giovedì 11 settembre 2008

L'aiuto della Caritas nel Caucaso

L'UNHCR parla di 150.000 profughi. Questo, per ora, è il risultato cui ha portato la guerra di quest'estate al confine tra Georgia e Russia. E dopo il riconoscimento dell'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud da parte della Russia, 120.000 sfollati rischiano di non poter più fare ritorno nelle loro case. Strade deserte, villaggi distrutti e abbandonati, boschi bruciati, questi i segni che si possono scorgere percorrendo le strade della Georgia teatro della guerra che è stata. In questo contesto, giovani volontari della Caritas, sia in Georgia che in Russia, si stanno dando da fare per portare un po' di aiuto e sollievo alle persone colpite dalla guerra e costrette da abbandonare la loro casa. In Georgia, a Tbilisi e Kutaisi, la Caritas distribuisce ogni giorno a quasi 3.000 persone pasti caldi, coperte, materassi e prodotti per bambini, tra cui cibo e pannolini. Nei campi profughi diversi medici, infermiere e psicologi lavorano con alacrità per cercare di rimediare alle ferite lasciate dalla guerra, ferite di tutti i tipi. In Ossezia del Nord, i volontari della Caritas stanno cercando di aiutare gli ospiti dei campi profughi lì allestiti con particolare attenzione alle esigenze dei bambini, che hanno tanto bisogno di latte, vestiti, pannolini e prodotti alimentari. Intorno ai volontati della Caritas di Georgia e Russia, si sta creando una rete di solidarietà che vede coinvolte diverse realtà della Caritas internazionale. Anche la Caritas ambrosiana vuole essere in prima linea in quest'opera di aiuto al popolo del Caucaso, e sul suo sito offre a ciascuno la possibilità di dare un proprio contributo concreto.

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