venerdì 3 giugno 2011
In Bolivia acqua potabile in centinaia di villaggi
La Bolivia fa un grande passo avanti per quanto riguarda quello che è uno dei diritti più importanti che bisognerebbe assicurare a tutti in ogni parte del mondo: il diritto all'acqua. E' stato infatti approvato un grande progetto destinato a portare acqua potabile a più di 300 tra villaggi e comunità. Il progetto, che si chiama Mi agua, prevede finanziamenti da parte dello stato fino a 300 milioni di dollari, e assicurerà acqua potabile agli abitanti dei villaggi che sfrutteranno questi finanziamenti, con la costruzione di pozzi per la ricerca di acqua, di una rete di tubature per il suo trasporto e di strutture dedicate per la sua conservazione. Ma un secondo obiettivo che si propone il progetto Mi agua, oltre a quello di garantire l'acqua potabile, è quello di dare anche un forte impulso alla crescita dell'agricoltura e dell'economia locali. Infatti l'arrivo dell'acqua permetterà di avere sistemi di irrigazione dei campi laddove non ci sono ancora, e magari di migliorarli e di renderli più efficaci laddove ci sono già ma sono carenti. Inoltre con i finanziamenti assicurati dallo stato, i comuni beneficiari potranno costruire anche delle dighe per la produzione di energia elettrica. Insomma, un'iniziativa che non solo dovrebbe garantire acqua potabile a un maggior numero di boliviani rispetto a oggi, ma che dovrebbe dare anche una forte spinta nella direzione di una sempre maggiore autosufficienza economica, soprattutto nel settore alimentare.
giovedì 26 maggio 2011
I Mercati del Contadino, o Farmers Market, per fare la spesa dal contadino vicino di casa
A livello internazionale si chiamano Farmers Market, in Italia sono chiamati anche Mercati del Contadino, e sono quei mercati in cui si fa la spesa direttamente dai produttori di frutta, verdura, formaggio, uova, carne, vino, riso e altri prodotti ancora. Il motivo per cui sono nati è quello favorire l'incontro diretto e non mediato tra i piccoli produttori di ogni regione con gli abitanti di quella regione che hanno bisogno dei prodotti venduti da quei produttori. Il fatto di fare la spesa direttamente dai produttori consente molto spesso prezzi più bassi rispetto a quelli che si trovano nei supermercati o nei negozi specializzati, e promuove un rapporto più umano tra venditore e acquirente; il venditore è il produttore stesso che quindi quando vende qualcosa ci mette la sua faccia, e l'acquirente ha un rapporto diretto con il produttore in caso di dubbi, problemi o anche soddisfazioni da condividere nel fruire dei prodotto scelti. I Mercati del Contadino vogliono quindi essere non solo luoghi di acquisto, ma anche luoghi di incontro, dove l'azione dell'acquistare può non essere più solo un atto "funzionale", ma anche un azione "sociale" e piacevole. Altri vantaggi dei Mercati del Contadino sono il fatto che si evita il trasporto di prodotti su lunghe distanze e si diminuisce cosi traffico e inquinamento, un maggiore controllo da parte degli acquirenti dei prodotti acquistati, la riscoperta del proprio territorio e delle sue attività produttive e il rispetto della stagionalità dei prodotti e il risparmio di energia, dal momento che nei Mercati del Contadino si trovano principalmente prodotti di stagione, mentre quelli fuori stagione richiedono consumi molto elevati di energia. Per trovare i Mercati del Contadino più vicini a casa propria, è possibile andare sul sito www.mercatidelcontadino.it e fare la ricerca dei mercati a sé più vicini su questa pagina; sul sito poi per gli acquirenti si possono trovare altre informazioni utili per fare spese sempre più consapevoli, e per i produttori c'è modo di entrare in contatto con i Mercati del Contadino per entrare anch'essi in questa rete.
venerdì 20 maggio 2011
Altre Città Equosolidali nel nostro paese
Dell'iniziativa Città Equosolidali ne avevo parlato quasi un anno fa, e oggi ne riparlo perché l'iniziativa sta andando avanti e ad essa hanno aderito altri comuni. Gli ultimi in ordine di tempo sono Forlì, Lecco e Pieve di Cento, e oggi le città equosolidali in Italia sono più di 40. Si tratta di città che si sono impegnate quindi non solo a sensibilizzare i propri cittadini ad acquistare prodotti equo-solidali presso i negozi e le botteghe che li vendono, ma anche a far uso esse stesse, nei propri uffici e nelle proprie attività, dei prodotti equo-solidali. Lo scopo dell'iniziativa è proprio quello di unire cittadini comuni e pubblica amministrazione in uno sforzo comune per diffondere l'utilizzo di prodotti equo-solidali sul proprio territorio, dando cosi vita a un'impegno capillare su tutto il territorio nazionale. L'idea di chiedere proprio alle amministrazioni locali di dare per primi l'esempio è centrale nella proposta di Città Equosolidali e rappresenta una novità importante nel panorama del commercio equo-solidale; senza dimenticarsi che dietro alle amministrazioni locali ci sono sempre singole persone, che fanno la scelta di iniziare a dare subito il loro contibuto concreto per cambiare i meccanismi economici della nostra società, senza aspettare che altri lo facciano al posto loro; è proprio questa partecipazione personale che ha fatto, e che continuerà a fare, la storia del commercio equo-solidale.
giovedì 12 maggio 2011
Terra di tutti Film Festival, il cinema dedicato ai temi sociali
Si chiama Terra di tutti Film Festival ed è un concorso cinematografico che ogni anno, dal 2007, raccoglie documentari, cortometraggi e mediometraggi dedicati a temi sociali e alle problematiche dei paesi più poveri del mondo. Il festival è organizzato dalle due associazioni Gvc (Gruppo di Volontariato Civile) e Cospe (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti) e ad esso può partecipare chiunque abbia realizzato un lavoro cinematografico che rientra in una delle 3 categorie previste: documentari, cinema d'animazione e docufiction, che abbia una durata inferiore all'ora, e che tratti uno dei seguenti temi: lotta alla povertà, acqua come bene comune dell’umanità, valorizzazione e preservazione delle risorse naturali e delle foreste, accesso all’energia, sostenibilità energetica ed energie rinnovabili, sovranità alimentare, agricoltura sostenibile, biologica ed equo-solidale, migrazioni e sviluppo, e tratta e traffico degli esseri umani. Per quest'anno è prevista una novità, il Terra di tutti Photo Festival, ossia una sezione del concorso dedicato alla fotografia, cui possono partecipare fotografi sia professionisti che amatoriali che abbiano realizzato foto o reportage che parlano del sud del mondo. Le iscrizioni al Festival, che avrà luogo dal 6 al 9 ottobre di quest'anno, sono aperte fino al 15 maggio. Per chi volesse partecipare, questo è il sito del Festival, dove è possibile consultare il regolamento completo.
giovedì 5 maggio 2011
Le banane biologiche certificate Faitrade che vengono dal Perù
Hanno lavorato anni e anni per coltivare le loro banane biologiche e per fare di questo lavoro la propria fonte di sostentamento principale. Da qualche settimana, i piccoli produttori della cooperativa APBOSMAM, acronimo che sta per Asociación de Productores de Banano Orgánico Sector El Monte y Anexos Mallaritos, della zona di Mallaritos, nella provincia di Piura, in Perù, sono riusciti anche a iniziare un'attività di esportazione diretta, senza intermediari, verso l'Italia, attraverso i canali del commercio equo e solidale. La realtà italiana che ha reso possibile ciò è la OrganicSur, un'azienda bolognese del settore. Ora quindi in Italia sarà possibile trovare e comprare anche queste banane biologiche, sapendo che esse seguono logiche di produzione e di distribuzione tipiche del commercio equo e solidale, e che il ricavato della vendita delle banane contribuisce anche a supportare progetti di sviluppo educativo e ambientale intrapresi dalla cooperativa peruviana. In questo video, in spagnolo, è possibile ascoltare alcuni protagonisti della cooperativa raccontare la loro esperienza e vedere alcune immagini sulla partenza del primo container di banane alla volta dell'Italia. Per ricevere informazioni invece su dove si possono trovare e acquistare queste banane peruviane, si consiglia di contattare Fairtrade Italia o Organicsur.
