martedì 29 giugno 2010

Il 1° luglio ancora tutti in piazza per la libertà di espressione e di stampa, per i diritti e per la democrazia

Il prossimo giovedi, 1 luglio 2010, gli italiani che vogliono difendere e promuovere nel nostro paese la libertà di espressione e di stampa, la promozione della giustizia, la difesa del diritto ad un lavoro dignitoso, della ricerca e della cultura. E' prevista una grande manifestazione a Piazza Navona, a Roma, dalle 17 alle 21, una notte bianca a Conselice, una cittadina in provincia di Ravenna dove è stato eretto da poco un monumento alla libertà di stampa, una lunga diretta tv online a reti unificate su diverse piattaforme di web tv, e tante altre manifestazioni in tante città d'Italia, tra cui Milano, dove ci si troverà a Piazza Cordusio alle 18.30. La manifestazione è stata promossa da diverse associazioni, tra cui l'FNSI (Federazione Nazionale della Stampa), Articolo 21, Agende Rosse, Libertà e Giustizia, Cgil, Arci, Tavola della Pace, Usigrai, Rai News 24, BoBi (Boicotta il Biscione), Cinque 12, Federconsumatori, Lettera 22, Libertà e Partecipazione, Micromega, Movem09, Reporter Senza Rete, Sindacato Attori Italiani, Sindacato Scrittori, Ucca, Valigia Blu, Viola Verso. Sul sito dell'evento è possibile rimanere aggiornati sui particolari delle manifestazioni, su tutte le adesioni arrivate e sui luoghi d'Italia dove si svolgeranno eventi. Si tratta di una grande mobilitazione nazionale per difendere lo stato di diritto e la tenuta democratica del nostro paese. I temi della manifestazione sono più di uno, perché più di uno sono gli attacchi a diritti, istituzioni e categorie sociali indispensabili per una sana e dinamica democrazia.

giovedì 24 giugno 2010

Semplici cittadini di Milano contro lo svilimento dell'istituzione comunale

Sabato scorso a Milano c'è stata una sfilata di moda un po' speciale. Speciale per la combinazione svilente del nome degli stilisti che la facevano e per il luogo messo a loro disposizione. Gli stilisti erano Dolce & Gabbana, il luogo scelto era Palazzo Marino, sede istituzionale del Comune di Milano. Perché è stato un evento svilente? Perché il Comune di Milano, e il suo sindaco in primis, ha messo a disposizione un luogo pubblico a due presunti imprenditori la cui società ha sede in Lussemburgo e che sono coinvolti in un'indagine penale e tributaria per una presunta evasione fiscale di milioni e milioni di euro; perché la sede istituzionale pare sia stata messa a disposizione con uno sconto sul costo della "location" dell'80% a due miliardari alle prese con la giustizia; perché il sindaco di Milano molto spesso diserta le sedute della giunta, quando dovrebbe invece essere puntualmente presente, e invece non si fa mancare un sabato a Palazzo Marino quando arrivano i vip; perché in periodo di crisi e di aumento della disoccupazione, fare una festa da basso impero tra ricconi in un luogo in cui invece si dovrebbe pensare a risolvere i problemi della gente è un colpo alla dignità dei milanesi; perché in un periodo in cui il governo nazionale cerca di tagliare diverse associazioni culturali del paese, a Milano si considera evento culturale una passerella di moda fatta da due presunti evasori. Fortuna che c'erano almeno i cittadini di Qui Milano Libera a difendere la dignità dei cittadini milanesi e a ribadire un po' il giusto senso delle cose. Qui è possibile leggere un loro breve resoconto e vedere il servizio del TG3 in cui sono stati ripresi.

