giovedì 22 dicembre 2011

Aiuti per gli alluvionati delle Filippine

Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre, nell'isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, una tempesta, denominata Washi, ha scaricato in poche ore una quantità d'acqua che di solito lì, in quelle zone, cade in un mese. Nell'area interessata dalla tempesta, fiumi e torrenti sono straripati in un batter d'occhio travolgendo case e baracche costruite lì vicino; nelle zone collinare dell'area, sono cadute frane che hanno coperto di fango interi villaggi; le raffiche di vento a quasi 100 km/h hanno spazzato via le barche dei pescatori che erano in mare a pescare; molti filippini sono stati uccisi dalla violenza della tempesta mentre stavano dormendo. A oggi si contano più di 1.000 morti e quasi altrettanti dispersi, ma, come si sa, in questi casi, i numeri fanno fatica a stare dietro alla realtà. Per aiutare i sopravvissuti in queste zone, sono sul campo 10.000 militari e tanti volontari; nelle città di Cagayan de Oro e Illigan City sono stati allestiti dalle autorità locali centri di raccolta nelle scuole pubbliche. Ma, come si può ben immaginare, i sopravvissuti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono rimasti senza niente, e quindi hanno bisogno di tutto, dal cibo ai generi di prima necessità. Per questo in tanti si stanno già mobilitando per raccogliere aiuti da mandare a questi alluvionati delle Filippine. Per chi volesse dare un contributo, su questa pagina è possibile trovare delle coordinate per mandare i soldi alla Chiesa locale, che, insieme alla Caritas, si sta mobilitando per aiutare le popolazioni colpite dalla tempesta.

giovedì 15 dicembre 2011

Le ingiustizie dietro i costi troppo alti delle RC auto in Italia

Proprio pochi giorni fa la Cgia di Mestre ha presentato uno studio sugli effetti che le cosiddette liberalizzazioni condotte negli ultimi vent'anni hanno portato in alcuni settori del mercato italiano e in questo studio si dice che le RC auto, dal 1994 a oggi, sono aumentate del 184,1%, un aumento che è più del quadruplo dell'incremento dell'inflazione registrato nello stesso periodo di tempo, pari al 43,3%. E ieri l'Ania, (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), ha dichiarato, per bocca del suo direttore generale Garonna, che nei primi 6 mesi dell'anno le polizze RC auto sono aumentate del 5,7%. Questi costi cosi alti e questi incrementi cosi rapidi sono la prima ingiustizia perpetrata nei confronti degli italiani, a causa dell'obbligatorietà dell'assicurazione sul proprio mezzo di trasporto. Ma c'è una seconda ingiustizia che si cela dietro alla prima. Come sembra sostenere la stessa Ania, la causa, o una delle principali cause, di questi prezzi troppo alti, risiede nelle frodi perpetrate ai danni delle compagnie assicurative. La domanda è: perché governo italiano, Ania e Isvap (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di interesse colletivo) non hanno mai fatto niente per combattere queste frodi? Perché non fanno presto qualcosa in proposito, data soprattutto la situazione di difficoltà economica in cui versano molti italiani? Speriamo che nei prossimi mesi arrivino, in risposta a queste domande, delle azioni concrete e incisive per abbattere velocemente il costo delle RC auto.

venerdì 9 dicembre 2011

Perché il debito pubblico italiano non lo paga chi lo ha creato?

