venerdì 29 aprile 2011

Come iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni per non ricevere più telefonate commerciali

Come fare per non ricevere più telefonate commerciali e pubblicitarie di società che propongono prodotti o servizi per telefono? Da qualche mese sono cambiate le regole e adesso funziona cosi: se non si vogliono più ricevere le telefonate commerciali dalle aziende che fanno telemarketing bisogna iscriversi a un registro che si chiama Registro Pubblico delle Opposizioni e automaticamente, almeno per quanto promesso da chi gestisce il tutto, non si riceveranno più telefonate. Però c'è una condizione per poter fare questo, che non è scontata e che è bene ricordare; per potersi iscrivere al registro occorre che il proprio numero di telefono sia iscritto negli elenchi telefonici pubblici degli abbonati. Quindi, paradossalmente, se una persona aveva tolto il proprio numero di telefono dagli elenchi pubblici proprio per non ricevere più telefonate commerciali indesiderate, adesso non può più richiedere di non ricevere questo tipo di telefonate, a meno che non si riabboni agli elenchi telefonici pubblici; tutto ciò è veramente paradossale. Comunque, per coloro che possono e vogliono iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni, è sufficiente andare sul sito www.registrodelleopposizioni.it e scegliere una delle 5 modalità con cui è possibile iscriversi:
- Online, compilando questo modulo.
- Per email, mandando all'email abbonati.rpo@fub.it il modulo scaricabile qui (link attualmente non funzionante).
- Per telefono, chiamando il numero 800.265.265 e fornendo i proprio dati: nome e cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale, e email (facoltativa).
- Via fax, inviando al numero 06.54224822 questo modulo compilato, oppure un foglio semplice con i propri dati: il numero di telefono da iscrivere nel registro, il codice fiscale, copia di un proprio documento di riconoscimento valido, l'email (facoltativa), e l'operazione che si richiede (nel caso dell'iscrizione andrà scritto "Iscrizione").
- Con raccomandata, spendendo questo modulo compilato, o scrivendo su carta semplice i propri dati: il numero di telefono da iscrivere nel registro, il codice fiscale, l'email (facoltativa), e l'operazione che si richiede (nel caso dell'iscrizione andrà scritto "Iscrizione".
In ogni caso, a partire da questa pagina del sito, ci sono tutte le istruzioni necessarie per capire bene come fare a iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni. Per chi avesse già fatto la richiesta e volesse consultare lo stato della sua pratica, può consultare questa pagina del sito. Questa novità del Registro Pubblico delle Opposizioni sembra tutta una trovata per favorire gli operatori di telemarketing, a danno della quiete dei cittadini, ma, se si è contrari al telemarketing selvaggio, si può comunque far vedere che le furbizie legislative di pochi non cambiano la sostanza dei fatti iscrivendosi al registro e depotenziando le armi in mano agli operatori di telemarketing. Inoltre non si capisce perché sul web debba valere il princicio del silenzio-dissenso, e cioé se un utente non dà esplicito consenso a ricevere per email materiale commerciale, promozionale e pubblicitario non dovrebbe ricevere email commerciali e quindi chi fa email marketing non può per legge infastidire per email l'utente, ebbene, non si capisce perché per il telefono invece debba valere il principio del silenzio-assenso, e l'utente debba esprimere attivamente il proprio dissenso per non essere disturbato da telefonate commerciali; tenuto conto che una telefonata indesiderata può disturbare anche di più di una email indesiderata, è veramente paradossale che le maglie per regolare il telemarketing siano state allargate proprio sul versante del telefono.

giovedì 21 aprile 2011

Ju tarramutu, il terremoto abruzzese raccontato dagli abruzzesi

Si chiama Ju Tarramutu ed è un documentario che racconta la storia del terremoto che ha sconvolto l'Aquila e tanti paesi lì vicino, in territorio abruzzese, il 6 aprile 2009. Il documentario ha voluto raccontare la storia del terremoto abruzzese dal punto di vista degli abitanti delle terre che l'hanno subito, e ha voluto mostrare, attraverso la loro presenza e le loro parole, le trasformazioni che le loro vite e i loro luoghi hanno subìto nei 2 anni successivi al terremoto. E cosi ne emerge il racconto di una popolazione che è stata per mesi al centro dell'attenzione di opinione pubblica, tv e giornali, ma che al tempo stesso veniva tenuta lontano dalle decisioni riguardanti il suo destino. Fino a quando questa popolazione non ha deciso di riprendersi in mano il proprio destino e il proprio futuro. La regia di Ju tarramutu è firmata da Paolo Pisanelli, mentre assistente operatore è stato Pierluigi Pisino; il documentario è stato co-prodotto da pmi, Officinavisioni e BigSur, gli altri operatori che hanno collaborato al film sono stati Matteo Gherardini, Piero Li Donni e Fabrizio Federico, che hanno lavorato al montaggio, Biagino Bleve, Bruce Morrison, Animammersa e Antonio De Luca, che hanno lavorato a suoni, musiche e sculture sonore. Sul sito www.jutarramutu.it è possibile vedere il trailer del documentario, trovare altro materiale utile sul documentario e sulla storia che esso racconta, consultare i luoghi delle prossime proiezioni, e, soprattutto, proporre altre proiezioni nella propria città; un altro aspetto originale di Ju tarramutu infatti, oltre al suo contenuto, sono anche le modalità di distribuzione scelte, insieme a ZaLab: una distribuzione che avviene dal basso, con proposte di proiezione da parte di associazioni e cittadini comuni in tutta Italia; dal sito del documentatio è poi possibile raggiungere anche il sito www.anno1.org, dedicato alla raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per la ricostruzione dell'Aquila.

