lunedì 21 dicembre 2009

A Natale pranzo di famiglia con chi una famiglia non ce l'ha

E' un gesto che la Comunità di Sant'Egidio compie ogni 25 dicembre, da 27 anni: pranzare con poveri della propria città, con chi non può passare il giorno di Natale circondato dall'affetto dei suoi cari perché non ha una famiglia nè parenti con cui condividere questo giorno di festa. Anche quest'anno, in tante città italiane e non, tanti uomini e donne della Comunità di Sant'Egidio, che durante l'anno fanno tante altre iniziative importanti a favore dei più poveri e dei più emarginati, passano il loro Natale con le persone meno fortunate. L'iniziativa sgorga spontaneamente dallo spirito della comunità, che si considera una famiglia raccolta intorno al Vangelo. E allora a Natale, che è il giorno in cui le famiglie si riuniscono intorno a una tavola, la Comunità di Sant'Egidio si raccoglie intorno a una mensa con coloro che sono per la comunità come parenti e amici: i poveri. Senzatetto, pofughi, bambini di strada, mendicanti e altre persone povere si riuniscono nei locali della comunità, e per un giorno mangiano come si deve e respirano un'aria di accoglienza e di fraternità. A Milano il pranzo si terrà presso il Polo Ferrara, all'angolo tra via Mincio e piazzale Ferrara, e in due saloni della parrocchia di San Michele e Santa Rita, in zona Corvetto, e tutti coloro che vogliono partecipare a questa iniziativa possono dare il loro contributo o portando cose da mangiare e da bere nei due giorni precedenti il Natale, o andando a servire il pranzo il 25 stesso. Oltre a Milano, altri pranzi con i poveri si faranno a Roma, Torino, Bari, Genova e San Salvador. A questa pagina del sito della Comunità di Sant'Egidio è possibile trovare tutte le informazioni utili per chi volesse partecipare.

giovedì 17 dicembre 2009

L'energia da fonti rinnovabili cresce anche in Italia

Anche nel nostro paese, nonostante tutto, nonostante la crisi e nonostante la politica dell'attuale governo non faccia molto per favorirne la diffusione, l'utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili è cresciuto nel 2008 del 18% rispetto al 2007. Questo in un quadro, quello dell'anno scorso, in cui i consumi energetici nazionali primari sono calati del 1,2%. Questi dati sono contenuti nel Bilancio Energetico nazionale 2008, presentato dalla Direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del Dipartimento energia del Ministero per lo sviluppo economico. La quota di energia "pulita" sul totale di energia consumata in Italia è pari al 8,9% del totale dei consumi energetici, cioé 17 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio) su 191 milioni di tep. Purtroppo il petrolio, nonostante una contrazione del 4%, rimane ancora la fonte energetica primaria, con 79 milioni di tep, pari al 41,3% del totale, seguito dal gas, con 70 milioni di tep, pari al 36,6% del totale, e dai combustibili fossili, 17 milioni di tep, pari all'8,9% del totale. Dati che dimostrano come forse i cittadini italiani mostrino in questo ambito di essere più avanti e più lungimiranti dei politici che li governano, anche se sicuramente nel nostro paese si potrebbe fare molto di più per la diffusione dell'energia rinnovabile. Qui è possibile trovare ulteriori dati contenuti nel Bilancio Energetico nazionale 2008, in particolare sull'andamento dei consumi energetici nazionali per settore.

giovedì 10 dicembre 2009

Giornata mondiale dei diritti umani: abbraccia la diversità, metti fine alla discriminazione

