giovedì 31 luglio 2008

Dolci evasioni, dolci di libertà dal carcere di Siracusa

Paste e biscotti dolci come la libertà. E' la linea di prodotti realizzati da un gruppo di carcerati in un laboratorio di pasticceria all'interno della Casa Circondariale di Siracusa. Il panificio/biscottificio è gestito da una cooperativa, l'Arcolaio, che dal 2003 si impegna per l'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, e dato in comodato d'uso al Consorzio di cooperative sociali Con.Solida.S. I detenuti impegnati nel progetto impastano, decorano, infornano e confezionano biscotti e dolci in cui si uniscono prodotti tipici siciliani provenienti da agricoltura biologica, come mandorle, pistacchi e agrumi, e prodotti dei contadini del sud del mondo, come lo zucchero di canna, che arrivano fino a qui tramite il canale del commercio equo e solidale. Gli ingredienti di origine agricola dei prodotti "dolci evasioni" sono tutti certificati da ICEA (Istituto per la certificazione etica e ambientale). Questi dolci, una volta finiti, vengono commercializzati in tutta Italia attraverso la rete delle botteghe del commercio equo e solidale e grazie a qualche GAS (Gruppi di Acquisto Solidale). Ma al di là della qualità e del successo di questi prodotti, che certo non manca, è importante il clima di serenità e di riscatto che si respira nel laboratorio del carcere di Siracusa, dove un'attività tutta all'insegna di una produzione e di un'economia solidale e sostenibile, aiuta persone in cerca di un futuro migliore a iniziare a costruirlo fin da subito. Chi volesse maggiori informazioni su quest'esperienza e sui prodotti "dolci evasioni", può trovarle qui.

giovedì 24 luglio 2008

Loceri, piccolo comune sardo, punta sull'energia solare

Come spesso accade è un piccolo comune che apre la via dell'energia rinnovabile e mostra la rotta di un sistema energetico sostenibile a tutta una regione o a un paese intero. Questa volta è Loceri, un piccolo comune della Sardegna abitato da 1.300 persone, a realizzare un importante progetto di produzione di energia rinnovabile. Questo comune ha infatti messo insieme oltre 20 comuni sardi per acquistare tutti insieme degli impianti fotovoltaici per la produzione di energia solare sul territorio di loro competenza. L'operazione prevista, denominata Sardegna al sole, avrà un costo di poco più di 2 milioni di euro, anche se al progetto hanno già aderito anche centinaia di cittadini, che dovrebbe far salire l'investimento a una cifra intorno ai 12 milioni di euro. Investimento volto alla realizzazione di impianti fotovoltaici sia per privati che per aziende. Per questo progetto di forte espansione della produzione di energia rinnovabile in Sardegna, che è sponsorizzato dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Sardegna, hanno già mostrato un forte interesse anche tanti altri comuni di questa regione. Questo progetto dovrebbe far risparmiare tanti soldi ai cittadini dei comuni coinvolti e abbassare notevolmente l'emissione di CO2.

giovedì 17 luglio 2008

E' attiva a Orhei, in Moldova, la casa per ragazze in difficoltà

Avevo già parlato, in un post pubblicato l'anno scorso, di un progetto chiamato "Verso l'indipendenza" e promosso da Missione Sociale Diaconia e dalla Caritas (Settore Internazionale e Area Minori) a favore di ragazzi e ragazze orfani o provenienti da famiglie con profondo disagio economico. Dopo circa un anno e mezzo dall'inizio della raccolta fondi, questo progetto ha visto il suo primo frutto. E' stata infatti trovata una casa che potrà ospitare le prime 6 ragazze destinate a incamminarsi sulla strada della propria autonomia personale e professionale. Tra di loro, tutte con una storia dolorosa alle spalle, v'è una ragazza orfana, una ragazza con madre alcolizzata, un'altra rimasta senza madre e con un rapporto conflittuale con il padre e la matrigna. La casa sorge in un posto tranquillo vicino al lago e al bosco di Orhei, una cittadina che si trova a circa 50 km dalla capitale moldava Chisinau. Grazie all'aiuto del parroco ortodosso locale e di sua moglie, la casa è stata sistemata sulla base delle esigenze del progetto. Nella casa, oltre alle stanze per le ragazze ospitate e per gli educatori, anche un locale che servirà come biblioteca e come stanza da lavoro, fornita anche di un computer, una cantina, un garage e un piccolo appezzamento di terra da coltivare. L'equipe educativa che seguirà il percorso d'indipendenza di queste 6 ragazze è costituita da una psicologa, da 3 educatrici, che condivideranno giorno e notte, a turno, la vita delle ragazze, e da un'assistente sociale, che si occuperà del rapporto tra le ragazze e le istituzioni, le realtà professionali in cui esse andranno ad inserirsi, e, laddove possibile, le famiglie di origine. Dopo l'insediamento nella nuova casa, è iniziato subito il lavoro per far diventare autonome queste ragazze attraverso dei corsi professionali, come quello per parrucchiera e quello per cuoca frequentati da 2 ragazze. Si spera così di iniziare a costruire, per queste 6 ragazze, un futuro più sereno.

