venerdì 20 luglio 2007

In ricordo di Paolo Borsellino

Ieri è stato celebrato il 15° anniversario della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta. Cosa si sente a 15 anni dalla morte di questo grandissimo magistrato? Si sente che la mafia è stata colpita, che si deve riorganizzare, ma che non ha ancora mollato la presa sulla vita sociale, politica ed economica del nostro Paese. Si sente una grande sfiducia nella nostra classe dirigente, che fa leggi che non permettono di tenere in carcere chi si è macchiato di gravi crimini e che regalano sconti di pena ai mafiosi senza per questo rendere più efficiente l'attività giudiziara nei loro confronti. Si sente che alcuni di coloro che negli ultimi anni si sono ribellati alle mafie, ora non ci credono più. Si sente che la mafia è sempre più forte economicamente. Si sente che le mafie non riguardano più solo le regioni del Sud del nostro Paese, ma ormai riguardano tutta l'Italia, perché i loro affari li fanno al Nord. Si sente che il Parlamento è troppo lento a votare leggi che potrebbero arginare il fenomeno mafioso e aiutare chi si batte contro di esso. Si sente che oggi le vittime della mafia sono trattati peggio dei loro assassini. Un quadro fosco, in cui la memoria di Paolo Borsellino getta una luce che incoraggia, che spinge ad andare avanti, cercando con ogni gesto quotidiano di farsi promotori della legalità, del rispetto dell'altro e di un economia pulita.

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