Come ogni anno, il 10 dicembre ricorre la Giornata mondiale dei diritti umani, in memoria dell'adozione, nel 1948, della Dichiarazione universale dei diritti umani. In occasione dell'anniversario di quest'anno, che ha come titolo Abbraccia la diversità, metti fine alla discriminazione, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha ricordato le forme di discriminazione e di non rispetto dei diritti umani che ancora oggi ci sono in diverse parti del mondo. Tra le discriminazioni più diffuse quelle sui migranti, che, oltre ad essere sfruttati nella loro miseria e nella loro disperazione per un arricchimento illegale di pochi sfruttatori, sono spesso costretti in molti paesi, anche in paesi ricchi come quelli europei, a vivere detenuti per mesi, se non per anni, in strutture simili a carceri senza aver compiuto neanche un reato. Altra categoria di persone fortemente discriminate è quella delle donne, che lavorano i due terzi del tempo lavorativo mondiale, producono metà dei beni che si consumano ogni giorno nel mondo, ma posseggono solo un decimo di quanto si produce nel mondo. Per non parlare di quando sono costrette a subire violenze o a essere escluse in vario modo dalla vita sociale, cosa che avviene in molti paesi, anche i più ricchi e i più insospettabili. Tra le persone discriminate nel mondo anche gli indigeni, che costituiscono un quinto della popolazione mondiale, ma che sono il 15% della popolazione più povera al mondo. Infine bambini, disabili e persone "diverse" appartanenti a diversi tipi di minoranze soffrono ancora in molte parti del mondo perché non vedono riconosciuti i loro diritti. La Giornata mondiale dei diritti umani è allora l'occasione per aumentare ulteriormente la nostra consapevolezza su queste discriminazioni e per affinare la nostra capacità di riconoscerle, anche quando si presentano come razzismo istituzionalizzato, come conflitto etnico, come versione nazionale ufficiale della storia che nega l’identità altrui, o nei panni di episodi, anche piccoli, di intolleranza e rifiuto. E' bene sempre ricordare, come ammonisce l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che 26 dei 30 articoli che compongono la Dichiarazione universale dei diritti umani iniziano con “Tutti hanno diritto...” o “Nessuno deve essere escluso...”.

giovedì 3 dicembre 2009

Sambhavna, la clinica che assiste i malati di Bhopal

Su questo blog ho già scritto un post sul disastro di Bhopal e sull'iniziativa di Amnesty International per assicurare un po' di giustizia alle vittime di quella tragedia e alle loro famiglie, dopo 25 anni da quel 2 dicembre 1984. Nella zona interessata dal disastro del 1984 sorge da 14 anni una clinica che si chiama Sambhavna e che offre assistenza gratuita a coloro che ancora oggi risentono sulla propria salute delle conseguenze di quel disastro. Si, perché ancora oggi numerosi residenti della zona attinente al sito della Union Carbide, oggi Dow Chemical Company, sono affette da tumori, lamentano dolori addominali, cefalee, problemi di pelle e si registra un forte numero di bambini nati con malformazioni. A queste persone la Union Carbide, oggi Dow Chemical Company, non ha mai dato nessun risarcimento, anche se ci sono diverse cause legali aperte sia in India che in USA. La clinica Sambhavna, che è stata costruita anche con il sostegno di Dominique Lapierre, che ha scritto anche un libro su quanto avvenuto a Bhopal, intitolato Mezzanotte e cinque a Bhopal, assiste circa 30.000 pazienti e lavora ogni giorno per sensibilizzare sui danni che ancora oggi la fuoriuscita delle sostanze chimiche avvenuta 25 anni fa provoca sui cittadini di quella zona dell'India. Recentemente in Svizzera e in Inghilterra sono stati effettuati delle analisi su campioni raccolti dai terreni di quella zona, ed essi hanno dimostrato che a distanza di 25 anni la presenza di 16 agenti contaminanti resti a livelli molto superiori a quelli indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra questi un tasso di cloroformio tre volte e mezzo superiore alla norma consentita e altissimi livelli di tetracloruro di carbonio. Inoltre si è anche accertato che anche i bambini nati dopo il 1984 soffrono di conseguenze legate a quel disastro. Qualcuno l'ha chiamato il "secondo disastro di Bhopal", quello che colpisce e che forse colpirà per anni e anni una nuova generazione di persone, nata dopo il 1984. Disastro che è certificato anche dalle pozzanghere di mercurio che ancora oggi giacciono nell'area circostante la fabbrica. Per questo è sempre più urgente bonificare l'area interessata dal disastro da ogni residuo tossico e assicurare, anche attraverso i risarcimenti che ancora non sono arrivati dalla Union Carbide, oggi Dow Chemical Company, assistenza medica e psicologica alle migliaia di persone che ancora oggi soffrono per quel disastro, come fa la clinica Sambhavna.