martedì 19 maggio 2015

John Mpaliza, il Peace Man Walking

Lui è un ingegnere informatico di Reggio Emilia, è un cittadino italiano, ma è originario della Repubblica Democratica del Congo. Ed è in questo paese che dal 1996 è in corso una guerra, una guerra economica, dovuta principalmente allo sfruttamento delle risorse minerarie di cui è ricco questo paese africano; in particolare lo sfruttamento delle riserve di coltan, il materiale che serve per produrre cellulari, smartphone, tablet e altri apparecchi elettronici ancora. Questa guerra ha finora fatto circa 8 milioni di morti e ha toccato personalmente anche lui, questo ingegnere informatico, in quanto in questa guerra ha visto morire suo padre e rapire sua sorella. E allora questa persona ha deciso di fare qualcosa per tenere alta l'attenzione dell'Italia e di tutta l'Europa sulla guerra nella Repubblica Democratica del Congo. Non avendo altri mezzi che le sue gambe, come è solito dire, questa persona ha deciso, nel 2010, che ogni estate fa una marcia a piedi per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla grave situazione del proprio paese d'origine. E' per questo che questa persona, che si chiama John Mpaliza, in realtà viene chiamato The Peace Man Walking, un uomo in cammino per la pace. Tra le sue marce, la Reggio Emilia-Santiago de Compostela, nel 2010, la Reggio Emilia-Roma, del 2011, dove ha incontrato alcuni parlamentari italiani, la Reggio Emilia-Bruxelles, del 2012, dove John ha chiesto all'Europa di essere più attenta e concreta verso i paesi africani dove c'è guerra e crisi, la Reggio Emilia-Verona, del 2013, e la Reggio Emilia-Reggio Calabria, del 2014. E quest'anno la marcia di John arriverà fino ad Helsinki, sempre partendo da Reggio Emilia. Sempre tutto a piedi, facendo decine di km al giorno. John cammina sempre, con il freddo e con il caldo, con il sole e con la pioggia, e durante il suo cammino, con il suo zaino e la sua chitarra, incontra tanta gente, come è successo a Mantova alcuni giorni fa; incontra studenti, insegnanti, amministratori locali, organizzazioni non governative, e a tutte queste persone racconta del suo Paese e della sua guerra, e fa capire come tutti possano contribuire a migliorare la situazione della Repubblica Democratica del Congo, anche i cittadini comuni che non hanno alte responsabilità politiche, magari comprando meno cellulari, o magari comprando elettrodomestici solo da imprese che non acquistano minerali in zona di guerra e che rispettano i lavoratori, o magari ancora attraverso un uso responsabile e parsimonioso di tutta la strumentazione elettronica che siamo soliti usare ogni giorno. Questo è il messaggio di John: contribuire a portare la pace nella Repubblica Democratica del Congo, con il proprio stile di vita e con le azioni concrete che ciascuno può fare a seconda delle responsabilità e del ruolo sociale che ha.

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