giovedì 14 aprile 2011

Energia solare, nuova importante scoperta

Un gruppo di ricercatori del Massachussets Institute of Technology (MIT), guidati dal professor Daniel Nocera, avrebbe trovato il modo di utilizzare il processo naturale della fotosintesi clorofilliana per produrre energia a costi accettabili e in quantità tali da poter soddisfare il fabbisogno quotidiano di energia, per ora quello standard presente nei paesi in via di sviluppo, più basso rispetto a quello tipico dei paesi del cosiddetto "primo mondo". Questo sarebbe possibile grazie a una sorta di foglia artificiale, grande più o meno come una carta da gioco, che, messa a contatto con acqua e sole, sarebbe in grado di produrre 10 volte l'energia prodotta in natura dalla fotosintesi. Basterebbero, secondo quanto dichiarato dal professor Nocera, pochi litri di acqua e l'esposizione al sole, per fare in modo che questa foglia artificiale produca energia necessaria al fabbisogno quotidiano di una casa, per i livelli energetici tipici di adesso nei paesi in via di sviluppo, e che ogni casa sia quindi, dal punto di vista energetico, autosufficiente, ciascuna con un proprio piccolo produttore domestico di energia, posto sul tetto o di fianco alla casa. Come funzionerebbe questa foglia artificiale? Alcuni elementi presenti nel piccolo apparecchio sarebbero in grado di separare l'acqua, a contatto con il sole, nei suoi due componenti, idrogeno e ossigeno, che finirebbero in una cella a combustione dove verrebbe prodotta e conservata l'energia. L'idea non è nuovissima, in quanto riprende un progetto che era stata sviluppato più di 10 anni fa da un altro ricercatore, di nome John Turnet, che, nello U.S. National Renewable Energy Laboratory, realizzò un prototipo simile; ma l'idea non si trasformò in un progetto concretizzabile in quando i costi di produzione erano troppo alti e l'apparecchio era molto instabile. La nuova foglia artificiale invece sarebbe molto più stabile e avrebbe costi accessibili per il mercato di massa, in quando il processo fotosintetico avverrebbe grazie a materiali presenti in sostanze non rare e con costi accessibili, contenuti in materiali come nickel e cobalto. Staremo a vedere se il progetto andrà avanti, quando tempo occorrerà eventualmente perché il nuovo apparecchio sia commercializzato, e se veramente i primi a beneficiarne saranno i paesi del cosiddetto "terzo mondo".

giovedì 7 aprile 2011

Il nostro tempo è adesso, per cambiare ora

Si chiama Il nostro tempo è adesso, ed è un'iniziativa lanciata in rete da un gruppo di lavoratori, che va dall'archeologo freelance alla giornalista precaria, dall'imprenditore che ha dovuto andare negli USA per lanciare il proprio progetto imprenditoriale all'operatore call center. L'iniziativa è finalizzata ad unire tutti coloro che non accettano la stagnazione e la tendenza al ribasso del sistema economico, politico e sociale del nostro paese, per cercare di cambiare questa situazione subito, agendo in prima persona. I promotori dell'iniziativa hanno lanciato un appello, che si può leggere qui, che è diventato un po' il loro manifesto; in esso si esprime il desiderio di far saltare il sistema di rendite di posizione, di raccomandazioni e di clientele su cui spesso si basa il mercato del lavoro in Italia, e che spesso lo blocca, e la voglia di non accettare più rapporti di lavoro precari e al limite dello sfruttamento, proposti da aziende, che, al posto di investire sul capitale umano, sono solo preoccupate a tagliare nell'oggi il costo del lavoro; a questo proposito significativo il dato della percentuale di stagisti che non percepiscono neanche un euro di rimborso durante lo stage: 52%, e quello sulla percentuale di stagisti che vengono assunti dopo il periodo di stage, solo l'11%. Il desiderio dei promotori de Il nostro tempo è adesso è di agire in prima persona per creare le condizioni perché i giovani possano tentare di costruirsi un futuro più certo, più dinamico e più nuovo. L'appuntamento è nelle piazze d'Italia per il 9 aprile dove lavoratori precari, studenti, autonomi, liberi professionisti e disoccupati si troveranno per manifestare questo desiderio di cambiamento e per iniziare ad agire in prima persona per cambiare le cose; in questa pagina si può consultare l'elenco dei posti, in varie città italiane, dove ci saranno le manifestazione de Il nostro tempo è adesso.