Si prospettano per gli italiani anni di sacrifici, e uno dei motivi è l'esigenza di ridurre il debito pubblico del nostro Paese. E allora sorge spontanea una domanda: perché il debito pubblico italiano non lo paga chi lo ha creato? Se si guarda all'andamento del debito pubblico italiano dal 1946 ad oggi, si vede che esso è passato da 743 milioni di euro circa (ovviamente effettuando la conversione dalla vecchia valuta a quella di oggi) agli attuali 1.900 miliardi di euro circa. In particolare, dagli anni '70 a oggi è passato da 14 miliardi di euro circa a 1.900 miliardi di euro circa; e dal 1992 in poi, il debito pubblico italiano è sempre stato, in percentuale sul PIL; superiore al 100%, soglia che nel secolo scorso era stata superata solo in altri 3 periodi: poco dopo la seconda guerra mondiale, durante gli anni della crisi del '29, e negli anni della seconda guerra mondiale. Sapendo che non si possono chiedere i soldi ai morti, si potrebbe però, soffermandoci sugli ultimi 30 anni della nostra storia, cioé dal 1981 a oggi (nel 1981 il debito era di 146 miliardi di euro circa, pari a circa il 60% del PIL), far pagare una tassa ordinaria a tutti quei politici che, con le loro scelte economiche sbagliate o dissennate, hanno fatto aumentare il debito pubblico negli anni in cui gli italiani avevano loro affidato la gestione della pubblica amministrazione. Bisognerebbe individuare innanzitutto gli anni in cui il debito è aumentato. In secondo luogo buttare già la lista di tutti i parlamentari, della Camera e del Senato, che in quegli anni in cui il debito è aumentato hanno appoggiato i governi che hanno provocato, con la loro politica economica e fiscale, l'aumento del debito, e cioé che facevano parte della maggioranza. Nel caso in cui questi politici siano ancora vivi, bisognerebbe imporre loro fin da subito una lauta tassa di qualche migliaia o di qualche decina di migliaia di euro all'anno; cifra che comunque si ritiene siano in grado di pagare tranquillamente dati i lauti stipendi e i vitalizi acquisiti per il loro lavoro parlamentare. Si sa che l'aumento di un debito pubblico è dovuto a diversi fattori, e non soltanto alla cattiva amministrazione di chi governa. Per esempio responsabili sono anche tutti quegli italiani che in questi ultimi 30 anni hanno evaso le tasse, e anche su di essi andrebbe fatto un analitico e chirurgico lavoro di individuazione per andare a tassarli d'ora in poi più degli altri; ma in fondo anche l'incapacità di far pagare le tasse è una responsabilità di cui si sono macchiati i politici che hanno gestito la cosa pubblica negli ultimi decenni. Insomma la proposta di tassare i politici che negli ultimi 30 anni hanno determinato, con la loro incapacità o con la loro condotta politica, l'aumento del debito, non vuole essere l'unica soluzione al problema, ma un modo equo per recuperare i soldi con cui abbassare il debito, un modo per riconoscere, e mostrare bene ai politici di oggi e di domani, la responsabilità cui devono rispondere coloro che vengono eletti del popolo per governare la cosa pubblica, e un modo per ripristinare il principio che chi sbaglia paga, anche 30 anni dopo.

giovedì 1 dicembre 2011

Le proposte di Sbilanciamoci! per un'economia equa e sostenibile

Proposte concrete per una nuova gestione dei soldi pubblici, finalizzata a uno sviluppo economico sostenibile, centrato sulla giustizia sociale, sull'aiuto ai più deboli, sulla salvaguardia dei diritti e sul rispetto e la cura dell'ambiente. Questo il senso del 13° Rapporto di Sbilanciamoci!, la campagna organizzata da decine di organizzazioni della società civile, che dal 1999 propone ogni anno misure economiche alternative a quelle varate dai governi, quando queste ultime non vanno nella direzione della sostenibilità e dell'equità sociale. Nell'ultimo rapporto, presentato a Roma giorni fa, ci sono tante proposte molto diverse da quelle di cui si parla su tutti i media, e considerate obbligatorie per uscire dalla crisi; sono tutte proposte alternative ma fatte nel segno della sostenibilità, con una precisa valutazione di uscite e entrate, per avere uno sviluppo compatibile con la diminuzione del debito del nostro Paese. Molte le proposte interessanti contenute in questo rapporto. Eccone alcune:
- Tassa patrimoniale del 5 x 1000 sui patrimoni oltre i 500.000 euro, con correzioni progressive sul prelievo (possibile grazie alla registrazione dei beni sulla dichiarazione dei redditi). Entrate in più stimate: 10,5 miliardi.
- Ripristino dei 400 milioni di euro (stanziati nel 2010 e cancellati nel 2011) per le politiche pubbliche per la non autosufficienza.
- Concessione di credito di imposta per l’assunzione dopo due anni di rapporti di lavoro parasubordinati, per combattere la precarietà dei lavoratori; costo della misura: 1 miliardo in 3 anni.
- Reintroduzione del reddito minimo d'inserimento per i disoccupati e per chi non può fruire di altre forme di ammortizzatori sociali.
- Lotta all'evasione fiscale con il divieto di pagamento in contanti oltre i 100 euro, la reintroduzione del reato di falso in bilancio, e il ripristino dell’elenco dei clienti-fornitori per le imprese.
- Tassazione progressiva sui veicoli non sulla base della cilindrata, ma sulla base dell'emissione di CO2; la stima delle maggiori entrate previste da questa misura è di 500 milioni di euro.
- Ripristino e aumento a 100 milioni del fondo per la ristrutturazione e l'ammodernamento della rete idrica nazionale.
- Forte spinta alle energie rinnovabili con l'abbattimento completo dell'Iva per l'installazione del solare termico, la totale detrazione dalla dichiarazione dei redditi delle spese sostenute per l'installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, l'estensione del meccanismo del conto energia a tutte le fonti rinnovabili, e il raddoppio della quota obbligatoria di risparmio energetico per i distributori di energia.
- Stanziamento di 1 miliardo di euro per la difesa del suolo.
- Costituzione di un fondo straordinario di almeno 200 milioni per il sostegno sociale all'affitto per le classi a basso reddito.
- Messa in sicurezza di 3.000 scuole italiane; costo stimato per questo intervento: 2 miliardi di euro.
- Fondo di 1 miliardo di euro da destinare a progetti finalizzati alla ricerca e all'innovazione.
- Tassazione, con un'aliquota del 5%, dei diritti televisivi legati allo sport-spettacolo, per finanziare lo sport per tutti e la costruzione di impianti pubblici polivalenti; stima entrate: 40 milioni di euro.
- Riduzione di 3 miliardi di euro delle spese militari. 
- Introduzione di indicatori di sostenibilità ambientali nella gestione contabile del patrimonio pubblico.
Questo solo alcune delle proposte avanzate da Sbilanciamoci!; per vedere tutte le altre si può andare a questa pagina.

giovedì 24 novembre 2011

Appello per i migranti tunisini dispersi

In Tunisia sono tante le famiglie che hanno visto partite dei propri cari alla volta dell'Italia, alla ricerca di un futuro migliore, e che dei loro cari non hanno più saputo nulla. Queste famiglie non sanno se i loro cari sono morti, sono vivi e liberi, sono detenuti, in Italia o in qualche altro paese, e nonostante qualcuna di esse si sia mobilitata per chiedere alle autorità politiche di cercare la risposta alla loro domanda, esse questa risposta non l'hanno ancora avuta e faticano ad averla. Per questo Zalab TV, che produce laboratori di video partecipativo e documentari in contesti interculturali e in situazioni di marginalità geografica e sociale, ha lanciato un appello per chiedere che le autorità politiche italiane e tunisine collaborino per dare una risposta a queste famiglie; un modo per avere questa risposta potrebbe essere quello di confrontare le impronte digitali delle carte d'identità dei dispersi, impronte obbligatorie per le carte d'identità in Tunisia, con i rilievi dattiloscopici dei migranti identificati o detenuti; per questo l'appello chiede nello specifico che i parenti delle persone date per disperse possano fare una domanda al Ministero degli esteri tunisino affinché fornisca le impronte digitali al Ministero degli interni italiano e per chiedere a quest'ultimo di dare risposte precise sulla base dei dati forniti. Per chi fosse interessato a leggere e firmare l'appello, si può andare a questa pagina.

