martedì 18 marzo 2008
Medici Senza Frontiere getta luce sulle crisi umanitarie dimenticate
Anche quest'anno Medici Senza Frontiere ha voluto, insieme all'Osservatorio di Pavia, analizzare lo spazio dato dai telegiornali italiani alle crisi umanitarie nel mondo. Il primo dato importante che emerge è un calo dell'attenzione generale riservata alle grandi crisi dai telegiornali nazionali più importanti, certificato dal passaggio delle notizie ad esse riservate da una percentuale del 10% sul totale delle notizie date, a una dell'8%. Le 10 tragedie umanitarie più ignorate sono: Somalia, Zimbabwe, tubercolosi, malnutrizione infantile, Sri Lanka, Repubblica Democratica del Congo, Colombia, Myanmar, Repubblica Centrafricana e Cecenia. Addirittura non si trova traccia di alcuna notizia dedicata alla Repubblica Centrafricana, la cui popolazione continua a soffrire gli scontri tra i diversi gruppi armati. In generale la tendenza è di dare più spazio a quelle tragedie in cui sono coinvolti, o come vittime o come protagonisti di azioni di aiuto, italiani o occidentali. Cosi, se si parla tanto del conflitto in Colombia tra governo, gruppi guerriglieri come Farc e ELN, e gruppi paramilitari a proposito del sequestro di Ingrid Betancourt, si ignora che questo conflitto ha provocato la fuga di 3 milioni di persone, facendo della Colombia il 3° al mondo dei paesi con il più alto numero di sfollati, dopo Repubblica Democratica del Congo e Sudan. Sempre per la tendenza a non trattare ciò che non ci colpisce in prima persona, non si parla delle malattie che nel mondo ogni anno mietono migliaia di vittime. La tubercolosi, per esempio, che ogni anno provoca due milioni di morti, l'AIDS, che uccide ogni anno 2 milioni di persone, o la malaria, che causa una vittima ogni 3 secondi. Per non parlare di quella speciale malattia conseguenza dell'ingiusto ordine economico mondiale che si chiama malnutrizione, che ogni anno uccide 5 milioni di bambini sotto i 5 anni. Qui è possibile trovare il rapporto completo.
giovedì 6 marzo 2008
I musulmani che aiutarono gli ebrei negli anni dell'Olocausto
A Gerusalemme nel memoriale della Shoah, lo Yad Vashem, il più importante museo al mondo dedicato all'olocausto, c'è un'elenco di circa 22.000 nomi. Sono i cosidetti "giusti ta le nazioni", persone che operarono concretamente per salvare la vita degli ebrei durante gli anni dell'Olocausto. Ebbene, tra questi vi sono anche 70 musulmani. Coraggioso esempio di un amore universale e di una fede che non divide ma unisce, e testimonianza concreta di una frase che ricorre sia nel Talmud che nel Corano: "Chi salva una vita salva il mondo intero". Con il loro nome, essi rimangono lì a invitarci ad andare al di là di tutte le letture semplicistiche della realtà e dei suoi conflitti, e a indicarci una via di dialogo e di amore nel tentativo di risolvere la convivenza tra persone di cultura e religione differenti, una via molto diversa da quella che oggi, spesso, porta agli scontri e alla costruzioni di muri. I 70 musulmani "giusti" sono stati ricordati in una mostra recentemente promossa dal Centro di cultura e attività missionaria del Pime, sponsorizzata dalla Regione Lombardia, e intitolata appunto "Giusti dell'Islam". Attraverso 25 pannelli la mostra, organizzata nei giorni della celebrazione della Giornata della memoria, ha inteso raccontare la storia di alcune di queste persone: 2 bosniaci, 3 albanesi, 2 diplomatici turchi e un iraniano, che contribuirono a salvare la vita ad alcune decine di ebrei. Tutte persone che hanno rischiato la loro vita per aiutare gli ebrei vittime delle persecuzioni naziste. Come Necdet Kent, console turco a Marsiglia, che salì su un treno di deportati e convinse le SS a liberare tutti i "passeggeri" minacciando di creare un incidente diplomatico. O come Abdol Hossain Sardari, console iraniano a Parigi, conosciuto anche come lo "Schindler musulmano", che concedeva il passaporto anche a ebrei non provenienti dall'Iran per impedire il loro trasferimento nei lager. Nella mostra anche uno sguardo su un azione di oggi che lancia lo stesso messaggio di pace e di superamento dell'odio che ci hanno lasciato i "giusti musulmani": i genitori di Ahmed, un ragazzino palestinese di 12 anni ucciso per sbaglio da un israeliano, hanno donato i suoi organi salvando la vita di 6 persone israeliane. Anche oggi, come allora, musulmani ed ebrei continuano ad aiutarsi.
