uno partito da sud e uno da nord, si sono uniti simbolicamente all'ingresso di Bouaké, e, nella cattedrale Santa Teresa, è stata celebrata una Messa incentrata sulla riconciliazione e presieduta dall'Arcivescovo coadiutore di Bouaké, Monsignor Paul Siméon Ahouana. Alla cerimonia Flamme de la paix sono attesi capi di stato da tutta l'Africa, tra cui anche il sudafricano Thabo Mbeki, che è stato a lungo mediatore tra le parti prima dell'accordo del marzo scorso, patrocinato anche dal presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré. (fonte Misna)

giovedì 26 luglio 2007

Anche studenti americani a studiare medicina a Cuba

Il governo cubano ha promosso un programma di formazione gratuito, chiamato Revolucion de las batas blancas ("Rivoluzione dei camici bianchi") e tenutosi presso la Scuola latinoamericana di medicina (Elam), che offre borse di studio e alloggi a giovani meno abbienti di tutto il mondo, che poi sono invitati a tornare nel loro paese a mettere in pratica quanto appreso a Cuba. E tra i 1.500 studenti stranieri, provenienti da 25 paesi diversi, che hanno usufruito della borsa di studio, c'erano anche 8 americani. Questi giovani americani appartengono a settori disagiati della società statunitense e la loro partecipazione al programma di formazione è stata possibile grazie a una collaborazione tra il governo cubano e il Black Caucus, il gruppo parlamentare afro-americano al Congresso di Washington. Ora i neolaureati americani in medicina, che probabilmente nel loro paese non avrebbero avuto i soldi per pagarsi un corso di laurea, dovranno, per poter esercitare la professione medica, ottenere dalle autorità statunitensi la parificazione del titolo di studio ottenuto a Cuba. (fonte Misna)

mercoledì 25 luglio 2007

Il dromedariodromo più grande del mondo per lo sviluppo pacifico del Sahara occidentale

E' stato inaugurato a El Ouali con un grande evento sportivo costato 800.000 euro il più grande dromedariodromo del mondo, capace di far gareggiare in pista 468 dromedari da corsa. El Ouali si trova nel Sahara occidentale, nella regione contesa tra il Marocco e gli indipendentisti del Fronte Polisario. Il dromedariodromo ha come obiettivo quello di promuovere la crescita e lo sviluppo locali cercando di superare i dissidi per la contesa di quella regione. Nel Sahara occidentale ormai c'è un boom dell'allevamento di cavalli e dromedari, arrivati a circa 85.000 esemplari, per un giro d'affari annuale che si aggira intorno ai 38 milioni di euro. Quella del dromedariodromo è solo una delle iniziative che le autorità locali stanno organizzando per lo sviluppo della regione. Un'altra è per esempio l'imminente organizzazione di escursioni sulle rotte delle vecchie piste carovaniere del passato. (fonte Misna)

martedì 24 luglio 2007

Giocattoli e speranza per i bambini del Libano

L'associazione Messaggeri della Pace, organizzazione non governativa fondata da padre Angel Garcia, ha consegnato 15 tonnellate di giocattoli a bambini malati, orfani, rifugiati e poveri del Libano. Tra questi c'era anche Alì, un bambino libanese di 5 anni che ha subìto l'amputazione delle gambe e di parte di un braccio dopo una strana malattia attribuita a qualche sostanza chimica presente negli armamenti utilizzati nella guerra della scorsa estate tra Israele ed Hezbollah. Alì è stato affidato alle cure di medici spagnoli che sperano, con protesi e riabilitazione, di ridare ad Alì almeno una parte di quello che la guerra gli ha tolto. I bambini sono spesso destinatari dei gesti concreti dei Messaggeri della Pace, poiché per padre Angel "i bambini sono le vittime più innocenti di qualunque guerra o confronto, e sono quelli che soffrono di più, a volte sono i più dimenticati". Il regalare un giocattolo può far dimenticare a un bambino, anche solo per un attimo, traumi e sofferenze subiti a causa della guerra. Prima del Libano, i Messaggeri di Pace avevano distribuito giocattoli anche in altri paesi, tra cui El Salvador, Benin e Iraq. Inoltre quest'associazione ha portato in Spagna per cure mediche negli ultimi 5 anni più di 200 bambini provenienti dall'Iraq, e altri provenienti da altre zone "calde" del mondo. (fonte Misna)