giovedì 17 novembre 2011

I rom di via Rubattino - Una scuola di solidarietà

Il 19 novembre 2009 le forze dell'ordine sgomberano un campo rom in via Rubattino, a Milano, dove vivono circa 300 rom. E tanti milanesi del quartiere, al posto di appoggiare l'operazione voluta dal Comune, decidono di darsi da fare per aiutare i rom sgomberati; le maestre delle scuole dove decine di bambini di quel campo già andavano, decidono esse stesse di andare a prendere quel giorno i bambini sgomberati per portarli ancora a scuola, insieme a tutti gli altri bambini; alcune mamme e alcune maestre ospitano a casa loro alcuni dei bambini sgomberati; alcune associazioni del quartiere e di altre zone di Milano accolgono altri rom cacciati dal campo; e molte altre persone del quartiere organizzano raccolte per venire incontro alle necessità dei rom che non hanno più un tetto sotto cui dormire. Quella reazione di solidarietà, che in realtà era la continuazione di un percorso di conoscenza reciproca e di integrazione iniziato già prima di quel giorno di novembre, anche grazie all'azione della Comunità di Sant'Egidio, oggi è diventato un libro, intitolato I rom di Via Rubattino - Una scuola di solidarietà. Il libro racconta tutte le esperienze di solidarietà avvenute in quelle settimane, raccontate dalla viva voce di mamme, maestre, bambini, cittadini, volontari e giornalisti. E' quindi un libro di cronaca, ma che, attraverso la cronaca, diventa testimonianza di una possibilità di incontro e di integrazione con i rom, e quindi una proposta di un percorso di convivenza basata su un'esperienza concreta. Le curatrici del libro sono Elisa Giunipero, della Comunità di Sant'Egidio e da anni impegnanta nell'attività in aiuto dei rom a Milano, e Flaviana Robbiati, maestra elementare che insegna da trentacinque anni  nella scuola vicina a via Rubattino; la presentazione è di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio. Il libro verrà presentato a Milano domani, 18 Novembre 2011, alle ore 18, presso la Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano, in via San Paolo 12.

giovedì 10 novembre 2011

Aiuti per gli alluvionati in Thailandia e Vietnam

E' dall'estate scorsa che la Thailandia è colpita da una serie di alluvioni che, fino ad oggi, hanno provocato più di 500 vittime e hanno rovinato la vita di centinaia di migliaia di persone (pare che siano circa 700.000 le persone che resteranno senza lavoro sopo queste alluvioni); e ora l'emergenza alluvioni incomincia a colpire anche il Vietnam, dove si contano già più di 100 vittime e dove si stanno evacuando già decine di migliaia di persone. Anche la capitale della Thailandia, Bangkok, è per circa un quarto della sua superficie invasa dall'acqua; nella città sono state messe in azione 17 pompe idrauliche per cercare di far defluire l'acqua che ha sommerso interi quartieri. In tutte le zone colpite dalle alluvioni, c'è un pericolo serio di contaminazione dell'acqua, per cui è necessario che le operazioni per abbassare il livello delle acque e per bonificare le aree sommerse siano il più veloci possibili. Il governo thailandese pare abbia promesso 4 miliardi di dollari per la ricostruzione delle zone alluvionate, cifra che dà l'idea delle dimensioni della calamità che si è abbattuta sul paese. In più sono state create due commissioni governative per affrontare l'emergenza, una per la ricostruzione e un'altra per la gestione delle risorse idriche. Nel paese asiatico anche la Chiesa e la Caritas locali si sono mobilitati e stanno lavorando per raccogliere fondi per le persone colpite dalle alluvioni. Se si desidera dare un contributo d'aiuto, è possibile contattare i riferimenti che si trovano su questa pagina del sito della Caritas, oppure mettersi in contatto con Asianews, sul cui sito è possibile anche rimanere aggiornati sull'evolversi della situazione nei paesi del Sud-est asiatico colpiti dalle alluvioni.