venerdì 29 aprile 2011
Come iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni per non ricevere più telefonate commerciali
Come fare per non ricevere più telefonate commerciali e pubblicitarie di società che propongono prodotti o servizi per telefono? Da qualche mese sono cambiate le regole e adesso funziona cosi: se non si vogliono più ricevere le telefonate commerciali dalle aziende che fanno telemarketing bisogna iscriversi a un registro che si chiama Registro Pubblico delle Opposizioni e automaticamente, almeno per quanto promesso da chi gestisce il tutto, non si riceveranno più telefonate. Però c'è una condizione per poter fare questo, che non è scontata e che è bene ricordare; per potersi iscrivere al registro occorre che il proprio numero di telefono sia iscritto negli elenchi telefonici pubblici degli abbonati. Quindi, paradossalmente, se una persona aveva tolto il proprio numero di telefono dagli elenchi pubblici proprio per non ricevere più telefonate commerciali indesiderate, adesso non può più richiedere di non ricevere questo tipo di telefonate, a meno che non si riabboni agli elenchi telefonici pubblici; tutto ciò è veramente paradossale. Comunque, per coloro che possono e vogliono iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni, è sufficiente andare sul sito www.registrodelleopposizioni.it e scegliere una delle 5 modalità con cui è possibile iscriversi:
- Online, compilando questo modulo.
- Per email, mandando all'email abbonati.rpo@fub.it il modulo scaricabile qui (link attualmente non funzionante).
- Per telefono, chiamando il numero 800.265.265 e fornendo i proprio dati: nome e cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale, e email (facoltativa).
- Via fax, inviando al numero 06.54224822 questo modulo compilato, oppure un foglio semplice con i propri dati: il numero di telefono da iscrivere nel registro, il codice fiscale, copia di un proprio documento di riconoscimento valido, l'email (facoltativa), e l'operazione che si richiede (nel caso dell'iscrizione andrà scritto "Iscrizione").
- Con raccomandata, spendendo questo modulo compilato, o scrivendo su carta semplice i propri dati: il numero di telefono da iscrivere nel registro, il codice fiscale, l'email (facoltativa), e l'operazione che si richiede (nel caso dell'iscrizione andrà scritto "Iscrizione".
In ogni caso, a partire da questa pagina del sito, ci sono tutte le istruzioni necessarie per capire bene come fare a iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni. Per chi avesse già fatto la richiesta e volesse consultare lo stato della sua pratica, può consultare questa pagina del sito. Questa novità del Registro Pubblico delle Opposizioni sembra tutta una trovata per favorire gli operatori di telemarketing, a danno della quiete dei cittadini, ma, se si è contrari al telemarketing selvaggio, si può comunque far vedere che le furbizie legislative di pochi non cambiano la sostanza dei fatti iscrivendosi al registro e depotenziando le armi in mano agli operatori di telemarketing. Inoltre non si capisce perché sul web debba valere il princicio del silenzio-dissenso, e cioé se un utente non dà esplicito consenso a ricevere per email materiale commerciale, promozionale e pubblicitario non dovrebbe ricevere email commerciali e quindi chi fa email marketing non può per legge infastidire per email l'utente, ebbene, non si capisce perché per il telefono invece debba valere il principio del silenzio-assenso, e l'utente debba esprimere attivamente il proprio dissenso per non essere disturbato da telefonate commerciali; tenuto conto che una telefonata indesiderata può disturbare anche di più di una email indesiderata, è veramente paradossale che le maglie per regolare il telemarketing siano state allargate proprio sul versante del telefono.
- Online, compilando questo modulo.
- Per email, mandando all'email abbonati.rpo@fub.it il modulo scaricabile qui (link attualmente non funzionante).
- Per telefono, chiamando il numero 800.265.265 e fornendo i proprio dati: nome e cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale, e email (facoltativa).