lunedì 23 luglio 2007

A novembre il 5° Corso per Mediatori Internazionali di Pace

Sono aperte le iscrizioni al 5° Corso per Mediatori Internazionali di Pace, che si svolgerà dal 22 al 25 novembre 2007 a Bertinoro (Forlì-Cesena). Il corso è organizzato dalla ALON, Associazione Locale Obiezione e Nonviolenza, dalla ISCOS-CISL e da Pax Christi, e ha come obiettivo quello di fornire i primi strumenti di base per persone interessate a studiare e sperimentare modalità di soluzione noviolenta dei conflitti, anche a livello internazionale, attraverso lo strumento dei Corpi civili di Pace. I partecipanti potranno essere al massimo 30, e, alla fine del corso, essi avranno ricevuto le adeguate conoscenze teorico-pratiche legate ad interventi civili nelle aree di conflitto, e in grado di migliorare le capacità operative nella gestione dei conflitti. Il costo di iscrizione al corso è di 190 euro, che comprendono iscrizione, vitto e alloggio, ma vi sarà anche la possibilità di ricevere una borsa di studio nel caso in cui un aspirante partecipante abbia problemi a pagare tutta la quota e nel caso gli organizzatori diano il loro benestare. Per avere tutte le informazioni dettagliate sul corso, sul programma e sui contatti, dal 27 luglio sara' attivo il sito internet www.mediatoridipace.org.

sabato 21 luglio 2007

Silsilah, promotore di pace e dialogo nelle Filippine

Da più di 20 anni opera nelle Filippine per promuovere il dialogo tra persone di diverse convinzioni religiose e di diverse culture, e per spingere a una sempre più approfondita conoscenza reciproca. Si chiama Silsilah, che è una parola araba che vuol dire "catena", ed è stata fondata a Zamboanga da Padre Sebastiano D'Ambra. A quest'ultimo il desiderio di creare ponti di pace tra cristiano e musulmani venne già nel 1977, quando arrivò nella sua prima missione, a Siocon, in Zamboanga del Norte. La forte convinzione che anima Silsilah è che il vero dialogo ha le sue radici in un'esperienza spirituale, che quindi può trovarsi in tutte le forme di religione. Silsilah ha dovuto passare anche momenti molto difficili nel corso della sua storia, come quello del 1992, quando venne ucciso Padre Salvatore Carzedda, cofondatore di Silsilah, ma con la fiducia e il coraggio di chi sa le radici del proprio ideale sono solide, è andata sempre avanti. E oggi sono alcune centinaia le persone impegnate in questo progetto, che continua a gettare i suoi semi di pace in un'area tormentata delle Filippine.

