venerdì 13 aprile 2012

E se l'economia della Cina non fosse cosi forte come sembra?

Da anni si dice che la Cina è e sarà sempre di più la nuova locomotiva economica del mondo; da anni questo paese vede il suo Pil crescere a tassi dell'8-9%; numerosissime sono state le analisi che hanno previsto un futuro fatto di crescita e prosperità per la Cina. Ma c'è anche qualcuno che non la pensa cosi, ma che anzi prevede tempi duri per l'economia del paese asiatico. E' Larry Lang, titolare della cattedra di Studi finanziari all’Università cinese di Hong Kong e noto opinionista della televisione nazionale della Cina continentale. Sono frasi forti quelle che Larry Lang pare abbia detto durante una lezione a porte chiuse nella città di Shenyang, nella provincia settentrionale del Liaoning: l'economia cinese è sull'orlo della bancarotta e ogni provincia cinese ha i conti simili a quelli della Grecia. Ma tutto questo, secondo Larry Lang, non lo si può dire in Cina, perché in Cina non si può dire la verità; e infatti Larry Lang aveva invitato gli studenti a non registrare la sua lezione per non far uscire le sue parole al di fuori dell'aula, ma qualcuno ha registrato la lezione e l'ha pubblicata su YouTube. Il docente che insegna a Hong Kong pone a sostegno della sua tesi 5 motivi. Il primo è la reale entità del debito cinese, che sarebbe di circa 36 mila miliardi di yuan, ossia 5,68 mila miliardi di dollari, una cifra che si ottiene sommando il debito dei governi locali, compresi tra i 16 mila e i 19,5 mila miliardi di yuan, e il debito delle imprese di proprietà statali, di circa 16 mila miliardi di yuan; e la situazione è destinata a peggiorare a causa degli interessi che continuano a crescere, che sono ora di circa 2 mila miliardi di yuan all'anno.Il secondo motivo dell'imminente crollo dell'economia cinese sarebbero le reali dimensioni dell'inflazione; secondo il governo cinese l'inflazione sarebbe del 6,2%, ma per Lang, il vero tasso di inflazione è vicino al 16%; e questa tesi sarebbe anche comprovata in un certo senso dalle sempre più numerose proteste sociali contro il crescente costo della vita che avvengono in varie parti del Paese, e dalla recente riduzione del volume di liquidità immesso nel circuito economico cinese dalla Banca centrale del popolo. Il terzo motivo che Lang adduce a sostegno della sua tesi è lo squilibrio tra consumo interno e produzione industriale; secondo il docente un cinese medio consuma solo il 30% dei prodotti dell'attività economica interna e questo dato è destinato a far diminuire progressivamente la produzione industriale. Il quarto motivo che per Larry Lang dimostra la crisi dell'economia cinese è quasi la messa in discussione di un mito; secondo Lang infatti il Pil cinese non starebbe crescendo a un tasso di crescita intorno al 9%, come dichiara il governo cinese, ma starebbe addirittura calando; la Cina in recessione come l'Italia? Questo sembrerebbe dire il professor Lang; che sostiene che le chiusure di molte aziende private in Cina negli ultimi due anni, con le ondate di disoccupazione annesse, sarebbero state dovute proprio a questa crisi; e se chiudono le aziende private, che secondo alcuni studi garantiscono il 70% della Pil, allora effettivamente per il Pil cinese possono essere guai seri. L'ultimo motivo per cui l'economia cinese sarebbe sull'orlo del baratro, secondo Lang, sarebbe l'elevata pressione fiscale presente in Cina; pare che la pressione fiscale per le imprese (considerando sia le imposte dirette che quelle indirette) sia intorno al 70%, mentre per i privati arrivi al 51,6%. Da ultimo riportiamo quella che sembra essere stata una delle ultime frasi che il professor Lang ha detto durante la sua lezione: “Appena lo tsunami economico inizierà a colpire la Cina, il regime perderà la sua credibilità e il nostro Paese diverrà uno dei più poveri al mondo”. Staremo a vedere se sono le parole di un allarmista pessimista che ha preso un abbaglio, o quelle di uno che ha cercato, nel suo piccolo, di dire la verità sull'economia del proprio paese.

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