giovedì 16 febbraio 2012

Dopo la Russia, la primavera arriverà anche in Cina?

Dopo i paesi arabi e altri paesi del mondo in cui v'è da decenni una dittatura, come la Birmania, anche in Russia la società civile sembra non starci più a sottostare ai ridicoli e dannosi giochi del dittatoriello o dei dittatorielli che guidano il Paese, e centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza ripetutamente, da dicembre a oggi, in diverse città russe, per chiedere democrazia, rispetto delle regole e della dignità del popolo russo. La domanda è: dopo la Russia, anche in Cina vedremo queste manifestazioni pacifiche con cui la gente chiede rispetto per se stessa? In realtà di manifestazioni di questo tipo in Cina ce ne sono già state parecchie negli anni scorsi, ma un po' qui in Occidente non se ne veniva a conoscenza a causa della censura cinese, un po' molto spesso esse venivano represse abbastanza velocemente con metodi violenti. Ma ultimamente dalla Cina sembrano arrivare eventi che prendono una piega leggermente diversa del solito. A Wukan, un villaggio di circa 20.000 abitanti della regione del Guangdong, la gente che ha iniziato a protestare nel settembre scorso contro la vendita dei propri terreni a un'azienda privata, senza risarcimento, da parte delle autorità locali, è riuscita, comunque dopo tentivi di repressione, molti arresti e la morte di un leader della protesta, a imporre la cacciata dei funzionari locali corrotti del Partito Comunista e un'indagine sull'esproprio forzato dei terreni, ed è riuscita a fare elezioni libere nel villaggio, dove 6.000 elettori hanno scelto democraticamente 11 persone che hanno costituito una commissione che dovrebbe portare la comunità di Wukan a nuove elezioni per eleggere liberamente i rappresentanti del nuovo governo locale. Dopo poche settimane, un'altra comunità del Guangdong, Wanggang, è riuscita ad ottenere libere elezioni e un'inchiesta sull'esproprio forzato delle terre dei contadini. Questo vuol dire che piano piano la democrazia inizia ad affermarsi anche in Cina? Forse è presto, molto presto per dirlo, come sostiene Willy Wo-Lap Lam, un esperto di Cina contemporanea, il cui articolo lo si può leggere qui tradotto in italiano, spiegando bene i motivi per cui è difficile che da un giorno all'altro in Cina arrivi la democrazia. Però forse se non un vero e proprio vento, una piccola brezza nuova anche in Cina sta arrivando, come dimostrano alcuni gesti, come la pubblicazione sul social network cinese Sina Weibo, che ha più di 250 milioni di utenti registrati, di un'immagine con cui un giovane cinese fa 30 domande a coloro che si oppongono alla democrazia; ebbene, questo post è stato condiviso più di 9.000 volte e ha avuto più di 2.300 commenti; qui è possibile vedere quell'immagine e leggere la traduzione in inglese delle 30 domande.

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