venerdì 20 luglio 2007

In ricordo di Paolo Borsellino

Ieri è stato celebrato il 15° anniversario della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta. Cosa si sente a 15 anni dalla morte di questo grandissimo magistrato? Si sente che la mafia è stata colpita, che si deve riorganizzare, ma che non ha ancora mollato la presa sulla vita sociale, politica ed economica del nostro Paese. Si sente una grande sfiducia nella nostra classe dirigente, che fa leggi che non permettono di tenere in carcere chi si è macchiato di gravi crimini e che regalano sconti di pena ai mafiosi senza per questo rendere più efficiente l'attività giudiziara nei loro confronti. Si sente che alcuni di coloro che negli ultimi anni si sono ribellati alle mafie, ora non ci credono più. Si sente che la mafia è sempre più forte economicamente. Si sente che le mafie non riguardano più solo le regioni del Sud del nostro Paese, ma ormai riguardano tutta l'Italia, perché i loro affari li fanno al Nord. Si sente che il Parlamento è troppo lento a votare leggi che potrebbero arginare il fenomeno mafioso e aiutare chi si batte contro di esso. Si sente che oggi le vittime della mafia sono trattati peggio dei loro assassini. Un quadro fosco, in cui la memoria di Paolo Borsellino getta una luce che incoraggia, che spinge ad andare avanti, cercando con ogni gesto quotidiano di farsi promotori della legalità, del rispetto dell'altro e di un economia pulita.

giovedì 19 luglio 2007

Rete180.it, la webradio per la salute mentale

Rete180.it, la voce di chi sente le voci, è un progetto che è nato il 10 ottobre del 2003, Giornata mondiale per la salute mentale. E' un progetto nato all'interno del reparto di psichiatria dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, dall'esigenza di essere vicini alle persone che possono aver bisogno di un aiuto psichiatrico, e di fare informazioni e promozione della salute mentale. L'idea è quella di mettere a disposizione uno spazio di comunicazione che può rendere protagonisti gli stessi ascoltatori della radio, riuscendo anche a sviluppare un discorso che una relazione diretta e frontale inibisce. La redazione è composta da Enrico Baraldi, Stefano Cabras, Divina MArangi, Cinzia Panizzon, Giovanni Rossi, Carlo Giomo, Stefano Poletto, Stefano Favaro, Gianna Schiavetti, Cesare Corradini, Lelia Zoppellari, Alessandro Provinzano, Alberto Sabbadini, Giovanni Vigna e Ferruccio Zavatta. La radio ha sede presso il Centro Psico Sociale di Viale della Repubblica a Mantova, trasmette tutti i giorni la musica dei suoi dj attraverso il radiolaboratorio, gestisce il sito internet www.rete180.it, e produce settimanalmente le radio pillole, interviste o approfondimenti che vengono ritrasmessi dalle altre emittenti disponibili.

mercoledì 18 luglio 2007

In Sri Lanka gli artisti uniti per la pace e per il dialogo

Nello Sri Lanka, sorge un centro per promuovere la pace, l'unità e l'eccellenza artistica tra persone di fedi ed etnie diverse attraverso la danza, il teatro, la musica, la letteratura e la pittura. E' il Center for performing arts (Cpa) di Colombo , fondato nel 1965 dal padre gesuita Nicholapillai Maria Saveri, e che recentemente ha riscosso il plauso della comunità buddista, maggioritaria in Sri Lanka con circa il 70% dei fedeli, perché, a detta del venerabile Dhammakithi, monaco e capo del Centro buddista di Anuradhapua, "va al di là di ogni differenza di religione, lingua, casta e credo" ed "è impegnato contro il razzismo e l'odio". Il Center for performing arts ha 20 sedi in tutto lo Ski Lanka con 3.500 affiliati, e allestisce spettacoli mirati soprattutto a promuovere il dialogo interreligioso e interetnico. Di particolare importanza gli spettacoli di strada messi in scena durante i periodi di maggiore violenza del conflitto cominciato nel 1983 tra governo e Ltte (Tigri per la liberazione della patria Tamil), nei quali lavorano molti rifugiati, vedove e orfani. (fonte Misna)

