martedì 12 maggio 2015

In Burundi scontri pericolosi tra opposizione e governo

Solo 10 anni fa il Burundi ha posto fine, con gli accordi di Arusha, a una guerra civile durata per ben 10 anni; e oggi un nuovo motivo ha fatto insorgere scontri pericolosi tra l'opposizione e il governo e la polizia locale. Questo motivo è la ricandidatura, per un terzo mandato, dell'attuale presidente del Burundi Pierre Nkurunziza. Perché questa decisione ha fatto scendere in piazza migliaia di manifestanti che si oppongono alla ricandidatura? Perché proprio gli accordi di Arusha, con cui è stata anche scritta la nuova costituzione del paese, vietano a un presidente di fare più di due mandati. Quindi i manifestanti vogliono difendere la costituzione per evitare nuove dittature, mentre il presidente Nkurunziza giustifica la propria decisione dicendo che nel 2005 egli era già in carica quando sono stati firmati gli accordi di pace. A fine aprile sulla vicenda è intervenuta la Corte Costituzionale del Paese, che ha dato ragione al presidente attuale, affermando che nel 2005 Nkurunziza è stato eletto dal Parlamento e non dal popolo come avviene oggi, per cui è legittima la sua ricandidatura. Ma su questa decisione della Corte Costituzionale aleggiano le voci di minacce fatte ai giudici da alcune persone vicine al presidente, e la fuga all'estero di 4 dei 7 giudici della Corte Costituzionale farebbe propendere per credere alle minacce. Dopo le proteste dei giorni passati il governo ha arrestato centinaia di manifestanti e fatto un giro di vite sui media, chiudendo le radio indipendenti. Intanto purtroppo sono decine già le vittime degli scontri e decine di migliaia i cittadini del Burundi che hanno già deciso di lasciare il Paese. Si spera che prima del 26 giugno, giorno previsto per le elezioni presidenziali, si possa arrivare a una decisione che eviti il deteriorarsi della situazione e che salvaguardi la pace in questo Paese africano.
il rinnovo del mandato presidenziale per cinque anni tramite suffragio universale diretto non rappresenta una violazione della Costituzione”. L’argomento usato dal presidente per ricandidarsi, a quanto pare accolto dai giudici, è che nel 2005 fu eletto capo di Stato dal Parlamento e non in elezioni dirette, quindi quel mandato non conterebbe. - See more at: http://nena-news.it/burundi-la-corte-dice-si-a-nkurunziza-opposizione-e-golpe/#sthash.Zl2S2fka.dpuf
il rinnovo del mandato presidenziale per cinque anni tramite suffragio universale diretto non rappresenta una violazione della Costituzione”. L’argomento usato dal presidente per ricandidarsi, a quanto pare accolto dai giudici, è che nel 2005 fu eletto capo di Stato dal Parlamento e non in elezioni dirette, quindi quel mandato non conterebbe. - See more at: http://nena-news.it/burundi-la-corte-dice-si-a-nkurunziza-opposizione-e-golpe/#sthash.Zl2S2fka.dpuf
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il rinnovo del mandato presidenziale per cinque anni tramite suffragio universale diretto non rappresenta una violazione della Costituzione”. L’argomento usato dal presidente per ricandidarsi, a quanto pare accolto dai giudici, è che nel 2005 fu eletto capo di Stato dal Parlamento e non in elezioni dirette, quindi quel mandato non conterebbe. - See more at: http://nena-news.it/burundi-la-corte-dice-si-a-nkurunziza-opposizione-e-golpe/#sthash.Zl2S2fka.dpuf
il rinnovo del mandato presidenziale per cinque anni tramite suffragio universale diretto non rappresenta una violazione della Costituzione”. L’argomento usato dal presidente per ricandidarsi, a quanto pare accolto dai giudici, è che nel 2005 fu eletto capo di Stato dal Parlamento e non in elezioni dirette, quindi quel mandato non conterebbe. - See more at: http://nena-news.it/burundi-la-corte-dice-si-a-nkurunziza-opposizione-e-golpe/#sthash.Zl2S2fka.dpuf