giovedì 10 luglio 2008

Proseguono gli aiuti della Caritas nelle zone del Bangladesh colpite dal ciclone Sidr

Nel novembre scorso sul Bangladesh si è abbattutto il ciclone Sidr, che ha fatto migliaia di vittime, e ha privato centinaia di migliaia di persone di tutte le loro cose: lavoro, casa e bestiame. Da subito la Caritas Bangladesh, aiutata e sostenuta dalla rete internazionale della Caritas, s'è attivata per aiutare la popolazione colpita da questa tragedia. Da allora gli uomini della Caritas hanno distribuito 150.000 pacchi alimentari, raggiungendo 50.000 famiglie circa, e 44.000 pacchi non alimentari, che sono andati a beneficio di circa 44.000 famiglie. Inoltre ha dato il via, nella diocesi di Khulna, a 3 progetti di sostegno duraturo e di aiuto alla ricostruzione per gli abitanti del Bangladesh più colpiti dal ciclone. Il primo progetto mira a ristrutturare una decina di rifugi anticiclone (cyclone shelters), costruzioni fatte in cemento e rialzate da terra che servono come rifugi dove ripararsi in caso di ciclone o di altre calamità naturali; il progetto prevede anche la costruzione di un rifugio ex novo. Il secondo progetto di Caritas Bangladesh mira ad aiutare 2.800 famiglie nella ristrutturazione delle loro abitazioni rovinate dal ciclone. Il terzo e ultimo progetto si propone di ricostruire le case di 7.300 famiglie, che hanno visto la loro abitazione andare distrutta a causa del ciclone. Negli ultimi 2 progetti la Caritas offre agli abitanti del posto il materiale necessario per le case, ma la manodopera per i lavori di ristrutturazione e di ricostruzione sarà costituita in gran parte dalle persone stesse che sono rimaste senza casa, che sono cosi protagonisti della loro rinascita. Per chi volesse avere ulteriori informazioni sui progetti Caritas relativi al Bangladesh o volesse dare un aiuto economico, si consiglia di visitare il sito della Caritas.

giovedì 3 luglio 2008

Il Centro di Salute di Shoko, nella Repubblica Democratica del Congo, un grosso aiuto per la popolazione locale

Le origini del Centro di Salute di Shoko, nella diocesi di Kindu, nella Repubblica Democratica del Congo, si devono ricercare negli ultimi anni del secolo scorso, quando ancora guerra e violenza imperversavano in quella regione del Paese. In quegli anni, i medicinali a Kindu arrivavano con cadenza mensile, portati da una jeep che ogni volta rischiava di non arrivare per gli assalti delle fazioni in guerra. Poi, grazie anche all'aiuto della Caritas, la comunità locale ha allestito un Centro di Salute per fornire un'assistenza medica quotidiana alla popolazione del posto. Presto sono arrivati cemento, finestre, porte e lamiere per il tetto. Gli abitanti del villaggio hanno costruito con le loro mani i mattoni di argilla cotti al sole. E col tempo il centro è diventato sempre più importante per quell'area della Repubblica Democratica del Congo, tanto che molte persone vengono qui anche da villaggi che distano decine di chilometri da Shoko. Nel 2007 qui sono state curate 1.686 persone, sono stati realizzati 194 interventi di piccola chirurgia, sono state assistite 260 donne e sono stati fatti nascere 108 bambini. Il Centro di Salute di Shoko è stato usato anche per realizzare importanti campagne di vaccinazione sul territorio. Nonostante il centro fino al 2006 abbia dovuto resistere ad assalti e saccheggi da parte dei ribelli, oggi continua imperterrito nella sua azione a favore della popolazione locale. Anzi, la speranza per un futuro migliore, rinvigorita dagli ultimi accordi di pace, ha spinto i gestori del centro a coltivare il terreno circostante e piantare alcune centinaia di piantine di ananas, banano e palma da cocco. Per chi volesse avere maggiori informazioni sul Centro di Salute di Shoko, o volesse contribuire al progetto, è possibile visitare il sito della Caritas.