martedì 8 febbraio 2011

Partita la campagna referendaria per la gestione pubblica dell'acqua

E' passato poco meno di un anno da quando si iniziarono a raccogliere le firme per proporre 3 referendum abrogativi per salvaguardare la gestione pubblica dell'acqua, dopo che il cosiddetto decreto Ronchi, varato dall'attuale governo, rischiava, e rischia tutt'ora, di dare una brusca accellerrata alla privatizzazione dei servizi idrici nelle città italiane. Ebbene, nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili 2 dei 3 quesiti referendari per cui erano state raccolte 1,4 milioni di firme in tutta Italia. In una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimo, i cittadini italiani verranno quindi chiamati a pronunciarsi sui 2 quesiti referendari ammessi. Il primo di essi intende fermare la privatizzazione dell'acqua abrogando l'art.23 bis della legge n. 123/2008, mentre il secondo intende evitare l'ingresso della logica del profitto nella gestione dell'acqua, proponendo l'abrogazione dell'art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell'Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico sia determinata sulla base dell'"adeguatezza della remunerazione del capitale investito". Perché vengano abrogati i suddetti articoli e venga difesa la gestione pubblica dell'acqua, e perché l'acqua possa continuare a essere considerata bene comune per tutti e non oggetto di profitto per pochi, è necessario che vada a votare almeno il 50% degli aventi diritti al voto e che i si ai due quesiti referendari ottengano la maggioranza. Sul sito del comitato promotore della campagna referendaria, è possibile trovare tutte le informazioni sui quesiti referendari e sulle loro implicazioni, e sostenere la campagna.

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