venerdì 8 giugno 2007

Per una decrescita sostenibile

Di fronte alle continue conferme dei problemi di surriscaldamento, di eccessivo sfruttamento delle risorse e di eccessivo inquinamento del pianeta, c'è chi inizia a sostenere che anche il concetto di sviluppo sostenibile è ormai superato e, per fare un gioco di parole, insostenibile. Voci autorevoli e molto attente ai problemi della terra e dei suoi abitanti, come quella di Padre Alex Zanotelli e del geologo Mario Tozzi, sostengono che il mondo ricco del nord del mondo deve avere il coraggio di iniziare una "decrescita sostenibile", che sola può garantire la sopravvivenza della terra e un'esistenza futura più giusta e più umana a tutti gli esseri umani e non solo a quelli che vivono in alcuni paesi. Oggi viviamo in un sistema di crescita tale per cui il 5% della popolazione mondiale (gli statunitensi), consuma il 30% delle risorse e delle riserve del pianeta e, in particolare, il 43% dell’intero serbatoio di carburante. Il 20% degli esseri umani consuma il 75% di tutte le risorse della terra. E' ovvio quindi che se si vuole che tutti gli esseri umani possano vivere con le risorse esistenti sul pianeta, allora gli abitanti dei paesi più industrializzati e più ricchi devono diminuire il proprio consumo di tali risorse, perché non è possibile che tutti gli abitanti della terra possano raggiungere il loro stile di vita, perché non ci sarebbero risorse sufficienti. C'è anche un sito italiano che cerca di sensibilizzare gli utenti a questo nuovo piano di decrescita sostenibile.

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