martedì 5 maggio 2015

A Ostia una spiaggia di legalità e socialità

E' stata inaugurata recentemente e si chiama Spiaggia Libera - S*P*Q*R. E' una spiaggia  un po' particolare perché innanzitutto è stata data in gestione dal comune di Roma a Libera, l'associazione che da anni combatte contro mafie, corruzione e criminalità organizzata, e a Uisp, l'Unione Italiana Sport per tutti, e questo per rendere questo spazio un luogo dove, attraverso le attrezzatture per lo sport e la promozione di attività sociali, sportive e culturali, tra cui attività formative sulla legalità, dibattiti e attività ludiche, offrire ai cittadini, non solo di quel territorio, ma di tutta Italia, uno spazio libero e gratuito, fruibile da tutti dalla mattina alla sera, 365 giorni all'anno, per fare esperienze di legalità e socialità. E' proprio questo un aspetto molto importante di questa iniziativa, la decisione di una gestione pubblica di una risorsa del territorio come bene comune e come opportunità gratuita per tutti, perché ciò, secondo Libera e Uisp, è un modo molto importante per contrastare malaffare, criminalità e illegalità, ossia considerare il territorio come bene comune, anteponendo questo aspetto a spezulazioni e privilegi di pochi. A partire dal mese di luglio la Spiaggia Libera - S*P*Q*R diventerà anche un luogo di incontro tra i giovani di quel territorio con i giovani di tutta Italia che parteciperanno a E!State Liberi, i campi di volontariato che Libera organizza a livello nazionale. Ma non ci saranno solo giovani sulla Spiaggia Libera - S*P*Q*R, perché quest'ultima è infatti un luogo attrezzato anche per anziani e disabili, anche grazie alla collaborazione dello Spi Cgil Centro ovest litoranea, perché proprio tutti, nel rispetto dell'ambiente, possano fruire gratuitamente di un bene comune.

lunedì 27 aprile 2015

Fari accesi sulle violenze nel Darfur

Stupri di massa e violenze di ogni tipo, insieme a carenza di cibo e di acqua, e a condizioni igienico-sanitarie inadeguate stanno segnando la vita di centinaia di migliaia di persone nella regione sudanese del Darfur. L'ultimo episodio riportato da Italians for Darfur e da Human Rights Watch è stato lo stupro di 221 tra donne, adolescenti e bambine nel villaggio di Tabit, ma lo stupro viene utilizzato come arma di guerra dalle milizie filo-governative anche in altri villaggi: Shangil Tobaya, Kutum, Kalma, Suleya, Tawila e altri ancora, e nei campi profughi. Un dato allarmante: nei primi 4 mesi del 2015 i nuovi sfollati sono triplicati; nella regione il 60% dei bambini non raggiunge il sesto anno di vita, mentre sono poche le persone che superano i 50 anni di vita. Mentre il presidente Omar Hassan al-Bashir chiede la sospensione della missione di pace dispiegata nel 2008 nella regione, l'International Crisis Group, centro di ricerca specializzato nell'analisi dei conflitti e nella proposta di soluzioni sostenibili, chiede al governo sudanese di disarmare le milizie, di sostenere il dialogo intercomunitario e i meccanismi tradizionali di riconciliazione. Pochi giorni fa c'è stato il Global day for Darfur, in molte capitali mondiali, mentre in Italia a tenere i riflettori accesi sulla tragedia di questa regione sudanese sono associazioni come Italians for Darfur, Articolo 21, e Human Rights Watch.

domenica 12 aprile 2015

Il Barometro della libertà di stampa di Reporters Sans Frontiere

Non so se lo conoscete già, ma mi sembra uno strumento molto utile per monitorare l'andamento della libertà di stampa e delle condizioni in cui operano i giornalisti in giro per il mondo. Sto parlando del Barometro della libertà di stampa, dei Reporters Sans Frontiere, i Giornalisti Senza Frontiere. Se si va sul loro sito, in alto a destra, è possibile vedere un rettangolo dove ci sono i dati aggiornati sui giornalisti uccisi o imprigionati nel mondo, ovvero quei giornalisti che sono stati uccisi o imprigionati proprio a causa della loro attività e di cui si è accertato il legame tra la loro attività e il loro triste destino. Ad oggi, nel 2015, risultano essere già 20 i giornalisti uccisi, e 160 quelli imprigionati. Scegliendo l'anno dal menu a tendina che si trova in basso nel rettangolo, si hanno i dati dell'anno scelto con i dettagli dei paesi dove ciò è avvenuto, e i nomi dei giornalisti. Questo è quello che si trova per il 2015. In questo modo non solo si mantiene alta l'attenzione sulla libertà di stampa nel mondo, ma si può anche vedere in quali paesi essa sia più minacciata e anche fare memoria dei giornalisti uccisi e ricordare quelli imprigionati.

sabato 11 aprile 2015

Miseria Ladra, la campagna di Libera e del Gruppo Abele contro la povertà

Si chiama Miseria Ladra, ed è la campagna che è stata lanciata dalle associazioni Libera e Gruppo Abele a sostegno di una politica più attiva verso le diverse forme di povertà diffuse nel nostro paese e in Europa. La campagna avanza 19 proposte concrete, 5 a livello locale, 5 a livello nazionale e 5 a livello europeo. A livello locale l'attenzione è posta soprattutto nei confronti dei senza dimora, e si chiede di trovare soluzioni abitative alternative ai morosi incolpevoli, cosi come di far valere il diritto a una residenza per i senza fissa dimora e di utilizzare le case sfitte per finalità sociali. Tra le richieste che si avanzano a livello nazionale, v'è quella di aumentare il Fondo sociale e il Fondo per la non autosufficienza, quella dell'introduzione del reddito minimo, e quella volta a rendere più efficiente il meccanismo per l'assegnazione ad uso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. A livello europeo vengono ribadite alcune proposte degli altri due livelli, e in più si chiede di porre fine alla politica dell'austerity, che aumenta la povertà e l'esclusione sociale, e si propone un Piano Europeo Straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione. Quello di aumentare la spesa a fini sociali è una proposta che ricorre un po' in tutti i livelli a cui si rivolge la campagna. Per chi volesse appoggiare la campagna di Libera e del Gruppo Abele, da questa pagina è possibile dare la propria adesione

giovedì 9 aprile 2015

Una piattaforma online per proteggere i giornalisti e la libertà di stampa

E' partita il 30 marzo scorso ed ha lo scopo di raccogliere le segnalazioni di attacchi ai giornalisti e di gravi violazioni alla libertà di stampa, con il duplice obiettivo di conoscere tempestivamente le minacce ai giornalisti e di sollecitare un immediato intervento delle autorità nazionali e internazionali competenti. Si tratta della piattaforma Internet voluta dal Consiglio d'Europa, in collaborazione con cinque organizzazioni internazionali. Come funziona questa nuova piattaforma online? Cinque organizzazioni internazionali (Association of European Journalists, Reporter sans Frontières, European Federation of Journalists, International Federation of Journalists e Article 19), a cui se ne potranno aggiungere altre in futuro, filtreranno, certificheranno, documenteranno e pubblicheranno tutti quei messaggi di allerta che segnalano situazioni di pericolo o gravi difficoltà per giornalisti, blogger, videoreporter, fotoreporter e altri operatori del mondo dell'informazione:  minacce fisiche, violazioni della privacy, intimidazioni a giornalisti, bloggers, scrittori, e alle loro fonti, intimidazioni che subiscono i giornalisti con l’abuso di strumenti giudiziari a causa di un uso scorretto delle leggi sulla diffamazione, sulla sicurezza nazionale o di lotta al terrorismo. Ad oggi sono sono state inserite 42 segnalazioni, che riguardano, tra i paesi europei, la Francia (l’attentato contro Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 a Parigi), la Grecia, la Serbia, la Slovenia e la Spagna. Il Consiglio d’Europa si è anche impegnato a rendere note le informazioni sulle azioni intraprese in seguito ai messaggi d’allerta e le risposte dei paesi in cui avvengono le violazioni.

domenica 21 aprile 2013

La libertà di stampa nel mondo

Anche quest'anno è stata redatta la particolare classifica sulla libertà di stampa nei diversi paesi del mondo, il Press Freedom Index. A ogni paese viene attribuito un valore di libertà di stampa determinato da diversi fattori, quali per esempio la legislazione inerente a questo aspetto o il livello di violenza cui sono sottoposti i giornalisti. Ebbene, secondo questo indice, anche nel 2013 ai primi posti nel mondo per libertà di stampa si piazzano i paesi del Nord Europa, con la Finlandia che conserva la prima posizione, seguita da Paesi Bassi e Norvegia. L'Italia si piazza al 57° posto, dietro l'Ungheria, mentre nelle ultime tre posizioni della classifica si trovano Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea. Nel 2013 alcuni paesi hanno registrato un incremento notevole del livello di libertà di stampa, come per esempio la Costa d'Avorio e il Malawi, saliti rispettivamente di 63 e 71 posizioni nella classifica dell'indice; mentre due paesi africani, il Mali e la Tanzania, hanno fatto registrare una regressione significativa, perdendo rispettivamente 74 e 36 posizioni. Per chi volesse consultare il Press Freedom Index 2013 e leggere alcuni brevi insights sull'indice, si consiglia di visitare questa pagina.