giovedì 28 febbraio 2008
Torraca, comune campano a risparmio energetico
In Campania, e più precisamente in provincia di Salerno, si trova un comune che, con i suoi 1.200 abitanti, si propone come modello di risparmio energetico per tutte le altre città italiane. Si chiama Torraca, e la sua particolarità è che l'impianto di illuminazione pubblica non è costituito dalle solite lampade ad incandescenza, ma dalle lampade a risparmio energetico a LED (Light Emitting Diode). Questo piccolo comune campano ha infatti investito 280.000 euro, in cui rientravano anche fondi regionali, per installare 700 punti luce a LED in tutto il comune. L'investimento, che dovrebbe essere ammortizzato in 6 anni, ha portato e porterà come vantaggi economici al comune di Torraca un risparmio energetico di circa il 65% e una riduzione dei costi di manutenzione dell'impianto di illuminazione di circa il 50%. Inoltre i cittadini vedranno ridotto l'inquinamento luminoso di circa il 90%, avranno meno emissioni di CO2 e non avranno più a che fare con le sostanze tossiche presenti nelle nelle sorgenti luminose tradizionalmente impiegate per la pubblica illuminazione, e assenti invece nelle lampade a LED. Grazie a questa iniziativa, nel novembre scorso, il sindaco di Torraca ha ricevuto il premio Enti locali per Kyoto 2007. Per chi volesse sapere di più su questo comune campano o magari visitarlo, questo è il suo sito.
giovedì 21 febbraio 2008
Note di pace, la musica come dialogo
Fare musica insieme per la pace. Questo il messaggio che ci viene dal progetto musicale "Note di pace", i cui protagonisti sono i ragazzi e le ragazze, tutti musicisti, che vengono dall'Accademia Dar Al Kalima di Betlemme, nei territori palestinesi, e dalla Scuola Superiore regionale di Sasa, nell'alta Galilea, che da anni lavora per il dialogo tra ragazzi ebrei israeliani e arabi israeliani. Hanno deciso di condividere la loro passione per la musica, che diviene cosi veicolo di conoscenza e condivisione tra chi solitamente si percepisce come nemico. I ragazzi sono aiutati e diretti dal maestro Dario Arcidiacono. Il progetto "Note di pace" è promosso dalla rivista Confronti e finanziato dall'8 per mille della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, e consentirà ai ragazzi palestinesi e israeliani di visitare diverse città italiane (Torre Annunziata, Genova, Venezia, Verona e Milano) e di incontrare un pubblico che ama la musica e che crede nella possibilità di un Medio Oriente pacificato. Molti anche gli incontri in scuole superiori italiane. Su questo sito è possibile trovare il calendario completo degli eventi di "Note di pace" previsti nei prossimi giorni.
sabato 16 febbraio 2008
Efficiencity, la città ecologica, virtuale ma realizzabile
Come fare per costruire una città veramente ecosostenibile? Lo suggerisce Efficiencity, una città virtuale realizzata da Greenpeace UK, in collaborazione con con Biro creative, una società di comunicazione canadese. Efficiencity è un modello ideale di centro abitato privo di emissioni inquinanti e basato unicamente su energia rinnovabile. L'obiettivo di questa iniziativa è quello di informare i cittadini sulle alternative possibili ai modelli energetici che attualmente si usano nella maggior parte della città del mondo, di spingerli ad agire concretamente per contribuire a rendere più "ecologica" la propria città, e di sensibilizzare i governi e le amministrazioni pubbliche, mostrando uno scenario virtuale ma realizzabile. EfficienCity è suddivisa in tre quartieri: sud, est e ovest. In ogni area, è possibile selezionare singole strutture cittadine (come lo stadio o il supermarket) e gli impianti energetici, visualizzando per ognuno di essi contenuti multimediali fotografici e audiovisivi che illustrano i meccanismi nel mondo reale e i sistemi che forniscono l'energia pulita. Il modello virtuale proposto da Greenpeace è basato interamente su case study reali, prevalentemente della Gran Bretagna, e su tecnologie già esistenti. Tecnologie che, se venissero applicate contemporaneamente, permetterebbero di avere città sostenibili. Il sistema integrato di energia su cui si basa EfficienCity è detto Chp (Combined heat and power), detto anche cogenerazione: nella centrale termoelettrica, l'energia termica e quella elettrica vengono generate contemporaneamente da un unico combustibile iniziale, garantendo minori sprechi e maggiore efficienza rispetto alla generazione separata in centrali termiche ed elettriche. In Danimarca gli impianti di cogenerazione hanno ridotto del 95% gli sprechi energetici. Una sezione molto interessante del sito di Efficiencity è quella chiamata Take action, che suggerisce agli utenti delle azioni concrete che si possono intraprendere fin da subito per contribuire a rendere la propria città più pulita e a spingere le proprie amministrazioni pubbliche a intraprendere interventi immediati per uno sviluppo sostenibile.