martedì 17 luglio 2007

Prima che sia troppo tardi

Nel 2000 189 capi di Stato avevano promesso quelli che sono stati definiti gli 8 obiettivi del millennio, da realizzare entro il 2015:
1. Dimezzare la povertà assoluta e la fame nel mondo
2. Assicurare l'istruzione elementare a tutti i bambini e le bambine del mondo
3. Promuovere la parità fra i sessi
4. Ridurre di 2/3 la mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni di età
5. Ridurre di 2/3 la mortalità materna
6. Fermare ed invertire il trend di diffusione dell’HIV/AIDS
7. Assicurare la sostenibilità ambientale
8. Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo: cooperazione allo sviluppo, cancellazione del debito estero dei paesi più poveri, coerenza delle politiche, governance mondiale.
Ma a metà strada, questi obiettivi sembrano ancora molto lontani dall'essere raggiunti, soprattutto nella lotta alla povertà e alla fame. Per questo la FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) e la Caritas Italiana, riprendendo un appello già contenuto 40 anni fa nell'enciclica Populorum Progressio, hanno lanciato la campagna Prima che sia troppo tardi, per richiamare
all’urgenza di una presa di coscienza e al senso di responsabilità di ognuno, perché ciascuno faccia la sua parte per cercare di raggiungere quegli obiettivi. Sul sito della campagna è possibile aderire e diventare promotore attivo della stessa, scaricando sussidi formativi e materiali didattici per formarsi e per promuovere incontri locali sui temi degli obiettivi del millennio, e mandando una cartolina al nostro Presidente del Consiglio per fare pressione perché i responsabili dei paesi più ricchi rispettino gli impegni presi 7 anni fa e le promesse che continuano a fare.

lunedì 16 luglio 2007

10 leggi semplici per migliorare l'Italia

Sul suo sito, Franca Rame propone ai cittadini di sostenere 10 disegni di leggi per velocizzare l'iter della loro approvazione. Queste 10 proposte sono finalizzate a una maggiore salvaguardia dei diritti dei cittadini. Esse sono: legge contro gli sprechi della pubblica amministrazione d'iniziativa di Franca Rame; legge per una maggiore sicurezza sul lavoro, d'iniziativa di Gerardo D'Ambrosio; legge sulla possibilità per i cittadini di ricorrere alle class action, d'iniziativa di Franco Grillini, legge contro i reati ambientali, d'iniziativa di Mauro Bulgarelli; legge a favore dei cittadini esposti all'amianto, d'iniziativa di Felice Casson; legge per velocizzare l'utilizzo delle somme sequestrate alla criminalità, d'iniziativa di Gerardo D'Ambrosio; legge per migliorare la gestione dei beni mafiosi sequestrati, d'iniziativa di Gerardo D'Ambrosio; legge per modificare il codice di procedura penale per accellerrare i tempi delle procedure giudiziare, d'iniziativa di Gerardo D'Ambrosio; legge per modificare il codice delle assicurazioni private per tutelare maggiormente le vittime degli incidenti stradali, d'iniziativa di Felice Belisario; legge per modificare l'articolo 111 della Costituzione per una maggiore garanzia dei diritti delle vittime di reato, d'iniziativa di Marco Boato.

sabato 14 luglio 2007

Il parco di Zwaytini in Libano, da discarica a segno di pace

Da discarica a cielo aperto a parco con giochi per bambini. Questo è quanto successo all'attuale parco di Zwaytini, nella città vecchia di Saida, in Libano meridionale. Il parco è stato realizzato grazie all'associazione Catholic relief service (Crs), fondata nel 1943 per assistere i bisognosi e ora presente in 96 paesi nel mondo che, supportata dall'Associazione per lo sviluppo della popolazione e della natura (Dpna), ha rimosso dalla zona tonnellate di spazzatura e blocchi di cemento per dare alla gente uno spazio verde per rilassarsi e dimenticare i danni fisici e psicologici dell'ultimo conflitto che ha insanguinato questo Paese l'estate scorsa, facendo più di 1.000 vittime. Il parco di Zwaytini è solo una delle numerose iniziative del Crs per il Libano, impegnato anche nella riparazione di strade, nell'assistenza agli agricoltori che hanno perduto i raccolti durante il conflitto, e negli aiuti alle centinaia di rifugiati iracheni. (fonte Misna)

venerdì 13 luglio 2007

Magdalena Pérez Vieda, a difesa degli indigeni dell'Honduras

E' stata costretta a scappare dall'Honduras e a lasciare là 4 figli, tra cui una bambina di 25 mesi, perché ripetutamente minacciata di morte dopo essersi rifiutata di firmare un documento di cessione di una terra. Magdalena Pérez Vieda appartiene all'etnia Tolupan, uno dei 9 popoli indigeni dell'Honduras, discendente dalla tribù Okan-Sioux, che vive nel dipartimento di Yoro, sulle montagne situate a circa 150 km dalla capitale Tegucicalpa. La bellezza e la ricchessa di materie prime di questa zona è diventata una maledizione per il popolo Tolupan, dato che le multinazionali, una volta individuati i giacimenti di oro, uranio, pietre preziose e le rigogliose foreste, cercano di imporre il loro sfruttamento delle risorse senza alcun rispetto per la popolazione locale. Negli ultimi 2 anni i Tolupan, per resistere allo scempio che viene fatto del loro territorio, si sono visti uccidere 58 persone, nell'indifferenza del governo locale e nell'ipocrisia dei potentati economici del posto. Magdalena Pérez Vieda s'è già vista uccidere 8 familiari, e adesso dall'Italia, dove ha ottenuto lo status di rifugiata politica, cerca di portare avanti la sua battaglia in difesa degli indigeni honduregni e spera un giorno di poter riabbraciare i suoi famigliari ancora in vita. Chi volesse aiutare la sua causa può scrivere a davide.dotta@libero.it.

giovedì 12 luglio 2007

San Biagio di Callalta è il comune d'Italia che fa più raccolta differenziata

Primato di cui i suoi cittadini devono andare orgogliosi, quello che ha raggiunto San Biagio di Callalta, un comune in provincia di Treviso, che conta 12.456 abitanti. Secondo la classifica di Legambiente infatti, è proprio questo comune che fa più raccolta differenziata dei rifiuti, con una quota dell'80% sul totale dei rifiuti prodotti. E' la prima volta che il premio va a un comune con più di 10.000 abitanti. Ma non è un caso che il comune al primo posto della raccolta differenziata sia in Veneto, dato che questa regione piazza ben 9 comuni nella top 10, di cui 8 nella provincia di Treviso. Ma perché questo successo della raccolta differenziata nel trevigiano? Perché il Consorzio Intercomunale Priula, di cui fa parte anche San Biagio di Callalta, ha introdotto il sistema del porta a porta, con bidoni per la raccolta differenziata fuori da ogni edificio. In tutta Italia i comuni che possono vantare una raccolta differenziata superiore al 50% sono 978, mentre tra le grandi città in classifica, Milano è al 30% di raccolta differenziata, mentre Roma è ancora al di sotto del 20%.

mercoledì 11 luglio 2007

Rwanda a un passo dall'abolizione della pena di morte

Rwanda molto vicino all'abolizione della pena di morte. Dopo essere stata approvata dalla Camera Bassa, la legge che cancella la pea capitale per tutti i crimini, ha ricevuto l'approvazione, all'unanimità, anche in Senato. Ora, per dare attuazione alla legge, manca solo la promulgazione, che dovrebbe arrivare entro la fine di questo mese. Secondo la legge votata nel Parlamento rwandese, tutti i condannati a morte attualmente detenuti, circa 600, vedranno la loro pena commutata in ergastolo. A questo traguardo si è arrivati anche perché l'abolizione della pena di morte è stata posta dal Tribunale penale internazionale per il Rwanda (Tpir) di Arisha (Tanzania), come condizione per trasferire di fronte alla giustizia nazionale persone accusate di coinvolgimento nel genocidio del 1994 che, secondo stime dell'ONU, provocò circa 800.000 vittime. Intanto il presidente del Rwanda, Kagame, ha annunciato l'apertura di una nuova inchiesta sull'eventuale implicazione di alti responsabili francesi nel genocidio. Il Rwanda aveva rotto le relazioni diplomatiche con la Francia nel novembre scorso dopo che il giudice francese Jean-Louis Bruguiére aveva emesso 9 mandati d'arresto contro stretti collaboratori di Kagame per la loro "presunta partecipazione" all'attentato del 6 aprile 1994 contro l'aereo dell'allora capo dello stato rwandese Juvenal Habyarimana, episodio considerato come la scintilla che fece esplodere, subito dopo, il genocidio. Nella sua ordinanza, Bruguiére aveva anche ipotizzato una possibile citazione dello stesso Kagame di fronte al Tpir. (fonte Misna)

