sabato 6 ottobre 2007

Quando gli azionisti chiedono più moralità: il caso Bhp Billiton

La società australiana Bhp Billiton è una delle più grandi compagnie minerarie al mondo che nell'ultimo anno ha aumentato i propri profitti del 27% e ha visto passare il valore dei propri titoli da 25 a 45 dollari. Tutto sta andando a gonfie vele quindi, se non fosse per quella richiesta strana arrivata da un gruppo di azionisti della società: non estrarre più uranio, perché è immorale. A guidare il gruppo dei "ribelli" della Bhp Billiton è John Poppins, un ingegnere in pensione che con la sua famiglia controlla azioni della Bhp per oltre un milione di dollari australiani (circa 623mila euro). Egli, insieme ad altri azionisti, sta raccogliendo firme per la petizione da presentare all'ordine del giorno nella riunione degli azionisti, prevista a novembre ad Adelaide, con cui chiedere lo stop all'estrazione di uranio, pericolosa e dannosa. Nel caso in cui vengano raccolte le firme sufficienti, per la Bhp Billiton, e non solo, si tratterebbe di un duro colpo, dato che questa società vende uranio a mezzo mondo, dall'Europa agli Stati Uniti, dalla Corea del Sud al Giappone, e, nel sud dell'Australia, la compagnia controlla il più vasto deposito di uranio al mondo, con due milioni di tonnellate di ossido di uranio nel sottosuolo, per un valore di oltre 700 milioni di euro. (fonte Peacereporter)

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