lunedì 4 febbraio 2008
Un'aiuto nel campo di profughi palestinesi di Dbayè, in Libano
E' dal 1948 che migliaia e migliaia di palestinesi scappano dalla loro terra alla ricerca di un futuro migliore. Tanti sono i paesi che accolgono questi profughi, tra cui anche il Libano, che oggi ospita circa 400.000 palestinesi. Essi rappresentano il 10% dell’intera popolazione libanese e spesso vivono in campi autogestiti, nelle periferie delle principali città libanesi, in una condizione di povertà, in abitazioni fatiscenti e senza uno status di rifugiati riconosciuto dall’autorità di Beirut. In un campo profughi dei tanti esistenti, quello di Dbayè, Caritas Libano da anni si occupa delle famiglie che vivono all'interno del campo, gestendo un centro diurno, che funge anche da ambulatorio per le persone più anziane, e cercando di organizzare attività permanenti a favore degli adolescenti, per favorire il loro sviluppo psico-fisico in un ambiente estremamente povero e degradato. Questo progetto si chiama Oltre la scuola, proprio per sottolineare l'importanza di aiutare i minori in un percorso educativo che vada al di là della frequentazione scolastica, complementare al percorso didattico, e che favorisca un’integrazione culturale con la società civile libanese. Sul sito della Caritas è possibile trovare ulteriori informazioni su questo progetto e dare un proprio contributo per fare in modo che esso possa portare i propri frutti.
sabato 2 febbraio 2008
Entrata in vigore la Convenzione contro la tratta degli esseri umani
E' entrata in vigore ieri la Convenzione contro la tratta degli esseri umani, ratificata finora da 14 paesi. Halvdan Skard, presidente del Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio d’Europa, l'ha definita una “una pietra miliare”. Secondo le cifre divulgate dal Consiglio, “sono oltre 60.000 le persone vendute in Europa, l’80% delle quali è rappresentato da donne costrette poi, nel 70% dei casi, ad una schiavitù di tipo sessuale”. Il restante 10% è invece destinato ai lavori forzati, alle adozioni illegali ma anche al traffico di organi. La tratta di esseri umani, precisa l’organismo, rappresenta in Europa la terza attività criminale più diffusa dopo il commercio di armi e droga. Terry Davis, il segretario generale del Consiglio d'Europa, ha invitato tutti gli stati dell’Unione che non hanno ancora ratificato la Convenzione, ma anche i paesi non europei, ad aderirvi il prima possibile. Essa rappresenterà, d'ora in poi, un'arma efficace per porre fine a tutte le forme di schiavitù moderna. Oltre a semplificare le procedure di cooperazione internazionale per la prevenzione e il perseguimento dei responsabili di questo tipo di crimini, la Convenzione proibisce la punizione delle vittime che “non potranno essere accusate di delinquere, qualunque sia la legislazione vigente in materia di prostituzione o di lavoro”. I governi dovranno inoltre scoraggiare lo sfruttamento: la legge prevede anche la possibilità di perseguire i clienti delle donne costrette a prostituirsi. I paesi che hanno ratificato la Convenzione sono Albania, Austria, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Francia, Georgia, Malta, Moldavia, Norvegia, Romania e Slovacchia. L'Italia non rientra ancora tra questi paesi perché, nonostante il governo l'abbia firmata l’8 giugno 2005, la Convenzione non ha ancora passato l’esame del parlamento. (fonte Misna)
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