giovedì 9 febbraio 2012

La distribuzione della ricchezza in Italia e l'importanza di una tassazione sui grandi patrimoni

Recentemente la Banca d'Italia ha presentato la sua indagine sui bilanci delle famiglie italiane. In questa indagine, oltre ai dati sulla ricchezza netta media posseduta dalle famiglie italiane, ci sono anche dei dati interessanti relativi alla distribuzione della ricchezza nel nostro Paese. Secondo questi dati, emerge che nel 2010 il 10% delle famiglie più ricche d'Italia possedevano il 45,9% della ricchezza totale del nostro Paese, mentre il 50% delle famiglie meno abbienti detenevano una percentuale inferiore al 10% della ricchezza totale. E' una fotografia spietata che certifica le profonde diseguaglianze economiche presenti nel nostro paese. Diseguaglianze che sembrano essere più o meno le stesse da 20 anni a questa parte, se è vero che dal 1990 al 2010 la percentuale della ricchezza posseduta dal 10% delle famiglie italiane più ricche ha oscillato tra il 40% e il 47%, e la percentuale della ricchezza posseduta dal 50% delle famiglie meno abbienti ha oscillato tra l'8% e l'11%; i valori pertanto negli ultimi vent'anni non hanno subito grosse variazioni, anzi, se si prendono i dati dal 2004 al 2010, sembra esserci addirittura un trend negativo in atto; il fatto che questi valori si siano mantenuti per cosi tanto tempo entro una forbice sottile di valori, fa supporre che probabilmente anche l'anno scorso queste percentuali non abbiano subito grosse variazioni. Queste disuguaglianze sono certificate anche dall'indice di Gini, parametro che serve proprio per dare un valore uniforme per tutti i paesi del grado di disuguaglianze in essi presenti. L'indice di Gini è un valore che va da 0 a 1, dove 0 rappresenta il massimo dell'uguaglianza e 1 il massimo della disuguaglianza. L'indagine della Banca d'Italia misura l'indice di Gini sia sulla ricchezza totale posseduta dalle famiglie, sia sui redditi derivanti da lavoro. Ebbene, nel primo caso l'Italia ha un valore di 0,62, valore purtroppo più vicino all'1 che allo 0; ma nel secondo caso, ossia se si prendono solo i redditi derivanti da lavoro questo indice per l'Italia scende a 0,35; cosa vuol dire questo? Che le disuguaglianze economiche nel nostro Paese non risiedono tanto nelle disparità di retribuzione lavorativa, che pure ci sono, quanto nella concentrazione di grandi patrimoni nelle mani di pochi. Per questo la strada della tassazione sui grandi patrimoni probabilmente è quella che potrebbe aiutare veramente a ridurre le diseguaglianze economiche nel nostro Paese.

Nessun commento: