giovedì 14 aprile 2011

Energia solare, nuova importante scoperta

Un gruppo di ricercatori del Massachussets Institute of Technology (MIT), guidati dal professor Daniel Nocera, avrebbe trovato il modo di utilizzare il processo naturale della fotosintesi clorofilliana per produrre energia a costi accettabili e in quantità tali da poter soddisfare il fabbisogno quotidiano di energia, per ora quello standard presente nei paesi in via di sviluppo, più basso rispetto a quello tipico dei paesi del cosiddetto "primo mondo". Questo sarebbe possibile grazie a una sorta di foglia artificiale, grande più o meno come una carta da gioco, che, messa a contatto con acqua e sole, sarebbe in grado di produrre 10 volte l'energia prodotta in natura dalla fotosintesi. Basterebbero, secondo quanto dichiarato dal professor Nocera, pochi litri di acqua e l'esposizione al sole, per fare in modo che questa foglia artificiale produca energia necessaria al fabbisogno quotidiano di una casa, per i livelli energetici tipici di adesso nei paesi in via di sviluppo, e che ogni casa sia quindi, dal punto di vista energetico, autosufficiente, ciascuna con un proprio piccolo produttore domestico di energia, posto sul tetto o di fianco alla casa. Come funzionerebbe questa foglia artificiale? Alcuni elementi presenti nel piccolo apparecchio sarebbero in grado di separare l'acqua, a contatto con il sole, nei suoi due componenti, idrogeno e ossigeno, che finirebbero in una cella a combustione dove verrebbe prodotta e conservata l'energia. L'idea non è nuovissima, in quanto riprende un progetto che era stata sviluppato più di 10 anni fa da un altro ricercatore, di nome John Turnet, che, nello U.S. National Renewable Energy Laboratory, realizzò un prototipo simile; ma l'idea non si trasformò in un progetto concretizzabile in quando i costi di produzione erano troppo alti e l'apparecchio era molto instabile. La nuova foglia artificiale invece sarebbe molto più stabile e avrebbe costi accessibili per il mercato di massa, in quando il processo fotosintetico avverrebbe grazie a materiali presenti in sostanze non rare e con costi accessibili, contenuti in materiali come nickel e cobalto. Staremo a vedere se il progetto andrà avanti, quando tempo occorrerà eventualmente perché il nuovo apparecchio sia commercializzato, e se veramente i primi a beneficiarne saranno i paesi del cosiddetto "terzo mondo".

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