giovedì 16 luglio 2009

Quale futuro per i Sahrawi e per il Sahara occidentale?

I Sahrawi, che letteralmente significa "gente del deserto", sono un popolo che discende da schiavi africani, beduini arabi e berberi del Sanhanja. Con una tradizione da nomadi, i Sahrawi per secoli sono stati gli abitanti di quella regione africana chiamata Sahara Occidentale, una terra occupata nel secolo scorso dai colonizzatori spagnoli, e successivamente, dopo la partenza degli spagnoli nel 1975, passata sotto l'autorità del Regno di Marocco. Purtroppo, il passaggio della regione dall'autorità spagnola a quella marocchina provocò l'esodo di centinaia di migliaia di Sahrawi, costretti dall'esercito marocchino ad andare a vivere in esilio in campi profughi in una striscia di deserto appena fuori dal Sahara Occidentale, in Algeria. Sebbene vi siano Sahwari che oggi vivono ancora nel Sahara Occidentale, o che sono emigrati definitivamente in altri paesi come Algeria, Mauritania e altri ancora, più di 200.000 Sahrawi vivono da più di 30 anni nei campi profughi algerini e non possono fare ritorno nella loro terra perché respinti dall'esercito marocchino e da un muro lungo quasi due volte l'Italia fatto costruire per impedire il loro ritorno al confine tra Algeria e Sahara Occidentale. Nei campi profughi le condizioni di vita sono precarie, tra malnutrizione, carenza di strutture sanitarie adeguate e impossibilità di impostare attività economiche che possano garantire ai Sahrawi un futuro di autonomia e di dignità. Nel 1976 questo popolo si costituì in Repubblica Araba Sahariana Democratica (R.A.S.D.) per rivendicare il proprio diritto a ritornare in possesso della loro terra originaria, il Sahara Occidentale appunto, ma fino a oggi non ci sono ancora riusciti. Dopo anni di scontri armati tra l'esercito marocchino e il Polisario, il fronte militare del popolo Sahrawi, nel 1991 s'è arrivati a un cessate il fuoco che ha posto fine agli scontri armati, ma che non ha ancora portato a un riconoscimento dei diritti dei Sahrawi. Da allora essi cercano attraverso vie politiche e diplomatiche di farsi riconoscere dalla comunità internazionale il proprio diritto all'autodeterminazione e chiedono al governo marocchino un referendum per ottenere l'indipendenza del Sahara Occidentale e fare cosi ritorno alla loro terra originaria, ma il governo marocchino fino ad oggi ha negato l'indipendenza, anche se, almeno a parole, sembra disponibile a trattare una forma di autonomia. Ricchi giacimenti di fosfati, ma anche di altre materie prime importanti, sono uno degli elementi più importanti che spiegano la volontà del governo marocchino di continuare a mantenere un certo controllo su questa regione. Anche in questi giorni, a Vienna, dovrebbero tenersi dei colloqui informali tra i rappresentanti della R.A.S.D. e alcuni esponenti del governo marocchino, nella speranza che si possa presto arrivare a una conclusione pacifica e condivisa di questa contesa storica. Tra l'altro sia in Italia che in altri paesi, ogni anno vengono accolti alcuni bambini sahrawi per alcuni giorni, un modo per assicurare a questi bambini, almeno una volta all'anno, un'alimentazione sana e corretta, visite mediche adeguate, e per educarli a conoscere il mondo che sta fuori ai campi profughi, un modo per diventare sempre più consapevoli dei loro diritti. Inoltre annualmente, decine di volontari, anche italiani, organizzano delle attività formative e ricreative, soprattutto per i bambini, nei campi profughi. Tutte queste attività a favore del popolo Sahrawi sono anche frutto del fatto che l'educazione è al centro della cultura del popolo Sahrawi, che, più che aiuti materiali che rischiano talvolta di essere assistenzialistici, vorrebbe garantire a se stesso, e soprattutto ai suoi bambini, salute e formazione, per potersi costruire in autonomia e con le sue forze un futuro migliore. Per avere ulteriori informazioni sul popolo Sahrawi e sul Sahara Occidentale, è possibile visitare il sito dell'ASVDH (Sahwari Association of Victims of grave Human Right Violations), il sito Spsrasd.info, del Sahara Press Service, il sito della nuova TV della R.A.S.D., il sito Sahrawi.org, dell'Associazione El Ouali per la Libertà del Sahara Occidentale, e il sito Sahrawi.it.

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