martedì 10 luglio 2007

Riparte il treno Amicizia tra India e Bangladesh

Dopo 42 anni è ripreso un collegamento ferroviario tra India e Bangladesh, sospeso dopo la guerra del 1965 tra India e Pakistan, che all'epoca ospitava nella sua parte orientale l'attuale Bangladesh. Il treno è chiamato Moitree, che significa "Amicizia" ed è partito da Calcutta, per arrivare, dopo 375 km di viaggio, nella capitale del Bangladesh Dhaka. Da metà agosto il servizio ferroviario dovrebbe diventare regolare con un numero giornaliero di convogli destinati a portare le circa 3.000 persone che quotidianamente attraversano la frontiera. Il ministro degli esteri ad interim del Bangladesh, Iftekhar Ahmed Chowdhury, ha definito l'evento "un passo avanti nelle relazioni bilaterali tra i due paesi", collegati finora solo da servizi di autobus. Infatti le linee ferroviarie non erano state ripristinare neppure dopo il 1971, anno in cui il Bangladesh conquistò l'indipendenza. (fonte Misna)

lunedì 9 luglio 2007

Gli Eco Point, dove acquistare senza imballi e risparmiare

PLEF è una sigla che sta per Planet Life Economic Foundation, una Onlus nata nel 2003 per favorire l’evoluzione della compatibilità tra ambiente, società e mercato, agendo direttamente sulla catena del valore dell’impresa. Tra i vari progetti portati avanti da PLEF, v'è anche quello della Distribuzione Compatibile, il cui obiettivo è di riprodurre un modello di ciclo di vita del prodotto (produzione-distribuzione-consumo-riciclo) il più simile possibile a quello del ciclo di vita di una qualunque risorsa naturale. Uno dei risultati di questo progetto è l'Eco Point, un punto vendita cioé dove si acquistano sfusi prodotti che oggi esistono solo confezionati, quali caffè, cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, snacks salati e frutta secca. Negli Eco Point inoltre i sacchetti con cui il consumatore si porta a casa la merce sono realizzati con lo speciale film NatureFlex, prodotto con pasta di legno ottenuta da apposite piantagioni rigenerabili, con certificazione di compostabilità UE (EN13432:2000) e US (ASTM D6400-99). La prima catena distributiva che ha aderito al progetto è stata Crai, che ha collocato l'Eco Point vicino all’ingresso di alcuni suoi punti vendita. All'Eco Point il cliente riempie il sacchetto e poi lo pesa sulla bilancia. La vendita sfusa dei prodotti consente di ridurre sensibilmente l’impatto ambientale generato (in Italia vengono prodotti circa 11 milioni di tonnellate di imballaggi destinati in gran parte a trasformarsi in rifiuti) oltre ad un rilevante risparmio economico per i clienti. In poco meno di un anno, gli 11 EcoPoint funzionanti hanno permesso di risparmiare 750.000 confezioni. Secondo i dati forniti da Crai e Legambiente, si va da un risparmio minimo di circa il 5% sulla pasta fino all’ 80% sulle spezie. Un chilo di penne può costare anche 15 centesimi in meno. Per l’acquisto dei cereali per la colazione si può sfiorare il risparmio di un euro.

sabato 7 luglio 2007

In Colombia 1 milione in piazza contro i sequestri

In settimana un milione di colombiani sono scesi in piazza per gridare il loro stop ai sequestri che, secondo dati dell'organizzazione non governativa Pais Libre, terrebbero in ostaggio ben 3.143 colombiani. Di queste 3.143 persone 765 sarebbero in mano alle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che sarebbero pronte a uno "scambio" con un gruppo di 45 prigionieri, a patto che il governo smilitarizzi due comuni del sud-ovest, Florida e Pradera, opzione che il governo ha sempre rifiutato, anche se recentemente, con un'azione unilaterale, ha deciso di scarcerare alcune decine di guerriglieri detenuti in vista di un possibile negoziato con le Farc. Le manifestazioni contro i sequestri sono state convocate sia dalle autorità centrali e regionali, sia da organizzazioni della società civile, tra cui le associazioni che riuniscono i familiari degli ostaggi, insieme alla Chiesa Cattolica e a figure di spicco del mondo politico e culturale. La gente è scesa in piazza in tutte le principali città della Colombia, e ha mostrato il proprio sostegno al governo colombiano, anche se i manifestanti si sono mostrati divisi tra chi è per la linea dura contro i guerriglieri, e chi invece è per portare avanti la linea dello scambio dei prigionieri. (fonte Misna)

venerdì 6 luglio 2007

In Iraq sunniti e sciiti si aiutano scambiandosi le case

La guerra civile e le violenze che dilagano in Iraq costringono spesso tante famiglie a dover abbandonare la propria casa e il proprio quartiere, e spesso esse non riescono neanche a comprare un'altra casa in un altro quartiere vendendo la propria, a causa del crollo dei prezzi degli immobili. Cosi famiglie sciite e sunnite si mettono d'accordo per scambiarsi la casa e aiutarsi ad andare a vivere laddove possono rimanere relativamente più tranquille. Questo scambio di case sta mettendo in luce un tessuto connettivo solidaristico nella popolazione irachena, che va al di là ed è più profondo delle rivalità settarie scatenate dal conflitto. Il fenomeno è cresciuto talmente tanto che addirittura sono già nate delle agenzie specializzate nel mettere in contatto le famiglie. Secondo l'Agenzia per i rifugiati dell'Onu, dal febbraio 2006, quando fu bombardata la moschea di Samarra, uno dei luoghi santi degli sciiti, sono stati 823.000 gli iracheni costretti a lasciare la porpria casa, di cui 200.000 erano di Baghdad. Tutti gli iracheni costretti a scambiarsi la casa ovviamente sperano di poter tornare, un giorno, nelle proprie abitazioni, quando la guerra sarà finita.

giovedì 5 luglio 2007

L'ONU invita alla prudenza sull'etanolo

Secondo Achim Steiner, direttore esecuivo del Programma dell'ambiente dell'ONU (Unep), bisogna valutare attentamente costi e benefici dell'utilizzo di coltivazioni agricole a fini energetici, come avviene per esempio per l'etanolo, il bio-carburante derivato dalla canna da zucchero. Il grosso rischio che segnala l'Unep è che la crescente produzione di etanolo minacci la produzione agricola a scopo alimentare, mettendo in contrapposizione due esigenze altrettanto importanti, ma che dovrebbero essere soddisfatte per vie parallele. Il pericolo di una competizione tra la produzione alimentare e la produzione per il mercato globale del bio-diesel è reale, soprattutto per i paese più poveri, che dovrebbero dare più importanza alla produzione alimentare. Nonostante dagli ambientalisti il bio-diesel sia visto come un prodotto utile a rallentare il surriscaldamento del pianeta, sembra quindi necessario continuare un'attenta analisi dei costi e benefici che esso può portare. (fonte Misna)