- Via fax, inviando al numero 06.54224822 questo modulo compilato, oppure un foglio semplice con i propri dati: il numero di telefono da iscrivere nel registro, il codice fiscale, copia di un proprio documento di riconoscimento valido, l'email (facoltativa), e l'operazione che si richiede (nel caso dell'iscrizione andrà scritto "Iscrizione").
- Con raccomandata, spendendo questo modulo compilato, o scrivendo su carta semplice i propri dati: il numero di telefono da iscrivere nel registro, il codice fiscale, l'email (facoltativa), e l'operazione che si richiede (nel caso dell'iscrizione andrà scritto "Iscrizione".
In ogni caso, a partire da questa pagina del sito, ci sono tutte le istruzioni necessarie per capire bene come fare a iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni. Per chi avesse già fatto la richiesta e volesse consultare lo stato della sua pratica, può consultare questa pagina del sito. Questa novità del Registro Pubblico delle Opposizioni sembra tutta una trovata per favorire gli operatori di telemarketing, a danno della quiete dei cittadini, ma, se si è contrari al telemarketing selvaggio, si può comunque far vedere che le furbizie legislative di pochi non cambiano la sostanza dei fatti iscrivendosi al registro e depotenziando le armi in mano agli operatori di telemarketing. Inoltre non si capisce perché sul web debba valere il princicio del silenzio-dissenso, e cioé se un utente non dà esplicito consenso a ricevere per email materiale commerciale, promozionale e pubblicitario non dovrebbe ricevere email commerciali e quindi chi fa email marketing non può per legge infastidire per email l'utente, ebbene, non si capisce perché per il telefono invece debba valere il principio del silenzio-assenso, e l'utente debba esprimere attivamente il proprio dissenso per non essere disturbato da telefonate commerciali; tenuto conto che una telefonata indesiderata può disturbare anche di più di una email indesiderata, è veramente paradossale che le maglie per regolare il telemarketing siano state allargate proprio sul versante del telefono.
giovedì 21 aprile 2011
Ju tarramutu, il terremoto abruzzese raccontato dagli abruzzesi
Si chiama Ju Tarramutu ed è un documentario che racconta la storia del terremoto che ha sconvolto l'Aquila e tanti paesi lì vicino, in territorio abruzzese, il 6 aprile 2009. Il documentario ha voluto raccontare la storia del terremoto abruzzese dal punto di vista degli abitanti delle terre che l'hanno subito, e ha voluto mostrare, attraverso la loro presenza e le loro parole, le trasformazioni che le loro vite e i loro luoghi hanno subìto nei 2 anni successivi al terremoto. E cosi ne emerge il racconto di una popolazione che è stata per mesi al centro dell'attenzione di opinione pubblica, tv e giornali, ma che al tempo stesso veniva tenuta lontano dalle decisioni riguardanti il suo destino. Fino a quando questa popolazione non ha deciso di riprendersi in mano il proprio destino e il proprio futuro. La regia di Ju tarramutu è firmata da Paolo Pisanelli, mentre assistente operatore è stato Pierluigi Pisino; il documentario è stato co-prodotto da pmi, Officinavisioni e BigSur, gli altri operatori che hanno collaborato al film sono stati Matteo Gherardini, Piero Li Donni e Fabrizio Federico, che hanno lavorato al montaggio, Biagino Bleve, Bruce Morrison, Animammersa e Antonio De Luca, che hanno lavorato a suoni, musiche e sculture sonore. Sul sito www.jutarramutu.it è possibile vedere il trailer del documentario, trovare altro materiale utile sul documentario e sulla storia che esso racconta, consultare i luoghi delle prossime proiezioni, e, soprattutto, proporre altre proiezioni nella propria città; un altro aspetto originale di Ju tarramutu infatti, oltre al suo contenuto, sono anche le modalità di distribuzione scelte, insieme a ZaLab: una distribuzione che avviene dal basso, con proposte di proiezione da parte di associazioni e cittadini comuni in tutta Italia; dal sito del documentatio è poi possibile raggiungere anche il sito www.anno1.org, dedicato alla raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per la ricostruzione dell'Aquila.
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