venerdì 16 maggio 2008

Slum TV, la tv della baraccopoli di Mathare, a Nairobi

Il Kenya ha vissuto nei mesi scorsi una stagione di violenze e di scontri a causa dell'esito delle elezioni, che avevano visto la proclamazione del presidente Mwai Kibaki contestata dal capo dell'opposizione Raila Odinga. Kibaki è della dinastia Kikuyo, Odinga è dei Luo. Il bilancio fornito dalla Croce Rossa locale, parla di oltre mille morti, migliaia di feriti e 304.000 senza più un tetto. In un quartiere di Nairobi chiamato Mathare in questi mesi sono stati derubate, torturate e uccise centinaia di persone e tante abitazioni sono state saccheggiate, bruciate e rase al suolo. A Mathare vivono circa 400.000 abitanti, in un'area grande quanto 200 campi da calcio convivono 42 gruppi etnici. Qui a Mathare si trova la seconda baraccopoli per grandezza del Kenya e una delle più povere tra le 199 censite da Un Habitat, l'agenzia dell'ONU che si occupa dei senza casa a Nairobi. E qui, proprio a Mathare, è nata Slum TV, una televisione creata da un gruppo di giovani filmakers e fotografi keniani che vivono a Mathare. Lo scopo di questa "televisione alternativa" è di raccontare storie di vita ordinaria, in cui sono presenti si la violenza, la povertà e la desolazione, ma ricorrono anche speranza e solidarietà. Slum TV vuole infatti raccontare un pezzo di Kenya che non è solo guerra, ma anche convivenza pacifica e gesti di solidarietà. Così mentre il mondo riprendeva solo le immagini degli scontri scoppiati dopo l'annuncio dei risultati elettorali, i giovani operatori e fotografi di Slum TV raccoglievano storie di solidarietà. Donne di etnia Luo che ospitavano famiglie di etnia Kikuyo. Centri di assistenza gestiti da donne keniane nei luoghi in cui le agenzie internazionali non si avventurano, talmente alto è il rischio. Un gruppo di uomini che salvano la vita ad un uomo di un'etnia diversa dalla loro. Gli operatori hanno frequentato solo un corso di due settimane di ripresa e montaggio, imparando da soli le regole basilari del mestiere. Nelle loro mani, una sola videocamera. Una volta al mese, i loro video vengono proiettati davanti a centinaia di persone nella baraccopoli. Nei suoi quasi due anni di vita i principali successi sono state proprio le testimonianze di vita ordinaria. Superando i confini del già visto, questi giovani sono riusciti a fermare quei gesti di umanità che si aprivano, improvvisi, tra lo scorrere di una quotidianità fatta di dolore e distruzione. Alexander Nikolic, artista di origine serba, ci racconta come il fine sia quello di lavorare insieme per realizzare alla fine un archivio, una memoria. "La gente del quartiere - dice Nikolic - guarda la televisione in pubblico: calcio inglese e bolckbusters hoollywoodiani. Abbiamo, dunque, pensato che sarebbe stato più facile applicare le regole della televisione delle origini, in cui qualsiasi proiezione nelle sale cinematografiche era sempre accompagnata da un notiziario. Che, poi, inseriamo in un archivio affinché non si perda". Questo quindi l'importante obiettivo di Slum TV: costruire, video dopo video, una speranza che permanga e cresca nel tempo. Qui, sul sito di Slum TV, si possono vedere alcuni video realizzati da questa televisione. (fonte Peacelink)

Nessun commento: