venerdì 30 maggio 2008

L'aiuto della Chiesa del Myanmar agli sfollati

Dopo la tragedia provocata dal ciclone Nargis, in Myanmar, nonostante la presenza di un regime autoritario renda difficoltosa la circolazione e la libera fruizione degli aiuti, la Chiesa locale sta svolgendo una silenziosa ma importante opera di aiuto nei confronti di tutti gli sfollati e i senza tetto. Le diocesi colpite dal disastro del ciclone, Yangon, Mawlamyine e Pathein, hanno organizzato gruppi di soccorso e allestito nelle parrocchie campi per i rifugiati. A Pathein il vescovo, mons. John Hsane Hgyi, con alcuni sacerdoti hanno formato un team che sta girando la zona per raccogliere gli sfollati e portarli nei due centri di accoglienza allestiti nei compound delle parrocchie di Kanazogon e Myaungmya, per poi dar loro cibo e medicine. L’arcidiocesi di Yangon, dal canto suo, ha istituto un comitato speciale per l’emergenza, il Myanmar Disaster Relief Committe, che comprende rappresentanti delle vittime, delle parrocchie e dei partner donatori. L'emergenza è grave: dopo i 200.000 morti di cui parlano le stime ufficiali, ci sono ancora un milione e mezzo di persone che hanno bisogno di aiuto; la gente e soprattutto i bambini muoiono di fame, mentre colera e dissenteria hanno già fatto numerose vittime tra i più deboli. L'iniziativa è supportata anche dal Pime, che ha lanciato la campagna Sanamu Mieta, che in italiano significa Simpatia e amore. Qui è possibile raccogliere informazioni sull'impegno del Pime per gli sfollati del Myanmar e dare il proprio contributo in appoggio all'iniziativa.

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