giovedì 17 giugno 2010

Strage di Bhopal: prime condanne, ma non sembra giustizia piena

Sono arrivate, qualche giorno fa, le prime condanne per singoli individui per la strage di Bhopal, che 26 anni fa provocò migliaia di vittime, e che ha continuato negli anni successivi a seminare morte a causa della nube tossica provocata dall'incidente. Le persone condannate dal tribunale dello stato del Madhya Pradesh sono 8: Keshub Mahindra, chairman della sede indiana della Union Carbide, Kishore Kamdar, vicepresidente, J Mukund, responsabile lavori, VP Gokhale, managing director, KV Shetty, sovrintendente di stabilimento, SP Chowdhury, responsabile di produzione, SI Qureshi, assistente di produzione, e un'altra persone ormai morta. Tutte le 8 persone sono state condannate per "negligenza" a 2 anni di carcere. Si tratta di un primo passo importante per dare alle vittime della strage una giustizia, anche se molto postuma, ma vi sono ancora delle domande che nascondono la sensazione che non sia stata fatta piena giustizia. Perché sono state condannate solo persone indiane? Perché l'allora amministratore delegato della Union Carbide, Warren Anderson, non è stato neanche processato, ma continua a godere l'ingiusto privilegio di poter fuggire dai processi vivendo in una dorata latitanza in Florida? Perché solo due anni di reclusione e solo reato di negligenza per i condannati? Perché non è stato imposto alla multinazione di risarcire veramente le vittime? Infatti a oggi la Union Carbide (oggi Dow Chemical Company), ha dato solo 470 milioni di dollari al posto dei 3.300 richiesti e, soprattutto, una cospicua parte di questi soldi al posto che andare alle vittime che ancora oggi risentono degli effetti dell'incidenti, perché con malattie da esso generate o perché rimaste indigenti per la perdita del posto di lavoro, sono andate a politici e avvocati; alle vittime pare che sia andato effettivamente un risarcimento di soli 300 dollari.

giovedì 10 giugno 2010

12 giugno: Giornata mondiale contro lo sfruttamente del lavoro minorile

Come ogni anno, il 12 giugno prossimo si celebra la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, decisa per sensibilizzae governi e opinione pubblica per fare di più a favore dell'educazione dei bambini e contro il loro sfruttamento in diversi tipi di lavoro, spesso illegali, pericolosi e traumatici per la loro crescita. E come ogni anno, la ILO, l'International Labour Office, pubblica un rapporto sulla situazione del lavoro minorile nel mondo. In esso, intitolato Accelerating action against child labour, si segnala che al mondo vi sono ancora 215 milioni di minorenni di età compresa tra i 5 e i 17 anni sfruttati, di cui più della metà, 115 milioni, sono vittime delle peggiori forme di sfruttamento: dalla schiavitù alla prostituzione, fino alla drammatica realtà dei bambini soldato (se ne calcolano circa 250.000 in tutto il mondo). Il leggero calo, del 3%, che si è avuto dal 2004 al 2008 non può essere soddisfacente. Per di più molti paesi ricchi non destinano quanto promesso ai paesi più poveri, tra cui anche l'Italia, e dei soldi che arrivano in molti paesi poveri, come alcuni paesi africani, non viene destinata all'educazione dei bambini la percentuale di aiuti che si dovrebbe, il 20%. Quest'anno ILO e Unicef, per sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sul dramma dello sfruttamento minorile, sfruttano anche l'evento dei mondiali di calcio con l'iniziativa Go for the goal - end child labour, con cui si chiede l'eliminazione in tutto il mondo del lavoro minorile entro il 2016.

giovedì 3 giugno 2010

Il Festival delle culture di Ravenna

Dal 4 al 6 giugno 2010 è prevista a Ravenna la IV edizione del Festival delle culture di Ravenna, promosso dal Comune di Ravenna, da Ravenna Solidarietà, un coordinamento delle associazioni per l'immigrazione e dalla Rappresentanza dei cittadini stranieri di Ravenna. Il Festival, come ogni anno, vuole riaffermare l'importanza, vitale per il genere umano, della diversità culturale e del dialogo tra le diverse culture, attraverso musica, danze, incontri, eventi gastronomici e mercatini. Oltre ai promotori, alla buona riuscita della manifestazione lavorano altre decine di associazioni, sia di italiani che di stranieri. Il direttore artistico quest'anno sarà lo scrittore algerino Tahar Lamri. Tema centrale di questa edizione sarà l'acqua come fonte di vita e come diritto inalienabile di ogni essere umano; per questo l'apertura di questa edizione del Festival avverrà con un simbolico fiume di giovani artisti che andrà, a partire dalle 17.30 del 4 giugno, dalla Basilica di San Vitale al centro di Ravenna, alle Artificerie Almagià, cuore dell'iniziativa. In questi giorni di Festival si esibiranno artisti di tutto il mondo: il gruppo musicale rom La Banda del Villaggio Solidale, l'artista etno-folk australiano Dave Kaye, il gruppo multietnico Quilombo Total, gli artisti dello Sabar, uno spettacolo che fa dialogare la frenetica danza delle donne con i frenetici ritmi delle percussioni maschili, i ballerini filippini che faranno la tinikling, ballo tradizionale filippino, i maestri cinesi del Taijiquan e del Qigong, ballerini del Bangladesh, il gruppo camerunense degli Mo'o Me Ndama, e tanti altri artisti ancora. Qui è possibile consultare l'intero programma del Festival delle culture di Ravenna.